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Piccola introduzione prima che iniziate a leggere questa storia. In questo capitolo, viene narrato uno dei tanti incontri tra Harry e Louis. Andando avanti con la storia, i capitoli saranno tutti al passato fino ad arrivare al loro primo incontro. Gli eventi continueranno quando arriveremo a questo punto della storia. (alcune volte Giada è un genio lo ammetto)



Louis si accese una sigaretta, mentre la luce artificiale dei lampioni entrava nella stanza dalla finestra aperta e illuminava il suo corpo, poggiato sulle lenzuola bianche. Era una serata di luglio stranamente calda, la sua pelle quasi luccicava per via del sudore, ma lui si sentiva così bene da avere la sensazione di poter toccare il cielo con un dito.
Chiuse gli occhi e poggiò la testa contro la testata del letto, portando la sigaretta alle labbra e aspirando il fumo. L'acqua scorreva nella doccia del bagno di quella stanza, e la voce di chi la stava utilizzando intonava una canzone che Louis aveva ascoltato qualche volta in radio.

Il letto fece uno strano, ma ormai familiare rumore quando qualcuno ci si mise su. La pensione dove si trovavano era carina, accogliente e i proprietari, due fratelli che l'avevano ereditata dai genitori, erano due persone riservate e gentili, ma l'arredamento non era dei più moderni. Quei letti e quei mobili risalivano a quando la nonna di Louis aveva la sua stessa età e la carta da parati non veniva cambiata da un po' di anni, ormai, ma almeno tutto veniva mantenuto pulito e in ordine. Altrimenti non avrebbe incontrato qualcuno lì per fare sesso, no?

«Ciao bellezza»

Louis lasciò il mozzicone di sigaretta nel portacenere sul comodino e si girò, incontrando un paio di occhi verdi.
Si fece più vicino al ragazzo e lasciò che lui portasse le mani fra i suoi capelli, massaggiandogli la cute dolcemente.

«Harry, posso chiederti una cosa?»

Il riccio fermò i movimenti della sua mano e la riportò sulla spalla di Louis, annuendo poi mentre poggiava la guancia sul petto del ragazzo.
Louis sospirò e un sorriso si formò sulle sue labbra: era così bello avere Harry tanto vicino a sé. Si chiese se fosse davvero il caso di porgli quella domanda, se non avesse corso il rischio di perderlo. Capì che c'era ovviamente questa possibilità, ma non poteva tenersi dentro tutto quel peso. Aveva bisogno di sapere.

«Perché non mi parli mai di te? Della tua vita, dico. Sai ogni cosa della mia, forse mi conosci meglio di quanto io conosca me stesso, e invece io di te non so nulla»

Passarono secondi interminabili in cui Harry non disse nulla. Louis aveva smesso di accarezzare la sua schiena dopo aver sentito il suo corpo irrigidirsi, ma aveva pensato che il fatto che non si era allontanato fosse un buon segno. Non lo era?
Aveva il cuore in gola e stava utilizzando tutto il proprio autocontrollo per non iniziare a tremare come una foglia o piangere come se fosse un bambino, ma a suo favore poteva dire di non essere mai riuscito a sopportare la tensione di quei momenti.

Quando Harry si rimise seduto e i loro sguardi si incontrano ancora, una scossa di terrore attraversò il corpo di Louis. Era arrivato il momento, vero?
Il riccio si passò una mano fra i capelli, e quello fu l'unico momento in cui Louis comprese che anche lui non doveva stare troppo bene. Lo faceva sempre, quando era nervoso. Il suo viso, però, non tradiva alcuna emozione.

La verità stava per arrivare, e Louis non era più troppo sicuro di volerla ascoltare.

Secret little rendez-vous. » l.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora