Louis continuava a rigirarsi il telefono tra le mani. Erano passati due mesi dall'ultima volta che aveva visto Harry ed era passato quasi un mese dall'ultima volta che lo aveva sentito. Continuava ad inviargli messaggi su messaggi, talvolta aveva anche il coraggio di far partire una chiamata mentre il cuore gli arrivava in gola pur sapendo che non sarebbe mai arrivata una risposta dall'altro lato. Louis non lo biasimava minimamente. Dopotutto, era stato lui a non presentarsi all'aeroporto quel giorno e nonostante Harry gli avesse chiesto più volte di andarlo a trovare, lui era rimasto impassibile. Ma Harry non era al corrente della situazione in cui Louis si era ritrovato: non era al corrente delle molteplici minacce ricevute dal padre, in modo tale che i due non avrebbero avuto più nessun contatto.
Alcuni giorni, in particolar modo in quelli più noiosi che sembrano durare un'eternità, Louis pensava ad Harry più del dovuto: si chiedeva se il riccio pensasse mai a lui, se le sue mani iniziassero a tremare ogni qualvolta vedeva apparire il suo nome sullo schermo del telefono. Se gli mancasse e se avesse chiesto di lui al padre. Si ritrovava a sorridere, la maggior parte delle volte. Ripensava a come Harry lo guardava e a come sembrava affascinato da ogni singolo gesto di Louis. Ripensava al suo tocco, dolce ma allo stesso tempo bramoso come se ogni volta fosse l'ultima. E infine ripensava a tutto quello che Harry era solito dirgli, cose che prima di lui avrebbe giudicato irreali e fasulle.
Il suo modo di vedere le cose era cambiato molto in quell'anno e Louis quasi non riusciva a credere che, ormai, considerava una persona essenziale. Quell'ultimo mese era stato probabilmente il peggiore della sua intera vita. Era come se sentisse un vuoto dentro di sé ma allo stesso tempo si sentiva chiuso in una gabbia, costretto a comportarsi come se nulla di tutto ciò stesse accadendo. Ricorda ancora lo sguardo freddo e crudele del padre di Harry e ricorda con quanta insensibilità gli aveva imposto di non raggiungere il figlio. Certo, non era la prima minaccia che l'uomo gli rifilava ma questa volta era diverso. Questa volta Louis era sicuro che non si sarebbe fermato soltanto alle parole ma avrebbe agito. E Louis non voleva, per nessuna ragione al mondo, che fosse Harry a risentire. L'unica possibilità era quella di sottostare alle intimidazioni ricevute e comportarsi normalmente.Ma era difficile. Era tremendamente difficile vivere. E Louis si sentiva soffocare. Continuava ad immaginarsi sul primo aereo diretto a New York e successivamente tra le braccia di Harry.
Le sue dita continuavano a tremare mentre inviava l'ennesimo messaggio, chiedendo ad Harry almeno una piccola spiegazione riguardo il suo comportamento.
"Hai intenzione di restare qui per il resto della tua vita?" chiese Niall, buttandosi letteralmente al suo fianco. Ovviamente Louis aveva parlato a Niall dell'intera situazione, escludendo però quel piccolo dettaglio di Harry che continuava ad ignorarlo.
"Si." rispose Louis, continuando a fissare il telefono in attesa di una risposta o di una chiamata.
"C'è qualcosa che mi stai nascondendo. Avanti, dimmi."
Louis chiuse gli occhi, quasi come se volesse scomparire ed evitare quella situazione il più possibile. "È quasi un mese che non sento Harry. Non arrabbiarti, è colpa mia."
"Harry sa che suo padre ti ha minacciato?" chiese Niall la cui attenzione era ormai rivolta completamente a Louis.
Il liscio scosse la testa, prima di prendersi la testa tra le mani cercando di ricacciare le lacrime che insistevano per uscire.
Niall sospirò prima di passare una mano tra i capelli dell'amico. "Lou devi parlargliene. Prova a lasciargli un messaggio in segreteria prima o poi deve risponderti."
"Penso che mi odi." disse Louis cercando di non far vacillare la sua voce.
"Harry che ti odia? Sembra quasi una barzelletta." disse il biondo, cercando di risollevare l'umore al liscio che sembrò apprezzare il gesto dato che gli rivolse un piccolo sorriso.
"Grazie Nialler. Penso che uscirò un po'" disse prima di prendere il suo solito pacchetto di sigarette e uscire dall'appartamento.
Louis non sapeva da quanto tempo stesse camminando ma, inevitabilmente, si ritrovò di fronte all'hotel in cui erano soliti incontrarsi lui ed Harry le prime volte.
Si morse un labbro prima di entrare e di chiedere una camera singola. Non sapeva perché stesse facendo tutto ciò ma, dentro di lui, sentiva che era la cosa giusta da fare. Non appena varcò la soglia della porta i ricordi iniziarono ad affiorare di nuovo e Louis iniziò a sentire qualcosa non aveva mai provato prima di allora. Si sentiva solo. E perso.
Sfilò una delle sigarette prima di far partire un'ennesima chiamata. Decise allora di seguire il consiglio di Niall e lasciare un messaggio in segreteria."Questa è stata un'idea di Niall e ammetto di non averci pensato all'inizio. Non so se ascolterai mai questo messaggio ma ho bisogno di parlarti e.." Louis sospirò e cercò di non far vacillare la sua voce. "Mi manchi, Har. Mi manchi così fottutamente tanto. Non riesco più a sopportare questa distanza e la tua decisione di ignorarmi mi sta uccidendo. Non ti sto incolpando, solo uno stupido lo farebbe ma sai che io non ti farei mai una cosa del genere.
Io ti amo" disse, ormai con il volto rigato dalle lacrime e la voce ridotta ad un sospiro "e mi trovo nella stanza nella quale siamo stati insieme per la prima volta e non riesco a smettere di pensare a te e a tutto quello che mi dice - bip.Louis guardò male il telefono quasi come se fosse colpa sua se avesse iniziato a parlare di lui e dei suoi sentimenti quando il motivo di quel messaggio era tutt'altro.
"Scusami tendo a parlare troppo quando sono agitato. Quello che in realtà volevo dirti è che tuo padre mi ha minacciato e mi ha impedito di venire da te, in qualsiasi modo avessi provato. So che per te è difficile stare lì ma non devi smettere di credere in noi Harry." riprese Louis, dopo aver acquistato un po' più di sicurezza. "Settimane fa mi hai detto che avevi aspettato anni prima di trovarmi e ti chiedo solo di non arrenderti adesso. Ricorda che ti amo come nulla al mondo Harry."
Louis poggiò il telefono sulla parte vuota del letto, come se esso potesse dargli un po' di conforto. Si addormentò dopo poco, al di sopra delle coperte lasciando la sigaretta ancora fumante all'interno del posacenere.
Il suo sonno fu interrotto bruscamente dallo squillare del suo telefono, ancora abbandonato al suo fianco."Sto dormendo." disse, strascicando le parole.
"Lou?"
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CHE LIBERAZIONE LA SCUOLA È FINITA E QUINDI QUESTO VUOL DIRE CHE PASSERÒ L'ESTATE A LEGGERE, SCRIVERE E GUARDARE SERIE TV (non é vero devo lavorare) ((Giada ha gli esami, sfigata di merda))
E niente, non riesco a non buttare dell'angst in ogni capitolo che scrivo quindi siete costretti a sopportarmi e ad accettarmi così come sono.
ANYWAY, la storia è purtroppo quasi giunta al termine ma io sono felicissima di aver iniziato a scriverla e sono ancora più felice di vedere le visualizzazioni salire di volta in volta, davvero grazie💟
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Secret little rendez-vous. » l.s
Hayran KurguLouis Tomlinson ed Harry Styles non sanno molto l'uno dell'altro. Anzi, potrebbero quasi essere estranei. Ma i loro corpi si conoscono. Harry conosce ogni singola parte del corpo di Louis. Louis vorrebbe conoscere ogni singola parte di Harry. [ stor...