Louis non ricordava di essere mai stato tanto male, ma questo probabilmente era dovuto al fatto che non aveva avuto più la febbre dall'età di dieci anni.
Si portò una mano sulla fronte, pensando che premendo più forte possibile il dolore sarebbe passato e richiuse gli occhi, mentre sentiva Niall urlare qualcosa riguardo il brodo di pollo dalla cucina. Non si sarebbe alzato per mangiare, soprattutto non quella robaccia cucinata dal biondo; era abbastanza strano, comunque, che la casa non fosse finita in fiamme.«Lou?»
Il ragazzo sbuffò quando sentì per l'ennesima volta la voce di Niall, ma comunque rispose con un verso indistinto e si costrinse ad ascoltarlo.
«Non ti dispiace se porto una ragazza a casa, vero?»
Louis aprì gli occhi, ora del tutto concentrato sul suo migliore amico. Da quando Niall usciva con qualcuno? Ma soprattutto, perché lui non ne sapeva niente?
«Dovrei dirti di no, visto che da grande stronzo che sei non mi hai detto nulla, ma non ho voglia di discutere. Basta che facciate piano, mentre scopate, perché altrimenti sarò costretto ad uccidervi. E non sto scherzando»
Vide il biondo corrergli contro la lo fermò con un gesto della mano prima che gli si potesse buttare addosso. Niall allora si limitò a schioccargli un bacio sulla guancia e a lasciare una scodella con il brodo sul comodino accanto al letto.
Uscì poi dalla stanza canticchiando un "sei l'amico migliore che ho!", al quale Louis rispose con "e anche l'unico", ma non abbastanza forte perché Niall potesse sentirlo. Voleva un gran bene a quell'idiota ed era sollevato di essere il suo unico amico: geloso com'era, Louis non avrebbe sopportato di vedere qualcuno gironzolare intorno a lui e mettersi tra di loro.Si tirò su a sedere e un gemito di dolore fuoriuscì involontariamente dalla bocca quando sentì una fitta allo stomaco. Sul serio, sembrava che stesse recuperando tutti i malori di cui per anni non aveva sofferto.
Iniziò a mangiare quel brodo che non sembrava troppo commestibile, ma doveva arrangiarsi dato che, per il momento, non aveva la forza di mettersi ai fornelli e non voleva far incavolare Niall.
Qualche cucchiaiata più tardi, sentì il campanello suonare e, come se ogni dolore fosse magicamente scomparso, si alzò dal letto e si infilò le pantofole, raggiungendo la porta della camera per poter controllare chi fosse questa fantomatica ragazza che aveva colpito così tanto Niall da fargli decidere di portarla a casa.Aprì la porta quel poco che bastava per poter guadare fuori dalla stanza. Vide Niall controllare i capelli nello specchio posto all'entrata e sospirare profondamente, prima di aprire la porta d'entrata e mostrare una ragazza bionda, abbastanza alta e con un sorriso colorato di rossa da un rossetto sul viso.
A Louis bastarono pochi secondi per capire dove l'avesse vista. Ricordò i suoi capelli un po' più spettinati rispetto a quel momento, i vestiti decisamente più succinti e una macchia lasciata dallo stesso rossetto rosso sul collo di Harry, la sera del compleanno di Niall. La sera in cui tutto aveva preso una piega diversa e dalla quale lui non riusciva ancora a riprendersi.Ebbe l'istinto di correre fuori dalla stanza, allontanare Niall da quella ragazza e urlarle contro le peggiori cose, di come aveva rovinato tutto fra lui e Harry. Poi, però, si rese conto che non era per colpa sua se si trovavano in quella situazione. Probabilmente quella ragazza non sapeva di lui, come lui non avrebbe mai saputo di lei se non l'avesse vista con Harry. Era il riccio l'unico ad aver giocato con i suoi sentimenti.
Si poggiò contro il muro e chiuse gli occhi, sospirando. Tutto quello che aveva voluto, la prima notte in cui era andato a letto con Harry, era la possibilità di distrarsi dal lavoro. Lo aveva voluto anche le altre due o tre volte in cui si erano incontrati.
Ma poi lui aveva iniziato a raccontare al riccio della propria vita, a volerlo includere in essa. Non ricordava il giorno o il momento preciso in cui c'era stato quel cambiamento, ma sapeva che si era cacciato in un bel casino.Chiuse la porta per dare a Niall un po' di privacy e tornò nel suo letto, coprendosi con le coperte fin sopra la testa in una vano tentativo di scomparire.
Harry gli mancava davvero tanto, ma sapeva bene di non poter rischiare che quello che provava per lui diventasse qualcosa di troppo grande da gestire. Non voleva ritrovarsi con il cuore spezzato per qualcuno che da lui aveva sempre voluto solo sesso.
Eppure aveva bisogno di lui.
Sospirò e si portò le mani sul viso, sperando che quei pensieri e Harry sparissero dalla sua mente improvvisamente, lasciandolo libero di vivere come aveva fatto prima di conoscere il riccio.
Ovviamente non funzionò, e si ritrovò con il cellulare in mano, il nome di Harry sullo schermo in attesa di una risposta alla sua chiamata e mille dubbi in testa.
Sto sbagliando ogni cosa? Devo lasciarlo andare? Ne ho davvero così tanto bisogno? Dovrei chiudere prima di rovinare davvero tutto?«Louis?»
Il ragazzo rimase immobile non appena sentì la voce provenire dall'altro capo del telefono, come se in realtà non si aspettasse che rispondesse davvero. Ci aveva sperato, in realtà.
Non sapeva cosa fare, sembrava che le parole fossero rimaste bloccate in gola, e quel tremolio che lo attraversava per tutto il corpo non era affatto d'aiuto. Doveva essere la febbre, comunque.«Ci sei? È successo qualcosa?»
Harry sembrava preoccupato dal modo in cui parlava, stranamente veloce e agitato. Sentì qualche rumore e un'imprecazione e si ritrovò a sorridere, ricordando tutte le volte in cui, mentre si alzava dal letto, Harry era inciampato e aveva rischiato di spaccarsi la faccia o rompersi qualche osso.
«No, sto bene»
«Oh, beh... meglio così. Non che mi dispiaccia, ma perché mi hai chiamato?»
Già, perché lo aveva chiamato?
Louis si mise seduto sul letto e abbandonò le coperte lontano da lui; Niall doveva aver acceso i riscaldamenti.«Uhm... io, in realtà- io volevo chiederti di vederci, ecco»
Louis si morse il labbro inferiore e chiuse gli occhi, sicuro di aver fatto la cazzata più grande della sua vita, e si alzò dal letto, non riuscendo a stare fermo un minuto in più.
Perché Harry non rispondeva? Aveva già trovato qualcuno da portare nella loro stanza?
A quel pensiero sentì gli occhi pizzicare, ma si impose di non piangere.«Dici sul serio?»
«Perché non dovrei?»
«Dopo l'ultima volta...»
«No, Harry, dimentica l'ultima volta. Non voglio vederti per parlare o chiederti come diavolo conosci il mio nome. Voglio solo scopare, come le prime volte... per favore?»
Louis pensò di essere davvero un bravo attore, se riusciva a mentire così facilmente sui propri desideri. Probabilmente era dovuto alla consapevolezza che quello era l'unico modo per avere Harry con sé.
Sentì il ragazzo sospirare, prima di acconsentire a quella sua richiesta. Louis non perse tempo a salutarlo e riagganciò, rendendosi conto solo dopo di non aver concordato un orario per l'incontro.
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Siamo ancora vive (il giorno dei morti) e siamo ancora qui a donarvi angst come se niente fosse anche se ormai è finito ( per ora)
BTW
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Secret little rendez-vous. » l.s
FanfictionLouis Tomlinson ed Harry Styles non sanno molto l'uno dell'altro. Anzi, potrebbero quasi essere estranei. Ma i loro corpi si conoscono. Harry conosce ogni singola parte del corpo di Louis. Louis vorrebbe conoscere ogni singola parte di Harry. [ stor...