Eravamo fermi davanti all'ingresso attendendo che Salvatore ci venisse ad aprire.
Tenevo stretta la mano di Vanessa e accarezzavo quella di Scott appoggiata sulla mia spalla.
Vane tremava. Il cuore mi martellava nel petto, così forte che credo lo sentissero tutti.
Poi la serratura scattò e la porta si aprì. Sulla soglia comparve Salvatore.
- Ciao ragazzi. Entrate.
Salutammo frettolosamente ed entrammo nell'appartamento buio.
- Ciao ragazzi! -, esclamò una voce femminile. Ci voltammo tutti in direzione della ragazza.
- Oh sì, lei è... -, Salvatore si fermò a riflettere, non si ricordava più il suo nome.
- Letizia -, intervenne la ragazza - Molto piacere.
- Si, si... Letizia -, borbottò l'uomo.
Non sembrava esserci rimasta male. Probabilmente si era già abituata al burbero Salvatore. Ad ogni modo, caratteraccio o no, quell'uomo ci stava facendo un immenso favore e senza chiedere nulla in cambio.
- Venite -, ci invitò gentilmente Letizia - Lui è di là che riposa.
La ragazza sembrava essere dolcissima e molto cortese, oltre che bellissima. Alta più di un metro e ottanta, le sue gambe chilometriche erano avvolte in un paio di jeans scuri. Sopra indossava un cardigan nero dal quale spuntava il colletto di una camicetta bianca. Il suo viso era perfetto, di una bellezza eterea: le labbra carnose, dietro alle quali si celava il sorriso bianchissimo, il piccolo nasino con la punta leggermente all'insù ed infine i due grandi occhi da cerbiatta azzurrissimi. Teneva i capelli ramati raccolti in uno chignon realizzato con maestria e fissato sul davanti da un cerchietto nero.
Non avevo mai visto quella ragazza prima d'ora, eppure in quei bellissimi occhi cerulei c'era qualcosa di familiare.
Letizia indicò la porta dall'altro lato della stanza.
- Credo sia il caso che entriate solo voi due -, disse Salvatore con un tono di voce sommesso. Ci voltammo di scatto e capimmo che si riferiva a me e Vane visto il modo in cui osservava le nostre mani unite.
- D'accordo -, rispose subito Scott facendo un passo indietro.
- Oh, certo -, lo imitò Virginia e subito Elena fece lo stesso.
Salvatore ci raggiunse e ci soppesò entrambe con lo sguardo, penetrandoci con quei suoi occhi verdi.
- Ragazze, lo so che non sarà facile, ma mi raccomando ricordatevi che lui non ricorda nemmeno quale sia il suo nome.
Annuimmo sconfortate.
- Sempre che dietro quella porta ci sia lui -, mormorò triste Vane.
- Hey ragazzina, io non sbaglio mai -, annunciò fiero. Era così convinto che convinse anche me, mentre al contrario la mia amica aumentava la stretta alla mia mano e rispondeva con una smorfia di disappunto.
- Non una parola di troppo -, ordinò l'uomo - Salutatelo, presentatevi e ditegli semplicemente che siete delle persone in grado di aiutarlo.
- Va bene, lo faremo -, risposi subito. L'attesa era diventata insopportabile: dovevo entrare in quella stanza.
Salvatore osservò per un momento in più Vane che gli sembrava più insicura di me. Lei sfidò il suo sguardo.
- Vi ricordo che è per il suo bene. Tenete bene a mente quello che vi ho detto -, disse infine. Poi indietreggiò anche lui.
Vanessa e io ci voltammo e ci ritrovammo di fronte alla porta di legno scuro. Steve poteva essere proprio dall'altro lato, a pochi passi da noi. Il momento fatidico era arrivato.
Lanciai un ultimo sguardo da sopra la spalla ed incontrai per un attimo gli occhi di Scott e un velo d'ansia scivolò via. La mia mano tremante si avvicinò alla maniglia, la abbassò e la porta si aprì.
Entrammo lentamente mentre Salvatore richiudeva la porta dietro di noi.
La camera era così poco illuminata che i miei occhi ci misero un po' ad abituarsi. Una luce fioca proveniva dalla finestra sbacciata. Il mio cuore iniziò a battere ad un ritmo incontrollato, le mie gambe tremavano: sarei potuta svenire da un momento all'altro. Quando mi abituai all'oscurità riuscii a distinguere la sagoma di una persona rannicchiata sul letto singolo, posto vicino alla parete, proprio sotto alla finestra da cui penetrava quel flebile spiraglio di luce.
Vane mollò la presa alla mia mano, se la portò alla bocca e si bloccò come paralizzata.
La persona sul letto si agitò e si mise a sedere. Guardava verso di noi. Fu in quel momento che i miei occhi si adattarono totalmente alla penombra e mi ci volle meno di un istante per riconoscere la massa di capelli ondulati.
Una fitta al cuore pietrificò anche me per un istante.
Era lui.
Era Steve.
Il mio angelo era tornato ed era proprio di fronte a me.
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GUARDIAN 2 - tra Terra e Cielo
Fantasy|Seguito di GUARDIAN - il mio angelo custode| Sono passate settimane ormai da quando Steve è scomparso, ma dopo quella notte, dopo che Jessica l'ha rivisto in sogno, la speranza di poterlo ritrovare si è fatta strada nuovamente nel cuore di tutti. ...