Nuova vita

71 3 4
                                    

Mi svegliai, la schiena dolorante, la luce che filtrava dalle piccole finestre e mi colpiva il viso. Ero distesa su uno dei due divani malandati di Salvatore. Mi stropicciai gli occhi e vidi Vane rannicchiata sull'altro. Ricordai che la notte precedente ci eravamo addormentate lì guardando un film, altrimenti saremmo andate a dormire in camera di Salvatore e avrebbe passato lui la notte su uno di questi orribili sofà. Sentendo la mia colonna vertebrale scrocchiare compresi il perché avesse fatto una battuta sulla generosità della sua proposta.
- Buongiorno -, sussurrò una voce al mio orecchio. Sobbalzai, Steve si spostò per un pelo o gli avrei tirato una testata.
Si portò una mano davanti alla bocca per trattenere una risata in modo da non fare rumore e non svegliare Vane.
- Mi hai spaventata -, mi lamentai parlando anch'io sottovoce.
- Me ne sono accorto -, continuava ridacchiare.
Si spostò in cucina e aprì il frigo.
- Caffellatte? -, mi domandò appena lo raggiunsi.
Annuii.
- Lo sapevo -, mormorò tra sé.
Spalancai gli occhi per la sorpresa, ma subito interruppe il mio pensiero.
- Non fraintendere, ma non ricordo nulla, però lo sapevo che eri una da caffellatte.
Il sorriso che feci non fu esattamente spontaneo e subito morì sulle mie labbra. Per un secondo mi ero illusa.
- Mi dispiace -, mormorò Steve avvicinandosi.
- No, Steve, non devi preoccuparti -, dissi immediatamente, l'ultima cosa che volevo era che si sentisse in colpa.
- Io... -, iniziò e percepii l'esitazione nella sua voce - Non so che rapporto ci fosse tra noi nella mia vita precedente, ma so che tu ci tieni molto a me e mi dispiace sapere che ti sto facendo del male.
- Non dirlo nemmeno per scherzo. Steve, io... -, esitai un istante perché avevo paura di pronunciare anche solo una parola sbagliata - Sono così contenta che tu sia qui. Tu definisci questa un'altra vita, giusto?
Annuì osservandomi interessato.
- Quindi è anche una seconda occasione.
- Non so a cosa tu ti stia riferendo.
- Lo so Steve, va bene così. Non mi importa se ricorderai mai, ciò che voglio più di ogni altra cosa è tornare ad avere il ruolo che avevo nella tua vita in passato.
Trattenni a stento le lacrime che si erano formate agli angoli dei miei occhi e anche la gola mi faceva male per lo sforzo di trattenere quel pianto.
- Non serve conoscerti, si capisce subito che sei una persona fantastica. Una di quelle persone che darebbe la vita per chi ama e io voglio che tu faccia parte della mia vita.
A quel punto non trattenni più l'emozione. Steve allungò il mignolo verso di me e passò il dorso dell'altra mano sul mio viso per asciugarmi le lacrime.
- Che da qui in poi sia solo un crescendo.
Tesi il mignolo verso il suo e li stringemmo, mentre ripetevo le sue parole. Così, sigillammo una nuova promessa.
Un lungo sbadiglio ci distrasse  e vedemmo le braccia di Vane spuntare da dietro lo schienale del divano.
- Qualcuno si è svegliato -, scherzò Steve. Ridacchiai e subito dopo la mia amica si mise a sedere e si stiracchiò un altro po'.
- Buongiorno -, farfugliò assonnata.
- Buongiorno -, rispondemmo in coro io e Steve.
- Cavoli, che dolore! -, esclamò lei alzandosi.
Anch'io ero ancora un po' indolenzita, per cui la capivo.
Steve rise. - Ma quanti anni avete?
- Essere giovani non implica stare comodi ovunque -, rispose Vane.
Steve era un angelo, il dolore era una cosa quasi sconosciuta per lui, solo quello fisico ovviamente. Ma in questa nuova veste di umano ci si sarebbe dovuto abituare.
- Tu parli perché hai dormito nel tuo letto -, ribattei io.
- Che permalose!
Ridemmo tutti insieme.
Anche Vane si preparò una tazza di caffelatte e si sedette al tavolo con noi.
- Le foto che abbiamo fatto ieri -, iniziò Steve - Erano belle.
- Molto -, commentai prima di infilarmi un biscotto in bocca.
- Potrei averle? -, domandò.
- Ma certo -, risposi subito.
- Potremmo farle stampare -, propose Vane - così poi te le potrai anche appendere in camera, se vorrai.
- Oppure potrei comprarmi un telefono così potrei anche contattarvi quando voglio.
Io e Vane ci guardammo dubbiose, infine fu lei a prendere la parola. - Steve, credo che Salvatore te ne abbia già parlato: avere un telefono per te potrebbe essere rischioso, potrebbe contattarti chiunque e..
- Lo so -, la interruppe lui - I ricordi sono pericolosi.
- Ci dispiace -, dissi con tono sommesso.
- Ricorderò mai? -, domandò preso dallo sconforto.

Lui stava solo aspettando che i suoi ricordi tornassero da sé senza creargli uno shock, ma noi spaevamo che i suoi ricordi non sarebbero mai dovuti tornare e questo ci faceva stare male, perchè sapevamo che avremmo dovuto dirgli una mezza verità per il resto della nostra vita.
- Be, posso dire di avere già dei bei ricordi -, disse infine recuperando un mezzo sorriso.
- Anche noi, Steve -, risposi - La giornata di ieri è stata fantastica, quindi voglio stamparle anch'io quelle foto e me le appenderò anch'io in camera mia.
- Anch'io! -, esclamò Vane.
- Perfetto, allora oggi andremo a cercare un fotografo -, annunciò ritrovando il sorriso.
Un altro pomeriggio a Roma da "turisti per caso", non vedevo l'ora!

GUARDIAN 2 - tra Terra e CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora