Amore e Psiche

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Anche Cupido era un angelo. Un bell'angioletto seminudo, dotato di frecce con le quali trafiggva i cuori.
A dire il vero era un dio, sia per i greci che per i romani, figlio del dio della guerra e della dea della bellezza. Era innamorato della giovane mortale Psiche, ma lei essendo umana lui non lo poteva nemmeno guardare. Un giorno non riuscì a resistere e trasgredì alla regola. Cupido fu costretto a lasciarla. Ma lei fece di tutto per riconquistarlo e gli dei commossi dell'amore dei due, trasformarono Psiche in una dea, così poterono finalmente amarsi incondizionatamente, senza regole e senza limiti.
Come si può non pensare al dio dell'amore il giorno di San Valentino?
La sua e di Psiche sembrava una storia impossibile, ma alla fine ce l'hanno fatta.
Anche io e Scott avevamo faticato parecchio, ma anche noi avevamo vinto le difficoltà e stavamo bene.

Quando il campanello suonò avevo il cuore in gola, le farfalle nello stomaco e le ginocchia che tremavano. Mi sentivo come al primo appuntamento. Riusciva ancora a provocare in me quelle meravigliose sensazioni.
Scott entrò in casa con una rosa bianca avvolta in una carta rosa tra le mani. Salutò mia madre e le disse che il fiore era un pensiero per lei. Mamma arrossì e lo ringraziò. Il suo era stato un pensiero davvero dolce.
Io avevo osservato la scena sbirciando da dietro la porta. Entrai e raggiunsi i due nella stanza mentre si stavano abbracciando.
- Oh, eccoti! Il tuo ragazzo è un sogno. Ha portato questa per me -, mi disse mia madre mostrandomi la rosa.
Lo sguardo di Scott era fisso su di me. Correva dai miei piedi avvolti in una scarpa col tacco nera ai miei occhi. Studiò con lo sguardo il vestito e osservò i miei capelli raccolti in una treccia.
- Ciao -, mormorai mentre percepivo le mie guance coprirsi di una sfumatura di rosso.
- C-ciao -, farfugliò.
Mia madre lo guardò divertita e mi strizzò l'occhio mentre mi passava il giubbino.
Uscimmo di casa mano nella mano. Mamma ci augurò una buona serata.
- Grazie -, rispondemmo io e il mio ragazzo all'unisono.
Una volta fuori Scott si fermò di colpo.
- Che c'è? -, domandai.
Mi strinse tra le braccia e mi sussurrò all'orecchio - Sei bellissima.
Un brivido, uno di quelli che solo lui riusciva a provocarmi, corse lungo il mio collo e poi giù fino al cuore.
- Anche tu.
E lo era davvero, sempre, ma quella sera ancor di più. Avvolto in un completo totalmente nero, anche le scarpe che indossava erano molto eleganti.
- Dov'è la moto? -, chiesi non vedendo il bolide blu elettrico da nessuna parte.
Indicò un'auto nera che era ferma al centro della via. L'autista scese e ci aprì la portiera.
- Hai noleggiato un auto? -, domandai sorpresa.
Gli angoli della sua bocca si sollevarono in uno di quei suoi sorrisetti furbi.
- Scott, tu sei... matto! E ti adoro per questo -, dissi prima di depositare un bacio sulle sue dolci labbra.
- Penso che avremmo delle difficoltà ad andare in moto vestiti in questo modo -, scherzò - È San Valentino, amore. Sta sera sarai trattata per davvero come una principessa.
Fermi tutti, un momento... Amore?
Nah, forse avevo sentito male.

Mamma aveva indovinato. Scott mi portò in un ristorante lussuoso nel centro della città. Inizialmente mi sentivo fuori posto, ma lui con il suo sorriso dolce mi tranquillizava sempre.
Il menù prevedeva un antipasto di bruschette con salmone, risotto ai frutti di mare come primo e un secondo, ma dopo il riso decisi di passare direttamente al dessert, visto che ero già piena.
Non era la prima cena a base di pesce che facevamo, a lui piaceva molto, anche a me, ma in un ristorante bellissimo come quello non ci sarei mai stata se non mi ci avesse portato lui. Semplicemente perché non potevo permettermelo.
- Ho la pancia gonfia per quanto ho mangiato -, mi lamentai accarezzandomi il ventre.
- Pancia gonfia o meno, sei stupenda lo stesso.
Mi depositò un bacio sulla mano.
Stavamo camminando per il centro della città.
- Stavo pensando a Cupido, prima -, dissi ad un tratto.
- Conosci la vera storia? -, mi chiese sorpreso.
- Bé, conosco quella che penso più o meno tutti conoscano.
- Anche Cupido era un angelo.
- Sul serio?
Annuì. - Si chiamava Eros.
- I greci lo chiamavano così -, specificai.
- È vero, lui si trovava sulla Terra a quel tempo, ma non era un dio. Era un angelo, un custode.
- Come Steve -, mormorai.
- Sì, piccola. Come Steve si mostrò in forma umana per proteggere la sua protetta.
- Psiche? -, domandai incuriosita.
- Sì. Alla fine lui s'innamorò di lei.
- E lei di lui -, aggiunsi - Ma questo è vietato e lui venne punito -, arrivai da sola alla triste conclusione.
- Gli vennero tagliate le ali. Divenne un Caduto. Ma non abbandonò la sua Psiche fino al giorno della sua morte.
- Bé, alla fine hanno potuto vivere insieme un'intera vita umana. Non è poi così triste la storia, anche se preferivo la versione conosciuta da tutti.
- Non è finita. Il lieto fine c'è. Per centinaia di anni Eros vagò sulla Terra e passò ogni giorno della sua esistenza ad aiutare gli innamorati. Gli angeli Superiori, che non smisero mai di osservarlo, apprezzarono la sua missione e gli concessero la Redenzione. Risalì al Cielo e tornò ad essere un Custode.
- E rivide Psiche in Paradiso? -, domandai commossa dalla bellissima storia.
Scrollò le spalle: - Questo non lo so, principessa.
- Speriamo.
Camminammo per qualche altro minuto quando mi chiamò: - Jessica...
- Sì?
Si fermò e mi fissò dritto negli occhi, penetrandomi con quel suo sguardo magnetico. Capii che stava per dirmi qualcosa di importante e il battito del mio cuore impazzì.
- Io so quanto ti manchi Steve, quanto tu stia soffrendo, anche se hai imparato a nasconderlo, e quanto vorresti ritrovarlo. Volevo ringraziarti perché nonostante tutto questo tu non mi fai mancare attenzioni.
- Oh, Scott -, mormorai - Vorrei poter fare di più per te. Dopo tutto quello che abbiamo passato, finalmente stiamo insieme e anziché vivere la nostra storia spensieratamente, ti sei ritrovato una ragazza depressa.
- No, principessa, non pensarlo. Io sto benissimo con te, ti assicuro che non sento la mancanza di nulla. Sono il ragazzo più felice del mondo da quando ci sei tu nella mia vita. Sei speciale, anzi sei unica e io sono così fortunato ad averti.
- Scott -, pronunciai il suo nome in un sussurro, mi aveva tolto il fiato. Accarezzai il suo viso con entrambe le mani, mentre sentivo le lacrime scendere per l'emozione ed inumidire le mie guance.
- Ti amo -, mormorò ad un sospiro dal mio viso prima di sigillare le nostre labbra con un bacio.
Il mio petto stava per esplodere da quanto il mio cuore batteva forte.
Aveva pronunciato quelle due parole. Erano, appunto, solo parole, ma mi colpirono in un punto così profondo della mia anima che non pensavo nemmeno esistesse.

GUARDIAN 2 - tra Terra e CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora