Occhi negli occhi

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Fotografia
(etimologia della parola)

dal greco φῶςφωτός, luce e -grafia γραϕία, scrittura ovvero "scrittura di/con la luce".

~•~

Se ci si ferma un istante a ragionare su cosa sia una fotografia si può giungere alla conclusione che sia una bugia. Si tratta di un attimo che rimarrà eterno, di una frazione di secondo che dura per sempre. Tutto ciò è un controsenso. Eppure un po' di inchiostro su un foglio di carta lucida ha un tale valore da essere inestimabile. È un ricordo che prende forma. Ma i ricordi restano tali e i momenti non tornano più. Come quella bambina che sorrideva, quella bambina che non c'era più e non sarebbe mai tornata.

- Hai visto che meraviglia? -, chiese dolcemente Letizia. Non mi ero accorata fosse alle mie spalle e sobbalzai. – Oh, scusa non volevo spaventarti.
- Questa foto... -, mormorai.
- L'ho trovata riordinando la camera di Salvatore. C'è un sacco di roba in quella stanza, è un disastro, quell'uomo è davvero disordinato.
- Ce ne sono altre? -, domandai lasciando trasparire il nervosismo nel tono della mia voce.
Letizia scosse la testa. – C'è qualcosa che non va, Jessica?
Il mio respiro era affannato e il cuore martellava nel petto. Perché Salvatore aveva una mia foto da piccola nascosta in camera sua?
Steve subito si accorse che qualcosa non andava. – Che succede? -, domandò un po' preoccupato.
- Devo trovare Salvatore -, dissi senza rispondere.
- Jess, cosa ti prende?
- Dov'è andato? -, domandai a Letizia ignorando Steve.
- Prima parlava di andare a fare un giro per il parco di villa Borghese -, mi rispose scrutandomi confusa.
- Devo andare -, dissi dirigendomi verso la porta.
- Aspetta -, mi bloccò Steve – Vengo anch'io.
Mi raggiunse e mi afferrò le spalle con entrambe le mani prima di abbassarsi un po' per potermi fissare di nuovo negli occhi. - Non so cosa stia succedendo, ma sei sconvolta e io voglio venire con te.
Sentii l'emozione riscaldarmi il petto e un po' del nervoso sparire. Steve stava tornando ad essere il mio migliore amico, colui che era sempre al mio fianco, che non mi abbandonava mai. Io e lui "contro il mondo", come dicevamo sempre.

***

Camminavo veloce guardando solamente dritto di fronte a me. La mia testa era avvolta in un turbinio di pensieri e di domande. Non riuscivo a capire, non riuscivo a trovare una risposta o un perché. Quella foto era ingiallita e un po' spiegazzata, era lì da parecchio tempo. Come aveva fatto ad averla Salvatore? Chi era quell'uomo? Tutto quello che era successo nelle ultime settimane era sembrato tutto un susseguirsi di fortunate coincidenze, forse fin troppo. Fatalità Elena conosceva Salvatore, un uomo che sapeva molte cose sugli angeli e, sempre fatalità, lui abitava a Roma, proprio dove Steve sarebbe dovuto tornare. Forse anche lei c'entrava qualcosa in tutto questo.
Inoltre, in quell'istante balenò nella mia mente la reazione di Salvatore la prima volta che ci eravamo incontrati, il modo in cui mi aveva guardata, la sua espressione incredula e forse un po' preoccupata. No, non poteva essere una fatalità.
Steve mi seguiva senza fiatare, ma percepivo il suo sguardo preoccupato pesare su di me.
Una volta raggiunto il parco chiamai Scott e non appena rispose chiesi bruscamente: - Dove siete?
- In un bar. Principessa, che succede?
Era preoccupato, aveva capito che stava succedendo qualcosa.
- Sono venuta cercarvi nel parco di Villa Borghese. Devo parlare con Salvatore.
- D'accordo, siamo vicini, arriviamo subito, però dimmi cosa c'è. Mi sto preoccupando.
Non lo sapevo nemmeno io cosa stava accadendo o cosa forse era già accaduto, proprio per quel motivo mi trovavo lì.
Non sapendo cosa dire, semplicemente, riattaccai.
- Jess, per favore... -, mi supplicò Steve - Ci stai facendo preoccupare tutti.
- Steve io... Non lo so nemmeno io, okay? Non so perché Salvatore abbia questa foto e nella mia vita ho imparato a prepararmi al peggio.
Estrassi la foto dalla tasca dei jeans e la passai a Steve.
Scrutò la foto con molta attenzione. - Sei tu -, disse dopo alcuni istanti.
Annuii.
- Questi occhioni sono inconfondibili -, commentò con tono dolce.

Occhi.

Fu allora che capii. Mi ci volle un istante, come un lampo che compare squarciando il cielo in una notte buia.
Se nel trovare quella foto mi si era gelato il sangue nelle vene, in quel momento era come se mi si fosse fermato il cuore.
I miei occhi.
I suoi occhi.
Erano la chiave di tutto.
Non serviva altro, non c'era più nulla da capire.
Un'ondata di emozioni contrastanti mi travolse, i pensieri si accavallarono l'uno sull'altro, fu come se uno spillone rovente mi avesse trafitto il cervello. Barcollai.
- Jessica! -, gridò Steve preoccupato correndomi incontro per sorreggermi.
- Non è possibile... -, mormorai.
Tutto iniziò a girare, ormai sapevo riconoscere quella sensazione. Iniziai a scivolare verso terra e dopo un attimo ero svenuta.

GUARDIAN 2 - tra Terra e CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora