Lost Girl

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Maimie

E' una tipica mattinata fredda di Londra. Spesso mi chiedo se smetterà mai di piovere, abito qui ormai da più di 500 anni, ho pochi ricordi di giornate di sole. Forse, quando ero piccolina e mi inoltravo nei giardini di Kensington con mio fratello, era sempre divertente andarci, io e Tony facevamo finta che quello era il nostro reame. Adoravo stare li, tranne nel momento in cui incontrai Pan. I giorni e gli anni passano ma il mio pensiero finisce sempre lì.

-Maimie, vieni. Ti vuole la direttrice- La mia riflessione viene interrotta dalla voce di Anastasia, per tutti la signorina Silvon, che in questi anni è stata la sorella che non ho mai avuto -Scusa, ma non ti posso dire niente, vai e zitta- Mi fa un piccolo sorriso. Sono rinchiusa in questo istituto per bambini orfani, vado in queste strutture da quando ho la maledizione di non crescere mai, ho visto i miei genitori morire, e con loro anche mio fratello, tutte le persone che amavo se ne sono andate e io sono rimasta da sola. Quindi, da sempre mi hanno sbarcato da una famiglia all'altra, ma nessuna famiglia vuole una ragazza di 518 anni che ha l'aspetto di una ragazzazina di 17.

-Ci vado subito- Mi alzo dalla mia brandina e esco per andare in quel ufficio. Cammino con le braccia incrociate, fuori stava diluviando e io avevo solo una camicia da notte di seta, Anastasia mi vuole dare sempre una cosa più pesante, ma è l'unica cosa che mi resta di mia madre, non la leverò mai. Raggiungo l'ufficio, faccio un respiro profondo e busso, la direttrice non era una delle persone più serene e socievoli di questo mondo. -Entra- Sento la sua voce dall'altro lato della porta. -Voleva vedermi, direttrice?-

-Oh si, Siediti Maimie- Faccio come mi è stato chiesto -Allora, siccome  è molto tempo che stai con noi, ormai hai quasi 20 anni- Loro non sapevano la verità -E come è scritto nel regolamento dell'istituto i ragazzi posso restare qui fino ai 18 anni. Abbiamo già fatto un eccezione con te, perchè sappiamo che non riesci a restare in una casa più di tre giorni con il tuo fare da mocciosa- dice con il solito tono di disprezzo -Abbiamo tentato di tutto, ma ora, mia cara, è giunto il tempo che tu vada via- Sgrano gli occhi.

-Ma..come? E..e dove andrò?- Sono sempre stata in questi istituti, ormai li avevo frequentati tutti a Londra.

-Signorina,  non è più affar nostro- Si alza e raggiunge la porta lasciandomi seduta a fissare il vuoto -Hai tempo 24 ore per preparare le tue cose, poi non voglio rivedere più il suo viso per il resto della mia vita- Detto questo esce dalla stanza.  Rimango a bocca aperta con le lacrime che iniziano a rigare il mio viso, metto le mani sulla bocca per non far sentire i miei singhiozzi. -Ma..Maimie, mi dispiace tanto- Dice Anastasia restando sulla soglia della porta. -Ma vedrai che le cose andranno bene, devi solo avere un po' di fede- Annuisco ma non sento una singola parola di quello che dice, è come se fossi in un pallone. Sento la porta chiudersi e mi mi sfogo in un pianto liberatorio. Tutto per colpa sua, maledetto il giorno in cui ho incontrato quell'essere, quell'anima maledetta. Mi ha fatto passare le pene dell'inferno, ha distrutto la mia vita e nessuno se ne rende conto. Ancora devo capire cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo. Odio tutti, odio lui dal più profondo del mio cuore, io odio Peter Pan.

*Angolo Autrice*
Salve a tutti!
Questo è il primo capitolo, il prossimo sarà di Peter! Dalla 3 stagione dì Once upon a time ho amato dal primo istante pan, amavo tutti di lui e questo amore si è sviluppato e mi sono comprata il libro di Peter Pan. All'interno si trovano due libri tra cui quello dove parla di Maime, l'ho trovata molto interessante e mi sono sempre chiesta il pan di once upon a time come avrebbe reagito. E quindi... ecco qui la storia! Spero vi piaccia e la storia vi prometto che non vi deluderà! Ci sono tante cosa da scoprire ancora!

-Pinny

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