Libera

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Maimie

E' notte fonda. Sto scappando dall'istituto, è l'unica soluzione, il giorno dopo sarei comunque andata via ma avrebbero chiamato gli assistenti sociali e avrebbero fatto domande alle quali non avrei saputo rispondere, e vedrebbero che sono registrata in tutte gli istituti della città, quindi , non potevo fare niente. Ho preparato tutte le mie cose, anche se non ho molto, infatti è solo una borsa  con qualche maglietta e vestiti mai messi. La mia compagna di stanza sta dormendo, apro appena la porta, non c'è nemmeno un'anima. Do un'ultima occhiata alla mia stanza, è stata la mia casa da 5 anni ormai, ma  ora è arrivato il momento di andare.

Corro per i corridoi freddi e buii, sono sempre stati così, anche quando fuori c'è il sole e faceva caldo, non mi mancheranno. Sono quasi arrivata alla porta principale dell'istituto, era davvero il mio ultimo momento in quel posto, d'ora in poi ho deciso di non andare più da nessuna parte, meglio per strada che in questa specie di prigione. Metto la mano sulla maniglia quando, all'improvviso, sento dei passi dietro di me, rimango immobile nel buio sperando di non essere vista.

-Ehi, c'è qualcuno?- è frank, il custode dell'istituto, mi ero completamente dimenticata di lui. -So che ci sei, sarò pure un vecchio che non ci vede bene, ma ho un'udito meglio di qualsiasi animale- Sto cercando di trattenere il fiato pur di non fare alcun rumore. Lui incomincia ad allontanarsi, aspetto solo qualche minuto e scappo via.

Corro più veloce che posso, non mi sentivo così viva da anni, troppi anni. Ricordo quando io e e tony correvamo per i giardini, la spensieratezza, le risate, l'innocenza, la felicità, darei tutto per rivivere quei momenti. La luce della luna  illumina la strada, lei è sempre stata la mia migliore amica, ogni notte per 513 anni mi affacciavo alla finestra e parlavo con lei, gli confessavo i miei segreti, paure, emozioni, è l'unica con la quale posso parlare senza essere giudicata, mi teneva compagnie nelle mie notti insonne e ,soprattutto, è l'unica che sa la verità. Per strada non c'è nessun e si gela, io ho sempre la mia camicia da notte, dovevo trovare un posto dove poter passare la notte. Mi fermo vicino ad un fiume, mi incanto a quella vista, tutto questo tempo rinchiusa fra 4 pareti e mi sono persa tutto questo, do un grido liberatorio, finalmente non sono più legata da nessuna catena, ora ero libera. Le stelle, ora è come se le potessi toccare, allungo la mano e le punto verso di loro. Passerò qui la mia prima notta, poi si vedrà. Vado in un vicoletto, non c'èra nessuno, mi appoggio su una panchina e aspetto solo che il sonno venga.

Appena apro i miei occhi vedo che sono ricoperta da foglie, strano.. dove mi ero addormentata non c'erano alberi. Mi alzo ancora stordita dal sonno, ma appena focalizzo dove sono mi rendo conto di non essere più a londra..ma in un isola, quell'isola. -No...non di nuovo.. incomincio a correre veloce, non voglio che mi prende, non voglio essere di nuovo una sua preda. La mia camicia da notte si impiglia tra i rami dei cespugli, maledetta isola! Ricordo quando stavo in questo posto.. tutto all'epoca era cosi meraviglioso, magico..un posto felice, dove tutti vorrebbero essere! Ora, invece, è un inferno. Lo sento, sento che sta venendo e non ho via di scampo. Corro più veloce che posso, sento le risate dei bambini sperduti. Cado inciampando su una roccia, affondo le mani del terreno ma tocco una cosa dura, era il flauto di pan. Alzo lentamente lo sguardo e vedo tutti i bambini sperduti che mi fissano con un sorriso malizioso sul volto. Sento un tocco sulla mia spalla, mi giro e vedo quegli occhi. Era Pan  Ti sono mancato?  Ride  Sei pronta a giocare? Dice ma appena sta per toccarmi do un grido disumano.

Mi alzo di scatto urlando. Ho il fiatone. Era tutto un sogno, lui non c'è, lui è lontano, non può prendermi. Mentre sto rimuginando sul mio incubo sento delle grida sul fondo della strada, sul fiume,  dove stavo ieri sera. Vado per vedere la situazione, ma appena ho incominciato a camminare finisco contro una persona che stava correndo nella mia direzione. finisco a terra insieme a lui. -Oddio, scusami. Ti ho fatto male? Sono desolata- dico mentre lo aiuto ad alzarsi, ma, noto subito che ha le manette ai polsi, era lui il casino che sentivo. Alzo il viso e lo guardo negli occhi, era spaventato, anche io avevo quegli occhi quando mi spostavano da un istituto all'altro, anche lui voleva essere libero -Beh, non ti preoccupare, anche io sono una fuggitiva. Non dirò niente alla polizia ma tu, in cambio, mi devi dare una mano- Alla mia affermazione ride, ma ero seria. Mi avrebbe dato una mano per trovare un posto dove stare o in qualunque altra cosa, almeno potevo contare su qualcuno... anche se ho la minima idea di chi sia, ma sono sola, ne approfitto.

Lost Girl| Peter Pan OuatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora