Eren。
エレンEro in un lago di sangue.
Il sangue che qualche minuto prima scorreva nelle mie vene.
Non so spiegarvi il perché di questo mio atto infantile, so solamente dirvi che la parola che mi descrive di più in questo momento è "confusione".
Non ho problemi tanto gravi in famiglia...cioè, non ne ho una.
Non ho problemi col bullismo o roba simile, anzi, vado d'accordo con tutti.
Non ho nessun tipo di malattia o problemi di salute o economici.
Ho una casa.
Ma non sono felice.
Non sto bene.
In fondo credo di avere un problema.
Mentale.
Non so di preciso quale ma so di averne uno e ciò mi rende una persona sana: ammettere di avere un problema.
Sono apatico, bipolare e "strano"; questo non me lo ha mai detto nessuno, infatti lo dico io, a me stesso. Perché lo so, lo vedo io.
Per questo motivo, la mia mente, che io ritengo "contorta" mi ha portato a "frequentare" una sorta di club per persone malate.
Frequento questa roba da qualche mese oramai.
Nessuno lì dentro mi ritiene una persona "malata", ma neanche "sana"; infondo chi è davvero sano?
È vero, dicono che sono introverso e che faccio fatica e restaurare un rapporto anche solamente visivo.
Vorrei ormai da anni qualcuno che mi completasse.
La perdita della mia famiglia mi ha devastato.
Ho provato a frequentare mia "sorella" ma non ebbe successo. Come immaginavo.
Provai poi a frequentare e conoscere nuove persone ma ho scoperto che sono tutti stronzi e "puttane".
In quel momento il mio volto e il sangue che sporcava il pavimento in marmo del mio bagno, era leggermente illuminato da una scia di luce che proveniva dalla luna; la sua luce oltrepassava quell'immensa finestra fragile che divideva i miei occhi color smeraldo ormai spenti da quel terribile mondo esterno che mi ha ucciso mentalmente.
Non sono mai stato una persona curiosa ma provare nuove esperienze non mi dispiaceva.
Poi però tutta la mia tristezza svanì, in parte. Ero felice grazie a un sito di incontri dove poté conoscere un affascinante ragazzo poco più grande di me. Ci iniziammo a frequentare, anche ora. Va tutto bene, infatti non è lui il problema di questo casino a terra, ma la mia mente contorta che non mi fa sentire in pace con me stesso. È una tempesta, dotata di una malata melodia senza ritmo di una vita piena di tuoni e saette. La mia personalità. Bipolare ma anche apatico. Ecco, sono confuso, non so che altro dire, non riesco a capire me stesso e la cosa mi preoccupa. Il mio sguardo rivolto a terra viene illuminato, oltre alla luna, dallo schermo del mio iPhone accanto a me; anche esso sporco di rosso.
Era una notifica di lui.
Se solo lo sapesse, mi ammazzerebbe.