Desomorfina
« Petra. »
« Levi... » Dice quasi sussurrando cercando di arrivare al mio collo.
Mi allontano subito. Dannata, deve smetterla.
« Eh? » Chiede confusa
« Smettila. »
« Ma Levi...Noi siamo una--- » La interrompo sbraitando
« Coppia di semplici amici, e forse neanche quello. Sei soltanto una fottuta domestica che cerca sempre di farmi stare male ricordandomi della morte della mia famiglia. La devi smettere. Noi non stiamo insieme e non abbiamo confidenza. »
« Tranne quella volta in cui lo abbiamo fatto. »
« So benissimo che è una coglionata. So bene che mi hai ingannato raccontandomi questa storia solo perché ero ubriaco fradicio a causa TUA. » Dico incazzato
« Si ma tu mi avevi promesso che saremo stati insieme per sempre e che tra noi non ci dovevano essere segreti. »
« Questo lo hai detto solo tu e sai molto bene che non sono stato d'accordo. »
« Levi...chi era quel ragazzo? »
« Non osare toccarlo. E comunque non sono affari tuoi. »
« Ma... »
« Ma un cazzo Petra! Solo perché mio padre non ti ha lasciato dormire per strada non vuol dire che abbia il suo stesso carattere e che tu possa aggrapparti a me solo per qualche spicciolo in più che cercavi di rubare; anche perché io non sono come mio padre e non ho soldi da darti. Ti lascio vivere qua solamente perché sei rimasta in debito con la mia famiglia. Non hai un passato duro alle spalle e di sicuro non puoi permetterti di entrare nella mia vita privata. » Quasi grido sfogliando innervosito un quaderno di disegni che conservo sempre in un cassetto.
« Rivaille Ackerman, sei solo un bambino viziato. Ecco la tua vera natura; povero Eren. »
Dopo aver pronunciato il suo nome Petra chiude violentemente la porta della mia stanza.
Io...Io non sono un mostro; non sono così. Io sono sano e stabile.
Se lo meritava in fondo.
Provo un immenso odio verso quella donna da quando ha cercato di rubare i soldi a mio padre e di non donare nemmeno uno spicciolo o una carezza nei miei periodi di malanno o quelli di mia madre.
è sempre stata un'approfittatrice.