Mi ha tormentato per metà nottata e tutto il giorno con le solite esclamazioni sulla grandiosità della festa. Sono le 18.15 e tra poco più di un'ora dovremmo essere già a destinazione (cosa a mio parere improbabile perchè Clara deve ancora fare la doccia). <<Clara si sta facendo tardi, và a prepararti se vuoi arrivare puntuale>> le urlo dalla cucina. Come risposta ricevo un grido soffocato che dice: "Ancora dieci minuti". L'orologio da polso punta le 18.55 e Clara dorme ancora. La troppa euforia le ha dato alla testa, provocandole sonnolenza. Devo svegliarla assolutamente altrimenti arriveremo in stra-ritardo. Entro in stanza e Clara ancora dorme e russa un pochetto. Inizio a scuoterla. <<Amore svegliati, è tardissimo>> Le sussurro per farla svegliare. La delicatezza che ho usato, però risulta inutile perchè si alza di scatto e lancia un urlo. <<Che ore sono Gabriele? Non fare i tuoi soliti scherzetti>>
<<Sono le 19, alzati e preparati!>> L'ho detto e quando le punte delle orecchie di Clara diventano viola mi alzo dal letto e corro in cucina, schivando una cuscinata.
<<Ti odio Gabriele, avresti potuto anche svegliarmi prima>> Le sue grida si fanno sempre più acute e vicine. Capisco che sta venendo in cucina e mi preparo al peggio.
<<Sei un idiota, lo sai vero? Qualche giorno io ti...>>
Basta, i miei nervi sono così tesi che temo di esplodere come un uragano. Conta fino a dieci, mi ripeto, ma i rimproveri di Clara stanno iniziando ad innervosirmi.
<<Qualche giorno tu? Che vuoi fare per completare questa messa in scena? Mi vuoi lasciare un'altra volta? Fallo ma non tornare più. E comunque ho cercato di svegliarti e tu hai opposto resistenza. Ti aspetto giù>> Così, come un pinguino scendo giù.
<<M-ma.. Vaffanculo Gabriele>> Urla contro la porta chiusa.
19.30
Siamo per strada da cinque minuti e nessuno dei due ha voluto rivolgere la parola all'altro. Altri cinque minuti dopo apro bocca solo per ricordarmi il nome della via in cui si trova la villa e per tutto il tragitto non parliamo più.
Nel buio, un'imponente costruzione in mattoni ci indica che siamo arrivati a destinazione. Ad accoglierci è un domestico in smoking che ci indica dove parcheggiare l'auto. Solo il parcheggio è abbastanza spazioso quanto un centro commerciale. Noto la bocca aperta di Clara per lo stupore e mi rendo conto di starla perdendo. Non è più la Clara che ama le cose semplici.
Un'altro signore ci scorta fino alla porta d'ingresso e uno sfavillio di oro e argento mi abbaglia. Grossi lampadari di cristalli pendono dal soffitto, facendo arrivare i loro bagliori fino a fuori, sulla superficie cristallina della piscina. Ragazze ben vestite e eccessivamente improfumate stanno a braccetto con i loro cavalieri vestiti come me. Secondo i miei gusti è un pò un'esagerazione. Se ora festeggia il diciottesimo compleanno così, quando si sposerà inviterà tutta l'America. Se ha i soldi che li spenda pure, ma al mondo c'è gente che per guadagnare mezzo centesimo di tutto ciò si spacca la schiena in due sotto al sole, talvolta non riuscendo ad arrivare a fine mese. E' denaro gettato al vento. Potrebbe, per esempio, ogni mese versare una certa quota in beneficenza e mettersi una mano sulla coscienza. Tralasciando perdere questi pensieri, improvvisamente la sala tace e quattro uomini in fondo alla scala principale iniziano a muovere l'archetto del loro violino, producendo una smielata melodia. <<Hai visto che bello che è?>> mi sussurra Clara, cercando di mettersi in punte per guardare la festeggiata che scende dalla scalinata. <<Secondo me è un'esagerazione! Ma poi dove l'hai conosciuta tu questa Vanessa?>> Le chiedo sempre con un tono di voce tenue. <<Shh! Guarda che bel vestito!>> La ragazza è arrivata alla base dei gradini e con un microfono ringrazia tutti di aver accettato il suo invito. I soldi spesi per l'invito saranno sicuramente uguali a quelli che spenderò io per organizzare tutta la mia festa. Ci sono più di duecento invitati e ogni invito è ben elaborato e dall'aspetto abbastanza costoso.
La festa a cui Clara era entusiasta di partecipare si rivela un'autentica noia. Nemmeno la traccia di musica disco, solo classica e poi il menù... che orrore. Tonno marinato, salmone al vapore, vellutata di moscardini, zucca ripiena ai gamberi, tartine di patè e flute di champagne e vini pregiati. A differenza di Clara che ha elegantemente divorato tutto, io ho solo sgranocchiato due grissini da aperitivo. Ho lo stomaco che brontola e Clara non ha intenzione di andar via. E' anche abbastanza tardi se calcoliamo che sono le due di notte e ancora mancano la torta e l'apertura dei regali. Lara e Rich hanno tagliato la corda circa mezz'oretta fa e l'unica gioia di questa serata è stata la notizia che ci hanno dato. Rich è stato accettato dallo zio e nutre nei suoi confronti una gran simpatia. Normalmente potrebbe sembrare una cosa priva di valore, ma conoscendo mio zio posso dire che ne ha eccome.
<<Amore ho sonno. Che ne dici di andar via?>>
<<Ma sei pazzo? Non ha ancora aperto i regali e non ha fatto il taglio della torta!>>
<<Bastaa! Sono arcistufo di te e delle tue feste mondane del cazzo>> Alla parolaccia, un suono di stupore collettivo si levò per tutto l'enorme salone.
<<Queste feste ti danno alla testa, questo lusso e quest'esagerazione. E' davvero troppo per me e tu ti ostini a non capire. Non sei più la Clara di sempre e mi fai venire il voltastomaco, hai capito? Se vuoi aspettare lo spacchettamento di quel cazzo di profumo fa pure, ma io vado a casa a dormire>>
Mi volto ed esco in giardino, udendo il vocio dei pettegolezzi di quella gente mondana. All'improvviso, quando sto scendendo gli ultimi gradini, la voce alterata di Clara alle mie spalle mi fa voltare.
<<Se sei così stanco, vai a casa ma non nella mia. Gabriele è finita, buona fortuna>>
Si volta e ritorna in quell'ambiente che non le si addice minimamente.
Angolo dell'autore:
Ciao a tutti ragazzi.
Aggiorno dopo una settimana perchè non ho avuto tempo per farlo. La storia sta continuando per il verso storto e nei prossimi capitoli ci saranno delle svolte definitive. Al prossimo capitolo e se questo vi è piaciuto lasciate una stellina.
P.S Scusate se ci sono errori, li correggerò... ( non credo ce ne siano)
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Quei 91 giorni #Wattys2017
Любовные романыGabriele, sedicenne italiano decide di trascorrere le vacanze estive dagli zii, a New York. Qui fa la conoscenza di Clara, una ragazza italiana di diciotto anni per la quale perde la testa. Tutto va avanti per ben novanta giorni anche se con qualche...