[Ci sono momenti in cui tutto va bene. Non abbiate paura, non durerà.]
(Jules Renard)Non avevo dubbi sul fatto che lo zio mi avrebbe accolto a casa sua e, tra le pareti di quella che era stata la mia camera per un mese e mezzo, restai sveglio tutta la notte. Alle prime luci dell'alba, la mia scelta aveva basi fondate ed ero irremovibile: sarei tornato in Italia. Dopo aver lasciato la festa sono andato nel loft di Clara e ho riempito le borse con le mie cose, lasciando la mia copia delle chiavi sullo zerbino. Dato che è molto presto ed il sole sta per sorgere quasi del tutto, decido di portarmi avanti con il lavoro e inizio a preparare la valigia. Prenoto su internet il primo volo, che risulta essere in tardo pomeriggio e mi preparo per la colazione. L'odore di pancackes allo sciroppo di zia Nicole mi fa tornare bambino e mi mette un pò di nostalgia e pentimento. Forse mi sono pentito di averli abbandonati, quando inizialmente ero venuto a New York principalmente per stare con loro. Avevo sprecato un mese e mezzo della mia estate dietro una ragazzina viziata che non apprezza niente della vita e che preferisce trascorrere una giornata con amiche ultra milionarie, anzichè una serata al cinema con il proprio ragazzo. La mia ragazza deve essere semplice, bella dentro e fuori e che apprezzi i piccoli gesti. La cosa più preziosa che possiedo è il mio motorino in Italia e se Clara si era messa in testa che avessi ville con piscine e auto sportive a volontà, si sbagliava di brutto.
<<Buongiorno zia, questa è l'ultima colazione che farò qui con voi. Stasera stessa parto per Roma!>> Decido di dirle tutto subito, per evitare fraintendimenti. Alla notizia, le cade un mestolo di impasto per pancackes per terra.
<<Perchè questa decisione? Non ti piace più stare qui? Hai dei problemi con qualcuno? Sai che sono una seconda mamma per te>> Zia Nicole ha gli occhi lucidi.
<<No, nulla di tutto ciò. Qui è stupendo, non ho problemi con nessuno e si, lo so che potrò sempre contare su di te. Vado via perchè le cose tra me e Clara stanno andando male già da un bel pò di tempo e ieri sera mi ha lasciato!>>
<<Oh Dio mio e chi se l'aspettava da una come lei? La ricordo da bambina ed era si monella ma non... sono senza parole Gabriele. Mi dispiace tantissimo. Però, non credo sia un motivo valido per andar via.>>
<<Zia, io invece credo che ho rimandato fin troppe volte questo viaggio e comunque spero che l'anno prossimo mi accoglierete lo stesso!>> Cerco di sorridere e la zia mi mette davanti un piatto con tre pancackes, due salsicce e un uovo fritto.
<<Questo si che è cibo, no quel pesce crudo dovunque!>>
<<Pesce crudo?>> Mi chiede perplessa la zia, dando un morso alla sua salsiccia bruciacchiata.
* * *
<<Gabriele rimani. Ti giuro che domani le strappo di testa quei peli arancioni che ha e glieli faccio mangiare tutti d'un fiato, ma resta!>> Da quando Lara è venuta a sapere della notizia è poggiata allo stipite della porta, cercando invano di convincermi a rimanere.
<<Cuginetta prima o poi questo momento doveva arrivare e poi potresti sempre raggiungermi tu a Roma per concludere le vacanze estive insieme>>
<<Questo momento sarebbe dovuto arrivare verso la fine di quest'estate e ancora siamo a metà luglio. Se hai imparato a contare, fatti un pò il conto dei giorni che rimangono ancora>>
<<Lara te l'ho detto, vado via. Non riesco a stare un momento in più nella stessa città di una persona così povera dentro e così meschina!>>
Lara fa di tutto per convincermi. Addirittura mi ha cucinato una frittata di cipolle e patate ( la mia preferita) e me le ha portate su in camera. Non erano niente male, ma non erano servite a farmi cambiare idea. Sarei partito, punto e basta.
Per tutto il pomeriggio non ho notizie di Clara e onestamente è meglio così. Chiudo la valigia e scendo giù in soggiorno, dove ci sono gli zii ( zia Nicole in lacrime), Lara e per mio stupore anche Rich.
<<Ehi amico, se passi da queste parti io ci sono sempre per te!>> Mi dice Rich, dandomi una pacca affettuosa sulla spalla.
<<Lo so.>> Mi volto verso la zia e mi si forma un groppo in gola. <<Zia, non sto andando a morire. Ci sentiremo sempre su skipe ogni domenica e ci rivedremo presto>> Poggio la valigia e la abbraccio. E' proprio la mia seconda mamma.
Vedendo tutti ingiubottati capisco che mi vogliono accompagnare in aereoporto e quando prov a parlare, qualcuno mi fulmina con lo sguardo e con la parola.
<<Non mi dite che volete accompagnarmi.. Davvero non c'è bisogno, prenderò un taxi>>
<<Senti, già è tanto che ti sto lasciando andare. Quindi taci e sali in macchina>> La determinazione di Lara anche in questi momenti tristi mi rende fiero della mia famiglia.
Mezz'ora dopo arriviamo in aereoporto e tra saluti strappalacrime, riesco finalmente a imbarcarmi sul volo. Quando la voce di una donna ci avverte che l'aereo sta per decollare, mi allaccio la cintura di sicurezza e penso che sta per iniziare un nuovo capitolo della mia vita. Un nuovo capitolo senza una persona.
C'erano tutti tranne lei. Forse non sapeva della mia partenza e se lo avesse saputo, non credo sarebbe venuta.
Guardo fuori dall'oblò e mi faccio convinto che New York resterà solo un vago ricordo.
ADDIO N.Y.
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Quei 91 giorni #Wattys2017
RomanceGabriele, sedicenne italiano decide di trascorrere le vacanze estive dagli zii, a New York. Qui fa la conoscenza di Clara, una ragazza italiana di diciotto anni per la quale perde la testa. Tutto va avanti per ben novanta giorni anche se con qualche...