[Questo capitolo è narrato dal punto di vista di Clara. Leggendo scoprirete il motivo.]
"Mi hai fatto provare sensazioni più forti dell'ultima volta in cui l'abbiamo fatto. Questo è un punto a tuo favore, ma stavolta me la pagherai cara ,caro il mio Gabriele"- mi ripete la vocina della mia coscienza, mentre infilo le mie dita tra i suoi capelli arruffati dal sonno. E' qualcosa di indescrivibile, mi sento viva. Una parte di me, mi supplica di aver pietà del suo scherzo infelice e l'altra ha sete di vendetta. Devo però ammettere che è stato il primo ragazzo ad essere riuscito a burlarsi di me e ciò mi fa innamorare, giorno dopo giorno sempre più di lui. E' un coglione patentato, questo si sa e credo di starlo diventando pure io a furia di stargli appiccicata. Gli prendo le grandi mani, a tratti callose e me le poggio sulla guancia, chiudendo gli occhi. Il suo tocco è inconfondibile e rassicurante. Non posso ancora credere come io, ex bad girl, mi sia innamorata di un ragazzo qualunque e per giunta più piccolo di me. E' appena sorta l'alba e prima di staccare lo sguardo dalle sue labbra carnose, leggermente aperte, le assaporo con un bacio furtivo ed esco da sotto le lenzuola. Non essere più avvinghiata tra le sue braccia muscolose e non sentire il suo petto sollevarsi e abbassarsi coordinato, mi dà la sensazione di non essere protetta. Lo guardo un'ultima volta prima di andare in cucina. Spalanco la finestra e me ne pento subito dopo, quando un'ondata di vento glaciale mi fa venire i brividi. E' davvero sconcertante la temperatura a New York. Un giorno c'è il sole e l'altro piove a dirotto. Chiudo la finestra, le tendine di legno e un senso di nostalgia mi prende dritto al cuore. Mi manca quando ero in Italia, mi manca il clima mite anche nella stagione invernale, la mia vecchia scuola e tutto. All'età di nove anni, insieme ai miei genitori siamo dovuti venire qui in America, in cerca di lavoro. Così, ci siamo sistemati qui, mio padre ha trovato lavoro e io sono diventata ciò che sono. Inizialmente, la mia vita era monotona ed è cambiata quando conobbi Lara, la mia vera e prima migliore amica. Scoprii che anche lei era italiana e che si trovava lì per il mio stesso motivo. Accomunate dalla stessa storia, eravamo inseparabili e passavamo giorni interi a spiare i profili dei ragazzi più popolari del liceo, mangiando pop-corn e schifezze varie. Dato un calcio a questo momentino nostalgico, decido di preparare la colazione al mio amore, prima di passare alla mia vendetta. Deve passare del tempo, in modo da coglierlo alla sprovvista. La vendetta è un piatto che va servito freddo ed ho intenzione di farla congelare, per essere ancora più crudele. Bruciacchio i bordi di due toast, su cui spalmo del burro e un sottile strato di miele e riscaldo una tazza di latte macchiato da una tazzina di caffè amaro. Prima di avere davanti gli occhi la colazione completa, butto nell'immondizia mezzo pacchetto di toast troppo cotti e un coltello senza manico. Sono certa che il tutto si sia freddato e che Gabriele si sia svegliato. Lo capisco dal rumore dell'acqua della vasca da bagno. Sta facendo la solita doccia mattutina. Odio questo suo lato troppo perfettino. Arriva anche a fare tre docce al giorno e poi quel ciuffo.. una vera ossessione. Credo che un giorno di questi, a furia di imbrattarli di lacca e gel, gli cadranno. L'idea di un Gabriele calvo mi fa sorridere e mi precipito in camera, per posare il vassoio sul suo comodino. Poggio il vassoio e alla sprovvista, gli stessi bicipiti che mi avvolgevano stanotte, - però bagnati- mi stringono da dietro. Trattengo il fiato e quando faccio per voltarmi, qualcosa in basso mi sfiora la pelle nuda, facendomi avvampare in viso.
<< Gabriele, se non sposti quel tuo amichetto dalle mie cosce, te lo faccio cadere a colpi di seghetto elettrico>> dico e mi stranisco del tono che assume la mia voce. Roco e da far venire i brividi.
<< La mia bimba killer. Meglio allontanarci allora, altrimenti poi la bimba killer come farà senza di noi?>> dice, guardando un punto sotto l'addome.
<< Schifoso>> gli dico ma dentro di me rido a crepapelle.
<< Ah, la bimba killer si è addolcita un pò o ha intenzione di avvelenarmi?>>
<< Fai ciò che vuoi. Se la colazione non ti piace, gettala pure via tanto oramai ti stai divertendo a prenderti gioco di me, vero?>> gli dico scherzosa.
Fa una smorfia con il viso e si avvicina a me. Mi afferra per i polsi e mi getta sul letto stropicciato, mettendosi a cavalcioni su di me. Avvicina anche il suo volto al mio ed elimina la distanza tra le nostre labbra. I suoi occhi ardono di desiderio e il mio corpo avverte piccoli brividi di piacere ogni qualvolta le sue mani esplorano il mio corpo. << La colazione non sarà di mio gradimento, ma tu sicuramente si. Potrei condividere con chiunque quei due toast, ma non condividerei per niente al mondo te. Sei mia, piccola baby killer>> mi sussurra all'orecchio.
Mi libero dalla sua presa e inventando la scusa di andare in bagno per prepararmi, lo abbandono sdraiato sul letto. Sarà andato su tutte le furie perchè non ama essere rifiutato ma ci farà l'abitudine. Un colpo di genio mi viene in mente e prima di uscire dalla stanza mi volto e lo guardo. Dopo istanti di silenzio, mi decido a parlare.
<< Mangia tutta la colazione, altrimenti il mio seghetto elettrico agirà seriamente>> gli dico, sogghignando fiera dello sguardo di sorpresa e terrore che si stampa sul volto di Gabriele.
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Quei 91 giorni #Wattys2017
RomanceGabriele, sedicenne italiano decide di trascorrere le vacanze estive dagli zii, a New York. Qui fa la conoscenza di Clara, una ragazza italiana di diciotto anni per la quale perde la testa. Tutto va avanti per ben novanta giorni anche se con qualche...