Undici minuti

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 Le otto di un giovedì mattina piovoso.

Il rumore della pioggia copriva la musica alla radio.

Vera osservava i cartelli autostradali scorrere. Aveva passato la notte in bianco. Le domande su Tamara erano davvero troppe.

Il Capitano azionò i tergicristalli. Il loro ticchettio scosse Vera. Sbadigliò.

«Chissà come lo ha saputo...», mormorò tra sé.

«Come dice, Vera?»

«Ragionavo con me stessa... Come faceva Tamara a sapere che alloggiavo al Belvedere?»

«Mmm.»

Pagarono il pedaggio.

Si concessero un caffè a una stazione di servizio.

Ripresero il viaggio sotto la pioggia che aumentava.

«Come vuole muoversi una volta arrivati a Genova?»

«Voglio sentire prima il padre. Ho fatto qualche ricerca. Abita in Via Assarotti... Sa arrivarci lei, vero?»

«Certo... però è strano.»

«Strano?»

«Il padre abita in Via Assarotti... l'ombrellone di carta nella borsetta dice che la ragazza è stata al Miglior Sapore.»

«Allora?»

«Il locale è dall'altra parte della città... insomma, in quella via ci sono molti altri locali... perché ha scelto proprio quello?»

«Una cosa alla volta.»

Arrivarono a Genova.

Penetrarono a rilento nel centro trafficato.

Giunsero in Via Assarotti intorno alle dieci.

Parcheggiarono di fronte a una villetta in fondo alla via.

Il Capitano verificò il numero civico che si era annotato.

«È questa.»

Il cancelletto del giardino si aprì cigolando.

Il Capitano bussò alla porta. «Signor Neri?»

Non arrivò nessuno ad aprire.

«Signor Neri?»

Vera sbirciò dalla finestra, e scorse una figura di spalle, seduta sulla poltrona.

«È in casa, Capitano.»

«Signor Neri, apra. Carabinieri.»

Silenzio.

«Stiamo entrando, signor Neri.»

Dentro storsero entrambi il naso al cattivo odore.

Varcarono il soggiorno. L'uomo era seduto sulla poltrona. Non si muoveva. Capo chino in avanti. Volto cianotico.

Si avvicinarono.

Il tipo teneva un bicchiere in una mano. Conteneva due dita di liquido marrone. Whisky, giudicò Vera dall'aroma.

Il Capitano gli provò il polso. Scambiò uno sguardo con Vera.

«É morto.»

«Guardi la mano, appoggiata al petto... Forse un infarto.»

Un'ambulanza arrivò a sirene spente.

I volontari caricarono e portarono via il corpo del defunto.

Trovami, Vera.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora