La faccia di pietra

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 La Punto sfrecciava veloce sull'autostrada.

«Gli abitanti che vengono avvelenati... Roba da non credere.» Il Capitano superò un lungo tir e rientrò nella corsia centrale.

«Non ha senso...», bisbigliò Vera.

«Certo che non ha senso.»

«Non intendevo quello, Capitano... insomma, se non fosse stata sicura, Tamara non sarebbe mai andata da un avvocato... per quello dico che non ha senso.»

«Lei crede davvero che...»

«Non credo a nulla... Ascolto, osservo, e cerco di trovare un nesso, Capitano.»

«Mettiamo pure che Tamara abbia ragione... come verremmo avvelenati?!»

«Non so. Bisogna andare in quella grotta sulla sponda opposta del lago.»

Il Capitano trasse un profondo respiro. «Avvelenamenti. Sfere di luci... Dove andremo a finire, dico io...»

Vera si irrigidì.

Alla mattina e alla sera... Sfere di luce... Avvelenamenti...

«Cibo, Capitano.»

«Ha fame?»

«Intendo dire, le persone alla mattina fanno colazione... la sera cenano... il cibo.»

«Che diavolo sta...»

«Sto dicendo che forse c'è qualcosa nel cibo.»

«Qualcosa in che senso?!»

«Veleno, forse. Che causa allucinazioni. Forse le sfere di luce sono allucinazioni perché mangiamo cibo avvelenato...»

Il Capitano trattenne un sorriso. «Mi scusi, anche a pranzo si mangia... se fosse vera la sua ipotesi, perché le sfere si vedono solo in quelle due fasce orarie?!»

«Forse perché alla mattina e alla sera mangiamo qualcosa in particolare.»

«Latte, caffè, biscotti... carne, pasta, torte, amari... si rende conto che potrebbe essere qualsiasi cosa?»

«Ha dimenticato un prodotto. Un prodotto che a Miniera va a ruba.»

«Sarebbe?»

«Il miele.»

Il Campanile di Miniera segnava la una di pomeriggio.

La Punto oltrepassò il centro.

Si fermò di fronte all'abitazione dei Neri.

Vera e il Capitano si preparano psicologicamente a affrontare di nuovo la madre di Tamara.

Gemma si presentò da loro piangendo. La sigaretta le tremava in bocca.

Rimasero a discutere sull'ingresso.

Il Capitano tolse il cappello. «Gemma, sentite condoglianze per tuo marito.»

«Ex marito», asciugandosi gli occhi.

«So che non è un buon momento, ma... sappiamo che Tamara ha chiamato suo padre sabato notte, pochi minuti prima che il suo orologio si rompesse.»

«Non ne so nulla.»

«Signora», Vera, morbida. «Se continua a mentirci noi non la possiamo aiutare.»

La donna la guardò di sbieco. «Non sto mentendo.»

Il Capitano scosse il capo. «Gemma, finiscila... cosa nascondi? Dov'è Tamara?»

Trovami, Vera.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora