15.

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Brendan

Sono le sette e selena non è tornata per cena. Potrei anche pensare che cena insieme alla sua famiglia se solo non avesse il cellulare spento. L'avrò chiamata almeno trenta volte, se non di più, assieme a tutti i messaggi lasciati in segreteria.

L'ansia mi sta divorando e la preoccupazione che le sia successo qualcosa è davvero alta. Solo ora si accende una lampadina dentro la mia testa e comincio a capire cosa potrebbe esserle successo, cazzo! sapevo che dovevo accompagnarla. In meno di dieci secondi sono alla porta, prendo il mazzo di chiavi e indosso la giacca di pelle. Esco di casa e chiudo la porta a chiave. Scendo un solo piano e busso ripetute volte alla porta di Nash.

"Cazzo", impreco sulla porta continuando a suonare il campanello.
Finalmente la porta si apre e Nash sbuca con un asciugamano attorno alla vita, i capelli umidi e le gocce d'acqua sul corpo ancora bagnato.

"Amico, calma ch-" comincia.
"Non ho tempo per spiegare, rintraccia subito questo codice." Accendo subito il cellulare e gli mostro il codice a cui sono interessato.

"Ma perché, che succede?" Domanda frettoloso
"Selene è scomparsa da ore e non risponde al cellulare."
In silenzio, mi guarda negli occhi e comincia a pensare la stessa cosa a cui penso io.
Annuisce e si mette al lavoro al computer.

Comincia a passare le mani velocemente sulla tastiera e fa cose di cui sinceramente, non capisco assolutamente un cazzo.

Cammino circolamente nella stanza in attesa, l'ansia aumenta e comincio a pensare al peggio. Che diavolo le avrà fatto? Cosa vuole ancora? Ho pagato tutti i miei debiti, dal primo al ultimo.

"Eccolo!" Urla Nash alzandosi in piedi.
"Tra il Midway e Night Street." Fa lui
Indicando la mappa sullo schermo.
"Proprio qui: in questo locale."
Osservo bene il luogo in cui sono diretto e in pochi secondi sono alla porta.

"Cam, vengo con te."
Non se ne parla, mi fa perdere tempo, deve ancora vestirsi.
"Me la cavo." Continuo aprendo la porta.
In tanti lui ha già finito di infilarsi i vestiti comprese scarpe.

"Su, andiamo con la mia macchina" chiudo veloce la porta e corro verso l'ascensore.
L'attesa è breve, ma a me sembra comunque un'eternità.
Continuo a torturare i pollici mordicchiando le pellicine ai bordi delle unghie, in attesa che questo buco si apra.

Seguito da Nash esco dal palazzo e entro in macchina facendo partire il motore, metto la cintura e in pochi minuti esco dal parcheggio.
Vedo le strade di San Diego scorrere velocemente dai finestrini, ingonoro i semafori mentre Nash continua a rimproverarmi per la velocità a cui sto guidando.
Ma perché me lo sono portato dietro?
Continua solo a distrarmi e infastidirmi, nonostante sia il mio migliore amico.
Arriviamo a destinazione e facciamo presto il nostro ingresso nel locale.

Madison

Apro leggermente non riuscendo a tenerli aperti per più di un istante.
Le mie narici sono invase da un odore
Fastidioso di urina.
Il muro di pietra su cui sono poggiata è gelido, la stanza è piena di bottiglie di vino o birre riposte su scaffali alti contro le pareti.
Potrebbe sembrare la taverna di un vecchio bar.

Un brivido mi percorre il corpo e solo ora mi accorgo di non avere i vestiti addosso.
Sono confusa, tutto gira attorno a me e non capisco cosa mi abbiano fatto.

Una figura maschile, alto e grosso, con un leggero accenno di barba che mi fa intuire che abbia una trentina di anni,
mi viene in contro barcollando, si abbassa i pantaloni e tira fuori la sua lunghezza. Intimorita cerco di gridare  ma invando, dato che ce una benda a racchiudere il fiato e le mie urla.
Cerco di liberarmi dalle corde che legano le mie mani e le braccia ma non riesco a causa della pressione con cui sono state prese.

Lo sconosciuto mia allarga le gambe contro la mia volontà e comincia a farsi spazio fra loro.
Si infila dentro di me e spinge dentro, spinge e io non guardo, mi fa schifo e male, tanto male.

Sento la l'odore fastidioso di alcol che lasciava il suo fiato. La smorfia che aveva in faccia mi faceva schifo e avrei tanto voluto non aver oltrepassato la porta di casa.
Le sue mani percorrono tutto il mio corpo, seno, gambe, collo e schiena.

Luride, quelle luride mani cominciano a tirarmi pugni e schiaffi ovunque mentre le sue spinte diventano più forti e violente, le mie urla più soffocate e i suoi gemiti sempre più rumorosi.

La cosa che mi fa più schifo è che pur non volendo sono venuta,
è riuscito ad abusare di me e mi sento uno schifo, tento di oppormi ma mi viene difficile con queste corde.

Fa girare il mio corpo e abusa anche della mia parte posteriore mettendosi dietro di me.

Temo che se continua a momenti svengo.
Va avanti così con schiaffi e pugni e solo ora mi accorgo che in qualche modo mi ha già fatto male anche prima che io mi svegliassi.

Quando sento un gemito più forte rigira il mio corpo e riprende a fare la stessa cosa nuovamente con il mio organo frontale.

Cerco di urlare e richiudere le gambe invano.
Quanto disgusto provo, per lui che ha osato fare tutto questo e per me, d'ora in poi.
Non voglio vivere con le impronte di qualcuno che ha abusato di me.

Le lacrime cominciano a colare, le grida soffocate da quella misera benda, mi sento così debole.
Sento il rumore di alcuni pugni o calci contro la porta di legno davanti a me.

Il verme davanti a me si alza e cammina verso la porta, cercando invano di tenerla chiusa, perché prima che lui ci riesca quest'ultima cade a terra ridotta in mille pezzi.

Un miraggio, la salvezza.
Brendan e Nash attraversano in fretta la porta e sferrano la mascella del uomo con pugni, lui cerca di colpire Brendan ma non ci riesce e cade a terra.
Nash afferra una delle tante bottiglie riposte negli scaffali e la spacca in testa al porco.

Quando Nash mi guarda rimane senza fiato e "Oh dannazione..."
Scioccato dallimaggine davanti a lui.

Brendan si toglie la giacca e la lunga camicia a quadri che indossa e mi viene in contro.

Con un espressione sconvolta mi libera dalle corde che ormai hanno creato lividi intorno ai miei polsi e caviglie per poi sfilare la fascia che ricopriva una benda di nastro adesivo sopra le mie labbra.

Finalmente respiro.
Mi fa indossare la camicia che arriva alle mie ginocchia e mi posa la giacca sulle spalle.
Scoppio in un pianto isterico e cerco un po' di conforto tra le calde braccia di Brendan.

"Nash vai ad aprire la macchina, passo dal retro del locale per non dare nell'occhio".

Ordina prendendomi in braccio ponendo un braccio sotto le mie gambe e uno dietro la mia schiena.
Percorre la porta del retro e intravedo la sua macchina in lontananza, presto la raggiungiamo e mi sistema nei sedili posteriori.

Come andrò avanti ora?
Non era così che doveva andare, non sarò mai capace ad andare avanti con un peso tale.

Eccomi qui!
Come state? Spero bene.
Io tutto a posto.
Sono tornata con questo nuovo capitolo dopo diverso tempo... Sono stata molto assente, lo so e mi dispiace molto.
Spero che con questo capitolo riesca a farvi diventare un po' più attivi. Ora che la storia sta prendendo una trama più interessante penso che sia più intigrante.
Continuerò ad aggiornare, vi saluto.

-Andry🖤

My Personal Drug| L'inizio Di Un Amore Tossico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora