Capitolo 21

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Viaggiare

Non le era mai piaciuto farlo da sola, soprattutto in aereo.

Non che avesse paura, ma le piaceva l'idea di avere al suo fianco una persona conosciuta, invece di uno sconosciuto, che avrebbe reso il suo volo un incubo.

Proprio come in quel momento: al suo fianco c'era seduta una vecchia signora, che dopo aver trascorso l'ultima mezz'ora a lamentarsi per la scomodità dei sedili, dopo averla riempita di domande, alle quali lei aveva evitato di rispondere, dormiva beatamente, facendo degli stranissimi versi, che le impedivano di riposare. La fissò per qualche attimo, chiedendosi cosa potesse fare una donna del genere nella sua vita.

Chiuse gli occhi, appoggiandosi allo schienale, cercando di lasciarsi trasportare dai pensieri. Appellandosi a quei rumorosissimi pensieri per coprire altri rumori, ancora più fastidiosi.

L'immagine di Yuri che la scrutava, che la stringeva a sé, senza dire nulla, accogliendo il suo sfogo, le scaldò il cuore, facendolo battere forte. Stretta tra le sue braccia, aveva dato sfogo a quei sentimenti che per anni aveva chiuso nel suo cuore, impedendosi di dar loro vita. Si era munita di una spessissima corazza perché l'idea di soffrire per la sua assenza, le faceva rabbia.

Molte volte si era rimproverata di non riuscire a dare fiducia agli altri, molte volte si era ritrovata a dubitare di Nelly e del loro rapporto, molte volte era stata restia a confidarsi con lei, incurante dei suoi sentimenti.

Nelly aveva qualche anno più di lei e aveva un modo tutto suo di vivere la sua vita, rispettando dei principi che lei a volte faticava a comprendere, ma nonostante tutto, procedendo in punta di piedi, era riuscita a scalfire quella corazza, portandola a fidarsi di lei.

-Ehi finalmente!-

-Ti disturbo?-

-Ma figurati! Sai da quando stavo aspettando una tua chiamata?-

-Non dovresti essere in ufficio a quest'ora?- chiese, guardando la sveglia sulla sua scrivania: conosceva bene Nelly e sapeva i suoi orari.

-Nessun caso può impedirmi di ascoltarti quando hai bisogno di sfogarti, soprattutto se si tratta di sfoghi hard e ricchi di dettagli-

-Almeno sei nel tuo ufficio?-

-In effetti sono ancora in sala riunione-

-Cavolo Nelly!- protestò, avvertendo d'improvviso le guance diventare calde per la vergogna. Non era la prima vota che la sua amica la metteva in una situazione del genere.

-Miki rilassati non possono sentirti-

Non le sfuggì la risata che aveva cercato di mascherare tra le sue parole. Alzò gli occhi al cielo, rassegnata al modo di agire dell'altra.

-Comunque non ci sarà nulla di hard in quello che diremo e non ci saranno nemmeno dettagli- affermò, chiudendo gli occhi, prevedendo già la reazione dell'altra.

-Cosa? Non lo avete ancora fatto?-

Sentì con chiarezza qualcuno tossire dopo quell'affermazione e qualcun altro ridere.

-Mi rifiuto di continuare a parlarne se non esci immediatamente da quella sala e ti chiudi a chiave nel tuo ufficio-

La sentì sbuffare, mentre i tacchi delle sue scarpe riecheggiavano tra i corridoi dell'ufficio –così va bene?- chiese, facendole sentire il rumore della serratura che scattava.

-Era una riunione importante?- non sapeva perché, ma aveva un'improvvisa voglia di cambiare argomento.

-Oramai l'ho mandata a puttane, quindi non farti scrupoli e spiegami come stanno le cose. Davvero non avete fatto niente?-

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