Capitolo 4

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Stava sbagliando tutto!

Non faceva altro che ripeterselo ma non riusciva proprio a levarsi quel pensiero dalla mente. Yuri non aveva mostrato nessun segno d'inquietudine, ma lei avvertiva che qualcosa era cambiato, avvertiva come un velo leggero, sottile eppure pesante, che si accingeva ad avvolgere la loro vita, rendendo tutto così difficile. Aveva trascorso tutta la serata a rimuginare su quella sensazione, allontanando inconsapevolmente ogni suo tentativo di avvicinarsi, di instaurare un contatto fisico e non solo.

Capiva che ora più che mai dovevano restare uniti, riusciva a comprendere il bisogno di Yuri di avere un contatto con lei, di sapere che lei credeva in lui, ma non riusciva proprio a farlo. La cosa che più le faceva male era che lei stessa si reputava una stupida, che pensava solo a se stessa, troppo spaventata dall'idea di perderlo e di rimanere definitivamente sola.

Aveva già provato quella sensazione e, se non fosse stato per Yuri, non ce l'avrebbe fatta.

-Se non ti va, possiamo andare da un'altra parte-

Alzò il viso per guardarlo, avevano passeggiato silenziosamente, tenendosi per mano e durante tutto il tragitto lei non aveva fatto altro che pensare a lei e alla loro amicizia, che ormai non poteva neanche più essere considerata tale. Non quando le aveva rubato l'unica cosa che sapeva esserle cara.

-Va bene Yuri- rispose, tentando di non far trasparire l'inquietudine dalla sua voce. Odiava sentirsi insicura, non lo aveva mai fatto come in quel momento, quando si specchiò nei suoi occhi e vide titubanza. Istintivamente strinse forte la sua mano, avvicinandosi al suo copro, nel tentativo di avvertire il suo calore; nella stupida speranza di riuscire a riscaldare quel suo cuore che nelle ultime ore, sembrava essersi ibernato, solo per proteggersi da un'altra delusione. Lui la guardò per qualche istante, aprì la bocca come se le volesse dire qualcosa, ma poi la richiuse con un sospiro, riprendendo a camminare, per varcare quella porta. Entrò in quel locale con un grandissimo peso sul cuore, con la sensazione che qualcosa incombeva su di lei, si sentiva tanto una delle protagoniste dei suoi romanzi, che dovevano combattere per difendere il loro amore, con l'unica differenza che lei non aveva nessuna voglia di combattere. Non sapeva se doveva combattere oppure no!

-Prendiamo un tavolo?-

La musica del locale le impedì di capire cosa le avesse appena chiesto Yuri, rimase impalata a guardare tutte le ragazze e i ragazzi che ballavano, strusciandosi l'uno sull'altro, incuranti di chi li circondava, lasciandosi solo trascinare dalla musica e dalla voglia di divertirsi. C'era stato un tempo in cui anche lei si era comportata così, un tempo dove nulla era stato importante se non il divertirsi. Quel tempo che aveva trascorso dopo la dolorosa perdita di Nick, un tempo arrivato troppo tardi, un tempo che aveva trascorso con lei e che ora minacciava di piombarle addosso, schiacciandola con il suo peso.

-Dai Mary, per una sera lasciamoci tutto alle spalle e diamoci alla follia!-

-Ma a cosa ti riferisci?- erano sedute a quel bancone da più di un'ora e Miki iniziava a essere impaziente, forse a causa di quei due drink altamente alcolici, che aveva bevuto, a stomaco vuoto.

-Parlo del fatto che siamo all'università e non ci siamo lasciate andare neanche una volta. Parlo del fatto che è sabato sera e siamo sole in un bar a bere,mentre gli altri se la spassano...- s'interruppe, fissando una ragazza intenda a ballare circondata da sue ragazzi che la toccavano dappertutto.

-Vuoi farlo anche tu?- le chiese scettica Mary, conoscendo l'indole timida e riservata dell'amica. Sul viso di Miki si dipinse un'espressione strana, che le fece brillare gli occhi.

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