Capitolo 13

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Non sono come Janine, non riuscirò mai a vederti al suo fianco.

Non era riuscita a chiedergli spiegazioni, non era riuscita a dire nulla, presa alla sprovvista da quell'affermazione. La cosa peggiore era il tormento di capire il vero significato di quelle parole: era successo qualcosa fra lui e Janine, aveva capito che lei lo amava o voleva solo farle capire che se avrebbe scelto Yuri, lui sarebbe definitivamente scomparso dalla sua vita?

Aveva cercato di chiedergli spiegazioni, ma aveva avuto troppo paura di scoprire che stava iniziando a provare qualcosa nei confronti della madre di suo figlio.

Sentiva una confusione dentro che non le dava pace: quando si trovava sola con George, sentiva di amarlo più di qualunque altro, desiderava stare con lui, dimenticandosi completamente di Yuri; se invece restava con lui, il suo cuore iniziava a ribellarsi, acclamando con tutte le sue forze la sua verità.

Si era già trovata in questa situazione, aveva già sofferto perché non riusciva a scegliere tra due ragazzi, ora però sembrava diverso, sembrava tutto più grande e potente: non riusciva proprio a immaginarsi lontana da George e allo stesso tempo non riusciva a stare al fianco di Yuri senza ardere per un suo tocco.

Stava sbagliando, lo sapeva, non poteva continuare in questo modo, ma si sentiva davvero confusa. Erano entrambi importanti: Yuri rappresentava il grande amore della sua vita, George era colui che l'aveva salvata dalla distruzione, era colui che aveva avuto fiducia in lei, riuscendo a infonderle sicurezza.

Cazzo!

Ma perché diavolo sono tornata!

Se non fossimo venuti qua di sicuro tutto questo non sarebbe successo!

La loro vita era sempre stata tranquilla, fatta eccezione per qualche banale litigio. Fin dall'inizio erano sempre riusciti a trovare un certo equilibrio. Lui era stato così bravo a insinuarsi in lei, facendole dimenticare il passato.

O almeno così credeva!

Erano trascorsi cinque giorni da quella sera e ancora non aveva trovato il coraggio di chiedergli spiegazioni, forse perché temeva che aprire quell'argomento li avrebbe portati ad affrontare anche altro e non era ancora pronta.

Era quasi mezzogiorno e lei non era riuscita a concludere niente, presa com'era dai suoi problemi. Nel pomeriggio aveva una riunione con tutti gli azionisti e non si sentiva pronta. Decise di ricontrollare tutta la documentazione con la speranza di riuscire a sgombrare la sua mente da tutti quei pensieri. Sobbalzò, quando sentì qualcuno bussare alla porta.

-Avanti-

-Ti disturbo?-

Di solito quando entrava nel suo ufficio, ponendole quella domanda, lo faceva per uno scopo ben preciso, uno scopo che sicuramente non aveva in quel momento.

-No, vieni pure- l'ambiguità di quella risposta la fece arrossire per l'imbarazzo.

Anche lui colse il suo pensiero, perché sorrise mentre si avvicinava alla scrivania.

-Volevo solo dirti che oggi, dopo la riunione, devo vedermi con Yuri, per decidere di alcune cose. Tu vieni?-

Venire? Io?

Affrontarvi insieme?

No, grazie!

-Non credo sia il caso-

George non disse nulla, si limitò a sospirare e a sedersi di fronte a lei. Vederlo così le faceva male, perché quello avrebbe dovuto essere il suo momento: finalmente dopo tanto tempo e lavoro, stava per avverare il suo sogno e invece di essere felice, era combattuto e triste a causa sua.

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