Capitolo 14

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Il giorno tanto atteso finalmente era arrivato, George sembrava abbastanza tranquillo, anche se nell'ultima settimana aveva lavorato, praticamente sempre. Dopo quella sera era ritornato da lei, anche se qualcosa fra loro era cambiato. Non avevano più affrontato quell'argomento, si erano limitati a fingere davanti agli altri che tutto era come prima, mentre quando si ritrovavano da soli, erano distanti fra loro.

-Sei tornato!-

-Cerca di decidere presto-

Lo aveva sussurrato così piano che, a volte, dubitava di averlo sentito realmente. La situazione era davvero complicata e le sembrava addirittura impossibile riuscire a trovare una soluzione.

Da quella sera Yuri non si più avvicinato a lei, aveva addirittura deciso di ritornare nel suo appartamento. All'inizio ci era rimasta male, lo aveva visto come l'ennesimo tentativo di allontanarla da lui, si era sentita di nuovo tradita da lui. Aveva riflettuto a lungo sulla sua scelta e alla fine si era convinta che forse era meglio per lei stargli lontano.

-Sei pronta?-

Lo aveva perso, dopo quella maledettissima notte, lo aveva perso, ne aveva la conferma ogni volta che lo guardava, ogni volta che incastrava gli occhi nei suoi. George non era più sicuro di lei, i suoi occhi non esprimevano più quell'amore incondizionato che l'aveva tanto aiutata.

La cosa sorprendente era che, in alcune circostanze, a lei sembrava di essersi liberata di un gran peso, facendola sentire più leggera.

-Ho quasi finito- rispose, dandosi un'ultima controllata allo specchio. Chiuse gli occhi quando il ricordo del corpo di luischiacciato al suo, ricoperto da quel vestito, la investì, travolgendola.

In questi giorni che non l'aveva rivisto, un sentimento devastante si era impossessata di lei. Un pensiero fisso, che aveva martellato la sua mente e non erano serviti a nulla i vari tentativi di distrarsi, di allontanare quel pensiero: prepotente tornava per tormentarla.

Aveva la sensazione di essere tornata a otto anni addietro, quando in ogni minuscolo istante non faceva altro che pensare che cosa stesse facendo lui, cosa stesse provando, cosa stesse pensando; se la stesse accarezzando, se la stesse baciando, se la stesse stringendo, se...

...se stesse facendo l'amore con lei.

Ed era proprio quest'ultimo pensiero, che aveva cercato con tutte le sue forze di allontanare, perché ora lui aveva tutto il diritto di farlo e lei non poteva torturarsi in quel modo.

-Sembra che mio fratello sia solo questa sera- dichiarò, avanzando di qualche passo verso di lei.

-Abbie non verrà?- chiese, voltandosi per fronteggiarlo.

Era strano!

Tutto era così strano, in pochi giorni il loro rapporto era crollato, si era sgretolato tra le sue stesse mani e non era riuscita a fare nulla per impedirlo.

-Sembra che uno dei bambini abbia la febbre- allungò un braccio per sfiorarle la guancia, come non aveva più fatto, regalandole brividi che non fecero altro che farla sentire ancora più confusa.

-Sei stupenda con quest'abito- mormorò, avvicinandosi a lei, per fermarsi con il viso a pochi centimetri dal suo, fissandola dritta negli occhi come se le stesse chiedendo il permesso di continuare.

Non fiatò, non emise nessun suono, si limitò a sostenere quello sguardo che, dopo tantissimo tempo, era tornato a fissarla in quel modo.

Quel modo che una volta le avrebbe fatto battere il cuore all'impazzata, ma che ora sembrava non avere nessun effetto su di lei. Non sapeva quando era successo, quando la sua mente era riuscita a concordare con il suo cuore, sapeva solo che ora i suoi sentimenti erano più chiari, almeno nei riguardi dell'uomo che ora le stava davanti.

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