Cap 5 - Promesse

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Il Boss rientrò nell'ufficio poco dopo con una scatola di sigari.
Si rimise in testa la Panama, per poi sedersi ad aspettare.

"Non guardare nel cassetto. "

"Non guardare nel cassetto. "

"NON GUARDARE NEL CASSETTO. "

Non lo fece. Mary ringraziò il cielo.

Il tempo passava lentamente, lei con il cuore in gola, era immobile dietro alla tenda e fissava lui che picchiettava con le dita sulla scrivania, annoiato, e faceva scorrere gli occhi di ghiaccio in giro per la stanza, trapassando con lo sguardo ogni singolo punto su cui li sposava.

Bussarono alla porta.

- Avanti. -

"Si comincia" si disse Mary

Il signor Davis, entrò dalla porta, titubante, in compagnia di due guardie del corpo.

-Siediti. -

-La ringrazio. -

-Volevi parlarmi, mi hanno detto. -

Il signor Davis sospirò.

Tremava.

- Ho fatto molti sbagli, ultimamente. Ho messo a dura prova la vostra pazienza. - deglutì.

- Non merito pietà. E non sono qui per chiederne. Sono disposto a fare un patto, e questa volta lo onorerò. -

Davis fece una pausa. Il Boss annuì, gli occhi non visibili da sotto la panama scura.

- Ti ascolto. -

- La mia vita, in cambio di quella della mia famiglia lasciata incolume. Pagherò il debito nel modo che desidera, ma la cosa coinvolgerà solo me, e non i miei cari. -

Il Boss sorrise. Davis sembro rilassarsi.

- Ammetto che la proposta è veramente allettante. -

Si alzò, girando attorno alla scrivania.

-Vedi, Davis, non sei il primo a non pagare i tuoi debiti in tempo, e non sarai neanche l'ultimo. Ma sei il primo ad aver superato i tremila dollari di debito e i due mesi di vita dopo averlo contratto. -
- Non era mia intenzione rimanere indietro con i pagamenti. Sto cercando di curare il mio vizio dalle sale da gioco. Ho il piccolo Richard bloccato a casa. Respira male e anche il dottore vuole la sua parte. - balbettò il poveretto.
-Immaginavo. Sai, mi sei sempre stato simpatico, e ora voglio regalarti un segreto. -

Davis sorrise nervosamente, davanti allo sguardo quasi rassicurante del Boss.

- Vedi, fin ora una cosa che ho imparato è che per quanto io possa desiderare la morte di qualcuno, non è mai quello che in fondo voglio o auguro, per nessuno che entra in affari con me. Sono stato cresciuto, io come Jack, con una grande riluttanza verso la morte.-
Si risedette, guardandolo negli occhi. Davis aveva un'espressione di stupore, poi di gioia e gratitudine.
-Questo... Questo vuol dire... -

- Non ti ucciderò, se è questo quello che credi. -

Gli spinse il bicchiere, prendendo il proprio.
-Bevi. Sembri un fantasma. -

"Ma non voleva farlo fuori?? Che cosa sta dicendo? Cos'ha in mente?? "
Mary non credeva alle proprie orecchie. Continuò a guardare sbalordita l'uomo, attraverso i minuscoli forellini del liso tessuto rosso.

-Vedi, la morte è una cosa particolare, perché una volta superata la paura, è un idea facile da abbracciare. Ricordo di aver letto una splendida frase, venuta fuori durante una discussione fra la vita e la morte. Mi è rimasta impressa. Diceva:
La vita chiese alla morte "Ma perché tutti ti odiano e amano me?" e la morte ha risposto "Perché io sono la dolorosa verità, e tu una bellissima bugia". -

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