Cap 7 - Jack (parte 2)

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- Hai intenzione di lucidare anche i miei aghi, Mary? -
Rose, finito di sistemare il completo grigio perla sul manichino, ora guardava con aria pensierosa e ironica la cugina, che puliva le finestre per la terza volta.

Da una settimana, da quando lei e Jack si erano parlati, Mary era in totale fibrillazione.
Il Boss non era mai entrato all'appartamento, era sempre stato il fratello a venire e a dare istruzioni(e a fermarsi per un the con Rose) per lui.

E sarebbe stato sempre Jack a ritirare il completo.

Eppure, pur sapendolo, Mary era agitata.

'Lo verrò a prendere domenica sulle 16, Mary, d'accordo? Alle 20 abbiamo una cena, e gli serve prima se vuole indossarlo.' Aveva riso Jack appena il giorno prima.

Il ragazzo, da una settimana a quella parte, ogni giorno a mezzogiorno, prendeva il caffè da lei, nel vecchio bar di fronte al canale. Le raccontava le chiacchiere della strada, e ripartiva esattamente due ore dopo.

Mary aveva pian piano imparato ad abituarsi a quel nuovo orologio.

Così come aveva imparato a sopportare quel senso di pressione sulle spalle, che aveva iniziato a tormentarle anche il sonno.

La punta dell'indice, a furia di grattarlo con l'unghia del pollice, aveva una ferita.

Un tic nervoso che aveva preso dal padre.

Nemmeno il parlare con sé stessa la calmava più, ormai.

Il campanello della porta la prese alla sprovvista.
Mary stava pulendo la finestra esterna, e lasciò andare lo straccio, che finì in strada.

Una macchina ci passò sopra.

Povero straccio.

Sospirando, andò ad aprire la porta.

Jack era lì, la luce ironica viva nei suoi occhi.

" Buongiorno Mary" le disse allegro, togliendo il cappotto e il borsalino. Mary li prese, sorridendogli,  per sistemarli nell'attaccapanni.

Sapevano di caffè, fumo, e un'odore pungente che non riconosceva.

La mano di Mary urtò la tasca del cappotto, e sentì qualcosa di metallico batterle contro le nocche.

Jack era già in salotto ad ammirare il completo.

Mary, con estrema attenzione tirò fuori la pistola.

Era più pesante di quella che aveva rubato nello studio di Jeff.

La ragazza fece scorrere il dito per tutta la lunghezza della canna.

Arrivata alla fine, sentì il metallo insolitamente caldo.

"È stata usata di recente, quindi. Forse dal fratello? È per quello che gli serve un nuovo completo? Avevano già progettato di uccidere oggi? "

Mentre la rimetteva a posto, dentro la tasca, nella mente le sì formò la vivida immagine del signor Davis,  schiacciato contro il muro. Un'ombra con un cappello lo sovrastava, puntandogli quella pistola alla testa.

Uno sparo, e il rumore di un corpo che cadeva bruscamente, seguito da uno strillo.

L'urlo di Emily...

No.

Mary scosse la testa, e marciò in salotto, decisa.

Lei e la famiglia erano al sicuro.

C'era lei ad assicurarsene.

----- timeskip (cuz i'm lazy) -----

Era una bella giornata. Il sole illuminava l'acqua del canale, che scintillava, con i suoi riflessi verdognoli.

Il campanello tintinnò.

- Mary, oggi ho tempo solo per un caffè, poi devo ripartire subito. - il tono di Jack era di scusa.

La ragazza alzò gli occhi dal bancone, interdetta.

-... Ma certo. Arriva subito. -

Si mise ad armeggiare con la macchina, mentre il ragazzo si sedeva.

- Come mai questa fretta? -
- È arrivato un carico, con la nave di stamattina, e dobbiamo smistarlo il prima possibile. -

Jack le aveva raccontato che lui e il fratello lavoravano nel settore commerciale, come imprenditori.

E che imprenditori.

Mary aveva imparato a non fare troppe domande. Aveva notato il nervosismo di Jack, quando chiedeva informazioni su di lui o sul fratello.

Jack si portò la tazza alle labbra.

'Questo mi piace delle donne. Sanno stare al loro posto'

Il ragazzo si alzò, la salutò e si avviò all'uscita.

'Sanno stare al loro posto.'

Jack scomparve all'angolo del bar.

Mary si avviò alla porta, togliendosi il grembiule.

Guardò all'interno del vecchio locale, prima di chiudere a chiave la porta alle sue spalle.

"Papà, proteggimi per quello che sto per fare."

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