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Lauren si affrettò verso gli spogliatoi,dato che era ancora fradicia.Eppure,dopo essersi cambiata,non aveva la minima voglia di andare in classe.Sentiva di essere ancora troppo scossa dagli avvenimenti dell'ultima mezz'ora,per potersi concentrare sullo studio.Infilò la sua adorata divisa da softball e,incurante della pelle appiccicosa e dei capelli umidi,entrò in campo.Accese la macchina lanciapalle e afferrò la mazza.Immaginò di giocare una partita e di sentire la gente urlare il suo nome.Riusciva benissimo a percepire l'adrenalina scorrerle nelle vene al solo pensiero,infatti cominciò a colpire ritmicamente le palline che le venivano lanciate.Colpi secchi,decisi,che trasudavano tutta la frustrazione in lei intrappolata.Quando,con la coda dell'occhio,scorse una figura,balzò all'indietro.Tale distrazione le costò una violenta botta alla guancia.La nuova arrivata corse verso di lei.

"Oddio,tutto bene?"traspariva una sincera nota di preoccupazione dalla sua voce e Lauren si affrettò a dire:"Non è nulla,tranquilla."

Continuò a massaggiarsi piano il punto dolente,ma la ragazza fermò il movimento,sostituendo la mano di Lauren con la sua.Sentirono entrambe una scossa,perciò si allontanarono.Erano imbarazzate,confuse,stupite.Cosa diamine era accaduto?Si ridestarono poco dopo,ma rimasero in un silenzio quasi scomodo.

"Sei bravissima..."esalò Camila:"Ehm...?"

"Lauren."sorrise la corvina.

"Bel nome..."

"Tu,invece,come ti chiami?"

La cubana si era talmente persa a guardare quei pozzi smeraldo di Lauren,da non decifrare nemmeno metà della frase rivoltale.Sembrò risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti,quando l'altra le sventolò una mano davanti.

"Camila...beh,credo che l'incidente di poco prima sia stato un ottimo pretesto per saltare la prima ora."ridacchiò,mentre la corvina la seguiva a ruota.

"In ogni caso,non credo che sarei riuscita a seguire la lezione."sospirò malinconica ,ma ricomponendosi non appena incontrò lo sguardo incuriosito dell'altra.

"È troppo indiscreto chiedere perché?"

"Forse."ammise Lauren,grattandosi la testa in un gesto colmo d'imbarazzo.

"Ad ogni modo,mi dispiace di aver interrotto il tuo allenamento."

"Lo chiamerei uno sfogo,più che altro..."mormorò:"Ma non fa nulla."

Chiacchierarono ancora un po',aspettando il suono della campanella. Per la prima volta in assoluto,Lauren riuscì a non pensare all'assurda situazione che viveva in casa e Camila passò un buon primo giorno di scuola. Forse il loro incontro era stato un po' strano e burrascoso,ma dopo aver sentito i loro cuori battere così insistentemente nel petto,come non era mai accaduto prima,decisero di rivedersi. Certe persone riescono a farti quest'effetto in due secondi,trasmettendoti emozioni che nessun'altra conoscenza,nemmeno se davvero lunga, è mai riuscita a concederti.
Quando Camila raccontò le strane avventure di quella mattina alla sua amica Dinah,questa rimase alquanto incuriosita.

"Ha la nostra età?"domandò,con evidente eccitazione.

"Ehm...in realtà non gliel'ho chiesto."balbettò Camila,maledicendosi mentalmente per la sua solita imbranataggine.

"Almeno sai il suo cognome?"gesticolò Dinah,cercando di non far trasparire la sua esasperazione dal tono di voce.

"No."ammise,sconfitta. Quegli occhi verdi l'avevano talmente stregata da non averle permesso di pensare lucidamente. Cominciò a mangiare il suo pranzo,quando una voce dietro di lei chiese:

"Posso sedermi con voi?"

Non ebbe nemmeno bisogno di girarsi,per riconoscere la voce roca di Lauren.

"Sì!"esclamò,prima che Dinah ribattesse,dato che non sapeva che fosse la ragazza di cui parlavano fino ad un attimo prima.

"Così tu sei Lauren."constatò la bionda,incontrando poi lo sguardo torvo di Camila che la intimava di zittirsi.

"Sì."annuì la ragazza,prendendo un sorso dalla sua bibita.

"Camila mi stava giusto parlando di te."la sua lingua era troppo lunga,perciò non riuscì a fermarsi nemmeno quando quest'ultima le assestò un calcio sotto al tavolo.

"Oh."sorrise la corvina,arrossendo come un peperone e riservando un sorriso in direzione della cubana.

"Io...beh...mi sono resa conto di non averti chiesto quanti anni hai o il tuo cognome..."

"Ho diciotto anni e il mio cognome è Jauregui."

"Ah! Il capitano della squadra di Softball! Ecco perché avevi un viso abbastanza familiare!"esclamò DJ.

"Già."

Continuarono a parlare per tutto il pranzo,con Dinah che poneva domande alquanto imbarazzanti.Camila non le aveva raccontato per filo e per segno le sensazioni che Lauren aveva suscitato in lei sin dal primo incontro,non le aveva rivelato di voler rimanere da sola con quest'ultima,come in palestra,ma la polinesiana non era stupida. Non c'era bisogno di parole,per capire che c'era già un barlume,una scintilla che aleggiava tra quelle due. Era forse il modo in cui brillavano i loro occhi quando si osservavano? O l'intensità dei loro sorrisi?Non aveva mai visto la sua migliore amica reagire così con qualcuno,specie se sconosciuto!Certamente era troppo presto per dire se fosse nato qualcosa tra di loro,ma quando Dinah aveva un presentimento,quello si rivelava sempre corretto...

Wishes-CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora