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"Ehi!"esclamò Lauren,affrettandosi per raggiungere Camila all'uscita:"Vai a piedi?"

La cubana annuì,stringendosi maggiormente i libri al petto e mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.Lauren sembrò impazzire a quel gesto,infatti dovette trattenersi per non replicarlo al suo posto.Le sue labbra erano forse la cosa più invitante che avesse mai visto e la sua pelle,oh,quella pelle caramellata,morbida a prima vista,creava già scenari poco casti nella sua mente.Tutto quell'interesse era forse troppo affrettato,dato che si conoscevano solo da qualche settimana,ma Lauren era fatta così.Il suo cervello viaggiava sempre in avanti,incurante del tempo,quasi fosse assetato di avere di più.Non era né paziente,né particolarmente calma.Se desiderava una cosa,doveva essere in quel momento.Non prima,non dopo.Subito.Già,era un difetto bell'e buono.Tutti quei pensieri l'abbandonarono non appena propose alla cubana di fare strada insieme e lei rispose con un timido sì.

"Mi piace stare in tua compagnia."ammise,sorridendo.

"Anche a me."concordò flebilmente Camila.Era timida e riusciva difficilmente ad approcciarsi con le persone,eccetto Dinah.Eppure,tutto questo la rendeva solo più adorabile agli occhi di Lauren.

"Sabato suonerò con la mia band al Rockers, ti va di venire?"

"Hai una band?"chiese Camila,abbastanza scioccata.

"Sì...È una cosa positiva?"chiese ridacchiando.

"Scherzi? È fighissimo."

"Bene,allora ti aspetto."sorrise.

Erano già arrivate di fronte casa di Camila,così Lauren la salutò e s'incamminò verso la propria abitazione.Sarebbe stata sola tutto il pomeriggio,dato che i suoi erano a lavoro,e doveva ammettere che un po' di calma e solitudine non le dispiacevano. La frustrazione di quel periodo si sentiva parecchio,facendola chiudere maggiormente in se stessa. In momenti come quello,stringeva la sua chitarra,carezzando le corde con le sue dita delicate e si abbandonava all'unica cosa che la faceva sentire viva:la musica.Tutto si azzerava,permettendole di connettersi con le note che suonava.

Camila,invece,scriveva. Scriveva di sé,di Lauren e dell'inspiegabile forza che le univa. Si chiedeva come fosse possibile pensare sempre e solo a quella ragazza.Non aveva mai avuto una cotta vera e propria per qualcuno, non sapeva neppure se questa potesse essere definita tale.Il fatto di poter provare qualcosa per una persona del suo stesso sesso la spaventava parecchio.I dubbi sulla sua sessualità cominciavano a tormentarla,a fuoriuscire in ogni pagina del suo diario.Il pensiero di condividere questi interrogativi con Dinah,l'aveva già sfiorata.Eppure non era sicura di riuscire a intavolare una conversazione simile e,peggio ancora,aveva troppo timore per poterlo fare.

Lauren,dal canto suo,aveva sempre tenuto ogni suo dubbio per sé. Non credeva che raccontarlo a qualcuno potesse fare la differenza,anche se ci aveva riflettuto qualche volta.Alla fine,era arrivata alla conclusione che non era necessario:come si poteva mai normalizzare l'essere attratti dallo stesso sesso facendo coming out?E' come andare da qualcuno e dirgli:"Ehi,ciao,sono diversa perché mi piacciono le ragazze."

Entrambe,stanche di essere assillate dalla propria mente che,nella solitudine,faceva sfrecciare i pensieri alla velocità della luce,decisero di fare due passi. Si incontrarono casualmente in un parchetto non molto distante dalle loro abitazioni.

"Che bell'incontro."sorrise Lauren,facendosi avanti per stringere la cubana in un abbraccio carico d'affetto. I loro corpi premuti l'uno contro l'altro creavano una sorta di magia.

"Ti va di andare a prendere qualcosa al chiosco?"continuò,indicando il chioschetto dei gelati lì vicino.

"Ehm...Certo."rispose Camila.

Lauren prese una coppetta al pistacchio e Camila un cono alla vaniglia che strabordava da tutti i lati.
La visione della più piccola che cercava in qualsiasi modo di non far scolare il gelato,divertì la corvina,che rise di gusto. Non era una risata di scherno,questo lo sapevano entrambe.

Si sedettero su una panchina e terminarono i loro gelati,chiacchierando di tanto in tanto. Lauren prese una sigaretta dalla tasca e la accese.

"Non sapevo fumassi."esordì Camila:"Forse non dovresti."

"Perché?"

"Beh,semplicemente perché fa male. E poi non ti aiuta per il Softball. Il fiato in uno sport è importante sai..."

"Touché."ammise.

"Detto questo fammi provare."

Risero di gusto e Lauren passò la sigaretta a Camila,che fece una faccia disgustata e cominciò a tossire.

"Sei adorabile."sfuggì di bocca alla corvina.

"Anche tu."rispose Camila,stupita dal suo stesso coraggio.

Passarono un altro po' di tempo insieme,poi ognuna tornò a casa propria. I sorrisi sui loro volti la dicevano lunga. Anche se era stato un pomeriggio normale,anche se non era successo niente di così eclatante,per loro aveva significato tanto. Per la prima volta nella loro vita,erano davvero riuscite a fermare l'incessante corso dei loro pensieri...

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