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Confusione. Ecco ciò che tormentava la mente di Camila,mentre tornavano al pub per restituire l'auto a Normani.

"Brutta stronza,dov'è la mia macchina?"aveva urlato al telefono,dritto nell'orecchio di Lauren.

Diciamo solo che non se l'era fatto ripetere due volte e avevano subito rimesso in moto. Perché Camila si sentiva così strana? Era stato bellissimo,ma adesso i suoi dubbi si erano concretizzati. Le si stagliavano davanti come un muro e le impedivano di vedere oltre,di riuscire a pensare alla vita felice che avrebbe potuto condurre con la ragazza seduta accanto a lei. Il suo primo istinto era di respingerla,di allontanarla. Però una parte di sé avrebbe voluto baciarla ancora e ancora.Questi pensieri correvano nella sua mente,facendola chiudere in sé stessa. E Lauren lo notò. Notò questo drastico cambio di atteggiamento,questo chiudersi a riccio. Provò a spezzare il silenzio,esclamando:"Sento il rumore dei tuoi pensieri da qui!"

Camila sussultò,come risvegliatasi da una trance,e rispose:"Già."

La sua voce era atona,il suo sguardo era concentrato su qualcosa di indefinito. La ragazza dagli occhi verdi si domandò se avesse sbagliato qualcosa. Ma non aveva fatto niente che Camila non volesse. A meno che...A meno che quel bacio non lo desiderasse. Eppure la cubana si era mossa verso di lei e l'aveva ricambiato per tutta la sua durata. E allora cosa c'era? Cos'erano quei dubbi che s'insinuavano nella testa di entrambe?

Il tragitto fu silenzioso e uno strano disagio si propagò tra di loro. Era come se il ghiaccio fosse calato in quell'auto,posandosi sui loro cuori. O quantomeno su quello di Camila.

Normani le aspettava con le mani sui fianchi,in compagnia di Dinah. Normalmente Lauren si sarebbe spaventata,perché bisognava davvero temere l'ira della sua amica,ma in quel momento non aveva importanza. Nulla aveva importanza.

Accostò ,lanciò un'occhiata veloce a Camila e scese. Lanciò le chiavi a Normani ,che già si stava preparando alla sua scenata,ma la superò entrando nel pub e ordinando da bere.

Tutte rimasero interdette da quel comportamento. Normani decise di seguire Lauren,Dinah si preoccupò dello sguardo di Camila e la raggiunse.

Nello stesso momento venne pronunciata la domanda:"Stai bene?"

"Non lo so."fu la risposta di entrambe.

"Camila,sai che a me puoi dire tutto."continuò Dinah.

"No,cazzo. Tu a me non dici mai niente!"sbottò Camila.

"Ehi,calmati. Che significa che non ti dico mai niente?"ribatté la bionda,incredula.

"Da quando in qua ti piacciono le ragazze?"buttò fuori.

In verità non era arrabbiata con DJ,ma con se stessa. Però doveva sfogarsi. Doveva lasciare uscire la propria frustrazione e l'unica persona su cui riversarla al momento era la sua migliore amica.

"Solo perché ci provavo con Normani,non significa che mi piacciano."spiegò.

"Certo,certo. Ti aspetti che ci creda? Sei una lurida lesbica del cazzo."

La bomba esplose.Silenzio. Dinah era consapevole che quella lì davanti,non era la vera Camila.Non aveva idea di che cosa fosse successo poco prima,in macchina,però ne era sicura.La ragazza non era in sé.

"Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non ha senso. Tu per prima difendevi i diritti lgbt+ e adesso? Adesso te ne esci con un colpo basso del genere? Che cazzo ti succede,eh?"

"Succede che mi fai schifo."

'No,no,Camila fermati.',pensò. Ma qualcosa aveva preso il sopravvento. Era odio. Un odio così cieco da farle perdere la ragione.

Quell'odio,però,aveva solo trovato la vittima sbagliata. Perché in realtà era nato esclusivamente contro se stessa.

Uno schiaffo fece girare la sua testa dal lato opposto.Dei tacchi si allontanarono. Un'auto venne messa in moto.

Dentro il locale,la situazione non era tanto meglio.

"Lau,che succede? È da quando sei entrata che continui a trangugiare vodka!"esclamò Normani.

"Non m'interessa."biascicò la diretta interessata, mandando giù un'altra sorsata.

La ragazza dalla carnagione scura,le tolse il bicchiere dalle mani. Lauren doveva smetterla di comportarsi come una bambina. Non sapeva bene come funzionasse tra i bianchi,ma a lei e ai suoi fratelli era stato insegnato a prendersi la responsabilità delle proprie azioni sin da piccoli. Vivendo in un ghetto,eri costretto a crescere in fretta. Imparavi a guardarti le spalle,ancor prima di imparare a camminare.

"Smettila,Mani. Non ne voglio parlare!"sbottò,acquistando un attimo di lucidità. Non era ancora troppo sbronza per i suoi gusti,però.

"Te lo ripeterò un'ultima volta,dopodiché ti assesterò un bel gancio destro sulla guancia:cosa cazzo é successo con Camila?"

"Ci siamo baciate,okay?"urlò,spintonandola.

La bocca di Normani si spalancò:così anche a Lauren piacevano le ragazze. Lo aveva sospettato ogni tanto,dato che spesso la beccava a osservare il sedere di qualche tipa.

"È...wow. Perché non me l'hai detto?"

"Avevo paura."ammise.

"Di che cosa? Sai che non potrei mai giudicarti o insultarti per questo...Sono lesbica!"

"Beh...Io...Io non ne sono nemmeno tanto sicura,ecco."mentì.

"Sai che sono sempre qui accanto a te,in ogni caso."le posò la mano su una spalla.

Quella sera Camila e Lauren avevano dato il più bel bacio della loro vita,ma dopo avevano rinnegato se stesse. Perché non c'è niente di peggio di quando si ha paura di essere chi si è davvero...

Wishes-CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora