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La sera del concerto di Lauren arrivò presto. Faceva sia la chitarrista sia la cantante del gruppo e la gente sembrava impazzire per la sua voce roca. In primis Camila. Sebbene non le piacesse molto il genere che suonavano,ovvero punk,doveva ammettere che Lauren ci sapeva fare eccome. Era una leader assolutamente perfetta e pendeva letteralmente dalle sue labbra,proprio come tutti i presenti.

Finita l'esibizione,a cui aveva deciso di assistere anche Dinah,Lauren scese dal palco e andò a salutare lei e Camila.

"Ciao,Camz."sorrise:"Alla fine sei venuta."

"Sì."arrossì la cubana.

La ragazza dagli occhi verdi era estremamente sexy,sudata e arrossata per l'adrenalina del concerto.

"Una domandina veloce."s'intromise Dinah.

"Ciao anche a te,DJ."ridacchiò Lauren.

"Come si chiama la ragazza alla batteria?"

"Normani,perché?"

"Ha una canottiera magnifica,devo per forza chiederle dove l'ha comprata!"rispose.

Le due cubane rimasero definitivamente da sole.

"Allora,ti è piaciuto?"

"Tantissimo,sei fantastica."

"Beh,grazie."non si potè capire se Lauren arrossì,a causa delle sue gote già rosse,ma un sorriso ancor più radioso le illuminò il viso.

Quando era nelle vicinanze di Camila,rischiava seriamente una paresi facciale,pensò. Quella ragazza era davvero troppo per lei. Un sogno dal quale,ogni volta,non si sarebbe più voluta svegliare.

"Ti va se andiamo a fare una passeggiata?"propose Lauren.

Scoccò una rapida occhiata intorno a sé e vide Dinah e Normani sedute al bancone. Era palese che la ragazza di colore stesse flirtando,dato che la vicinanza e il contatto fisico non sembravano mancare. La bionda,dal canto suo,sembrava rispondere bene a quelle attenzioni.

"Ma DJ..."provò a dire Camila.

"Direi che è piuttosto impegnata."sogghignò,facendo voltare la più piccola verso quella scenetta.

Camila sgranò gli occhi:non credeva che a Dinah potessero interessare le ragazze. Non sapeva dire se fosse esattamente un sollievo,ma almeno adesso avrebbe potuto parlare dei suoi dubbi con la sua migliore amica.

Lauren,invece,non era poi tanto stupita. Sapeva che Mani riusciva ad essere irresistibile con ogni ragazza e quasi tutti i sabati riusciva a portarsene una a letto.

"Va bene,vengo."decise finalmente Camila.

La corvina le afferrò la mano e si fecero strada tra la calca di gente. Una volta fuori,le loro mani non si divisero ugualmente. Era una sensazione troppo bella per poter essere scacciata via.

Salirono sulla vecchia Impala di Normani,che Lauren prese tacitamente in prestito. Aveva già la patente,ma i suoi le avevano detto che se voleva un'auto l'avrebbe dovuta comprare con i suoi stessi soldi.Purtroppo,tra la scuola e gli allenamenti di Softball,non aveva tempo per lavorare ed era rimasta senza macchina.

"È bellissima."affermò Camila,entrando nell'abitacolo e respirando a fondo il confortevole odore di pelle dei sedili.

"Ah,già. Peccato che non sia mia."rise Lauren.

"Non fare quella faccia,non l'ho mica rubata!"continuò:"È di Normani. L'ho appena presa in prestito,anche se tecnicamente lei non lo sa."

"Ti ucciderà,ne sei consapevole?"

"Sì,ma sono una tipa coraggiosa. Non temo la morte."rise di nuovo.

Guidarono fino al limitare del bosco,che davanti a loro si stagliava scuro e minaccioso. Camila ne era abbastanza intimorita e non era del tutto sicura di voler scendere.

"Vieni?"chiese Lauren,già fuori dall'auto.

La cubana,alla fine,si convinse.D'altronde sapeva che se fosse successo qualcosa,la ragazza dagli occhi verdi sarebbe intervenuta.

Le loro mani si rincontrarono e insieme s'inoltrarono tra le fitte fronde degli alberi. Il buio e il silenzio,rotto solo dai loro passi,erano tutto ciò che le circondava. Camminarono un bel po',prima di arrivare in un punto in cui gli alberi si diradavano e lasciavano posto a un grande lago.

"È fantastico."

"Lo so. Questo posto me l'ha fatto scoprire il mio amico Tyrone da piccoli."spiegò Lauren.

"Dov'è adesso?"

La ragazza abbassò lo sguardo,osservandosi le punte degli stivaletti di pelle che indossava. Già,dov'era adesso Ty? Si augurava che fosse in paradiso, circondato dagli angeli. Era più facile immaginarlo felice e spensierato,piuttosto che tormentato dal male.

"In cielo."rispose con voce strozzata. Non parlava mai del suo migliore amico,rievocare la sua memoria era doloroso anche a distanza di anni.

"Oh,mi dispiace..."mormorò la cubana,mortificata.

"Fa niente. Sai,credo che lui sia qui con noi. Mi sembra di sentirlo con me ogni volta che vengo in questo posto. E per me sarà sempre quel ragazzino di undici anni che correva spensierato in mia compagnia. Non l'undicenne di colore a cui hanno sparato."diede voce ai suoi pensieri.

"Sai,nella mia scuola elementare c'era una bambina di colore. Era simpatica e a ogni ricreazione ci divertivamo a farci le treccine con gli elastici colorati. Un giorno non venne più a scuola e nemmeno in quelli successivi. La maestra ci spiegò che un uomo cattivo le aveva fatto del male,ma che lei era andata in un posto bellissimo,pieno di colori e felicità. Ero piccola,non potevo immaginare che fosse rimasta vittima di una sparatoria tra gang..."raccontò Camila:"Forse non avevamo lo stesso legame che tu avevi con Ty,ma posso capire quanto sia brutto che la vita venga strappata con così tanta crudeltà a dei bambini. E la cosa più brutta è che al telegiornale non si parla mai di queste povere vittime. Si racconta solo dell'ennesima sparatoria."

"Hai ragione.Ma Ty non è morto in una sparatoria tra gang. Era una sparatoria tra dei delinquenti e la polizia. La pallottola che ha raggiunto il suo petto è stata di un poliziotto.Cazzo,suo padre era lì,era testimone. Ha visto suo figlio morire davanti ai suoi fottuti occhi e sai cosa gli hanno detto in centrale? Che non era colpa loro se il ragazzo si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non ha mai trovato giustizia per suo figlio. Il caso è stato archiviato quasi subito!"esclamò:"Se fosse stato un bianco,sta tranquilla che le cose si sarebbero risolte in modo diverso."

Le lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi e Camila la strinse a sé. Aveva avuto l'impressione che Lauren si fosse tenuta tutto questo dentro per molto tempo e il fatto che si fosse sfogata con lei,la fece sentire in qualche modo speciale.

Successe tutto così in fretta,ma le loro labbra finirono per incontrarsi. Fu come l'esplosione di migliaia fuochi d'artificio. Così intenso da non poter nemmeno essere spiegato a parole. Sapevano solo che,per la prima volta nella loro vita,si erano sentite davvero vive.

Wishes-CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora