Capitolo 3

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Al: Perché?
Non risposi, non volevo.
Al: Michele che ti succede?
Mi: Nulla.
Mi bendò le ferite.
Al: Michele non può essere nulla se se.... se poi fumi come un dannato e ti autolesioni.
Mi: Ho detto nulla Alice. Nulla.
Al: Michele a me puoi dirlo.
La guardai negli occhi.
Mi: Non capiresti.
Mi alzai e tornai alle mie attività sulla terrazza.
Al: Michele spegnila.
Mi: Non sei mia madre, se sei venuta per farmi la predica puoi pure andartene.
Al: Non ti riconosco più.
Non è l'unica....
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Stavamo facendo le prove da più di un'ora ormai. Sentivo difficoltà a cantare.
Ka: Michele, che hai? Hai la voce affaticata.
Mi: Nulla, Katoo, nulla.
Ka: No, Michele, è grave la cosa, visto che tu non fumi potrebbe essere solo qualche malattia a livello respiratorio.
Mi: Sto bene.
Ka: Michele, devi farti visitare.
Mi: Manco morto. Ora continuiamo.
Ka: Va bene.
Daniele e Paso si guardarono.
Continuai a cantare, tranquillamente, facevo abbastanza fatica, davvero troppa, e oltretutto stavo entrando in un'altra crisi.
Ka: Michele ti vedo strano
Mi: Sto bene
Non è vero, ho bisogno ora di una sola, una, sigaretta..
Mi: Devo prendere una boccata d'aria
Ka: Veloce
Andai sulla terrazza, e ne accesi una, la finì in fretta, così ne subentrò un'altra, e poi la terza, la quarta, non mi accorsi che da molto Katoo mi fissava allibito, lo guardai, con la sigaretta tra le labbra.
Ka: MICHELE MA SEI COGLIONE!!
Ed ecco che ci si mette anche lui...
La accesi mentre mi faceva la predica, sbraitava come un dannato, ma lui non poteva sapere...
Ad un tratto mi sentì bruciare una guancia, mi aveva tirato uno schiaffo.
Posai la sigaretta con una calma impressionante, lo guardai con gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime, troppi ricordi racchiusi in un solo gesto, uscì correndo fino a casa, un paio di tagli e poi mi addormentai, senza toccare cibo

Smoke - Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora