Capitolo 2: Mancanze

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A volte le persone non sembrano ciò che sono...soprattutto se sono coloro che ti hanno cresciuta, amata e coccolata fin da quando sei arrivata al mondo.
Ti fidi di loro ciecamente fin dalla nascita, fin quando non decidono cose orribili contro la tua volontà, solo per salvare se stessi, per paura di ciò che sei...

Sono ormai 2 ore che sono seduta qui, in questa sala d'attesa della psichiatria.
Alastor è andato a perlustrare la struttura, non sentendosi sicuro di dove ci troviamo, mamma e papà sono accanto a me.
Hanno dei visi sconvolti e stanchi, mamma ha gli occhi sbarrati e si sta mangiando l'unghia del pollice della mano destra, mi fa quasi impressione...
Papà invece continua a far tremare la gamba sinistra, tenendo le mani su entrambe le ginocchia delle gambe, mentre fissa un punto imprecisio della sala.

Hanno parlato poco fa con un dottore nell'ufficio di quest'ultimo, lasciandomi fuori ad aspettare. Ho provato ad origliare ciò che dicevano, ma senza risultati...
Quando sono usciti dalla stanza, dopo ore di attesa e noia, avevano uno sguardo sconvolto e bianco, come se avessero visto un fantasma. Ho provato a chiedere di cosa avessero parlato, ma non mi hanno dato risposta, si sono limitati ad ignorarmi e a sussurrare cose incomprensibili al mio udito tra loro...l'unica parola che sono riuscita a captare è stata adozione.

Si sente la porta dell'ufficio aprirsi, i miei si alzano di scatto, come se dei soldati sull'attenti. Dalla porta esce il dottore: indossa un camice bianco da dove escono i suoi attrezzi da medico dalle tasche. È un uomo sulla quarantina, alto e messo bene di corporatura, i capelli sono castano chiaro come la nocciola, con qualche capello bianco della vecchiaia, i suoi occhi sono verdi smeraldo che trasmettono sicurezza e tranquillità ma allo stesso tempo sembrano stanchi, magari per la lunga giornata di lavoro.

-Signori Leaf...avete preso una decisione?- chiede l'uomo ai miei genitori.
Vedo mamma e papà guardarmi, i loro occhi sono spenti, spaventati...
Si girano di nuovo verso il dottore e annuiscono

-Si, abbiamo deciso. Scegliamo l'adozione.- dice serio e deciso mio padre, guardando il medico con quei occhi spenti...quel grigio perla di papà...quel colore che ti trasmetteva allegria solo a guardarli ora...sono spenti...morti.
Vedo mia madre ancora con gli occhi sbarrati, spenti anche i suoi...i suoi occhi azzurro cielo che bastava guardarli per perderti...i suoi occhi identici ai miei ora...sono anch'essi morti, come quelli di papà.

-A..Adozione?- dico con un filo di voce, guardandoli.
Loro mi ignorano, come prima...continuano ad ignorarmi, come se per loro fossi un fantasma...

Vedo il dottore sospirare ed annuire, a quanto pare sembra più triste lui dei miei genitori alla loro scelta..

-Sarà come detto...- dice il medico, per poi avvicinarsi a me, mi sorride -Beh...dovremo convivere per un po' piccola- il suo sorriso è forzato, come se fosse obbligato a sorridermi.
Sento le lacrime pungermi gli occhi, mia madre prende la borsa, dalla sedia su cui era seduta, per poi prendere sotto braccetto mio padre e dirigersi verso il corridoio dove in fondo si trova l'uscita.
Io li guardo per un attimo, le lacrime iniziano a rigarmi il viso senza sosta, rincorro i due è mi aggrappo alla gonna di mia madre

-NO! VI PREGO, NON MI LASCIATE! VI PREGO MAMMA E PAPÀ! IO VI VOGLIO BENE! FARÒ LA BRAVA VE LO PROMETTO!!- urlo mentre piango a dirotto, mia madre si è fermata, sento il suo sguardo su di me -Vi prego...- singhiozzo -Non lasciatemi...-

Sento la mano di mia madre prendermi per i capelli e scaraventarmi a terra, mi accascio sul pavimento, piangente mentre mi tengo il punto in cui mi ha preso e stretto

-Tu non sei mia figlia. Non un mostro come te.- dice con rabbia la mamma, la guardo.
Ha lo sguardo arrabbiato, molto arrabbiato, i suoi occhi mi urlano che mi odia e non vuole più vedermi.
Papà non fa altro che guardare la porta d'uscita in fondo al corridoio, riprendono a camminare.
Li guardo singhiozzando e piangendo, per poi urlare a squarciagola

Il Mio Amico ImmaginarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora