Catherine si sollevò dal pavimento, con uno sbuffo. Aveva mal di schiena e non si sentiva più le ginocchia, ma se non altro ora il pavimento era pulito.
- Siete veramente in gamba, signorina Catherine...- si congratulò Lydia, osservando compiaciuta le piastrelle lucide.
- Pfff!- fece la ragazza.- Sei troppo buona con me, Lydia. Senza di te non ce l'avrei mai fatta...
- No, dico sul serio - insistette la governante.- Sapete esattamente cosa fare, e non lasciate mai nulla al caso. Sarete una perfetta padrona di casa, un giorno, farete felice vostro marito...
- Lydia - l'ammonì Catherine, raccogliendo da terra lo straccio e il secchi d'acqua.
- Beh, che ho detto?- protestò la donna.- Ho detto un giorno. Non vi dovete sposare subito, certo che no, ma prima o poi dovrete farlo...Nessuno vuole restare solo per sempre, no?
- Io non voglio restare sola per sempre, Lydia, ma non voglio nemmeno sposarmi ora - disse Catherine.- Mio padre ha bisogno di me, lo so. E in ogni caso, non mi sposerò se non per amore...
- Se ci fosse qui la vostra matrigna direbbe che le vostre sono tutte sciocchezze...com'è che ha detto l'ultima volta? Ah, sì...stupidi sogni da ragazzina immatura.
- Questo spiega anche la natura del suo matrimonio con mio padre, non credi?
Prima che la povera Lydia si trovasse nella situazione di dover dare una risposta alla pungente domanda di Catherine, la porta d'ingresso si spalancò di colpo.
- Questo posto non è soltanto orrendo, è anche sudicio!- ringhiò Lady Julia, entrando in casa con gli stivaletti infangati e sporcando così il pavimento appena pulito.
Lydia digrignò i denti, trattenendo a stento la sua indignazione.
- Così certo non aiuterete a renderlo più pulito, signora madre - disse Catherine.
Lady Julia dapprima le rivolse uno sguardo di fuoco, poi però assunse subito quella sua solita aria sprezzante coronata da quel sorriso gelido. Squadrò Catherine da capo a piedi.
- Sai, Catherine, quell'abito ti dona proprio - ironizzò.
Quando ancora erano ricchi, la ragazza aveva degli abiti non lussuosi, ma comunque eleganti, benché semplici. Ora, invece, complice sia la tragedia che li aveva colpiti, sia la "promessa" fatta alla matrigna di occuparsi della casa, indossava un vecchio abito prestatole da Lydia, che risaliva forse ad una trentina di anni prima, marrone chiaro, con gli orli strappati e la gonna rattoppata, nascosta in parte da un grembiule bianco pieno anch'esso di toppe.
- Mai quanto la poderosa macchia di fango sul vostro fondoschiena, signora madre - ghignò la ragazza.- L'erba del giardino ha avuto l'onore di attutire la caduta sul vostro regale deretano, vedo...
Lady Julia digrignò i denti; quella ragazzina presuntuosa doveva sempre avere l'ultima parola!
- Basta, non sopporto più questo posto!- gridò, avviandosi a grandi passi verso la scalinata.- Lydia, chiama anche l'altra mia figliastra e preparala! E fa' lo stesso anche con la padroncina di casa, qui!- disse, indicando Catherine.
- E perché mai, signora Kingston?- domandò la vecchia governante, perplessa.
- Il tuo compito non è chiedere, è eseguire gli ordini!- abbaiò la donna.- Ma, se proprio vuoi saperlo, andiamo in paese! Primo, perché non sopporto più questa casa; secondo, perché non mi fido minimamente del lavoro che sta facendo il mio figliastro; terzo, perché qualcuno dovrà pur provvedere a trovare uno straccio di marito alla signorina! A meno che la principessina non sia certa di guadagnarsi un posto come sguattera in qualche bettola!