Il patto

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Imbruniva, ma i clienti del Leone d'oro non potevano vedere il tramonto nel cielo autunnale.Le imposte erano troppo accostate e, se anche così non fosse stato, la loro attenzione in quel momento era concentrata su tutt'altro spettacolo.La partita andava avanti sin dalla mattina, e tutti coloro che non erano troppo alticci per capirlo si erano accorti già da un pezzo che il giovane Henry Kingston cominciava a dare segni di cedimento.Continuava a tergersi il sudore dalla fronte e a inghiottire un sorso di vino dietro l'altro; Henry sperava che tutto quell'alcool l'avrebbe aiutato a sentirsi più sciolto e rilassato, ma in realtà non faceva altro che inebetire i suoi sensi, e i suoi occhi arrossati si facevano sempre più lucidi e febbrili.Lord William, reggendo in mano le sue carte, fingeva di prestare attenzione alla partita, ma non riusciva a reprimere il ghigno soddisfatto che gli si dipingeva sulle labbra ogni volta che osservava Henry scrutare il suo mazzo cercando disperatamente la carta vincente in grado di tirarlo fuori da quel pasticcio.La partita durava da ore, il croupier continuava a distribuire carte su carte, e i soldi che Henry perdeva si accumulavano ogni minuto che passava. Ormai il giovane Kingston aveva perso anche più del milione che aveva puntato all'inizio; fosse dipeso da Lord William, la partita si sarebbe conclusa già da un pezzo, ma quel damerino del suo avversario era più ostinato e cocciuto di un mulo.Beh, poco male, si disse Lord William, ghignando soddisfatto alla vista delle proprie carte. Quella sarebbe stata la mano vincente.- Tocca a voi, Lord William...- disse Henry, ansimando leggermente.- Certo. Siete sicuro di volere continuare, Henry?- domandò Lord William, ostentando una cortesia che veniva immediatamente contraddetta dal suo sguardo beffardo.- Non credete che sarebbe meglio dichiarare la partita conclusa? Vi vedo alquanto affaticato...- No, no!- rispose in fretta Henry.- No, sto benissimo, credetemi. Avanti, fate il vostro gioco.Lord William ghignò, sollevando lentamente una carta.- Temo di dovervi annunciare, Henry, che avete perso la partita - sibilò.Detto questo, fece scivolare al centro della tavola un asse.Si levò un mormorio di stupore. Lord William aveva vinto. Aveva vinto, non c'erano più speranze che Henry riuscisse a riprendersi. La partita era conclusa.Henry rimase a fissare quella carta per un tempo che gli parve infinito; d'un tratto, fu come se una grandissima stanchezza si fosse impadronita di lui. Sentì la testa leggera, braccia e gambe divenire improvvisamente deboli; si accasciò sul tavolo, trattenendo a stento un gemito di disperazione.- Su, su!- Lord William si era alzato e lo aveva raggiunto, e ora gli picchiava una mano sulla spalla come per consolarlo.- Su, che volete che sia mai una sconfitta a poker? Andiamo, capita a tutti i gentiluomini, dico bene? Fatevi coraggio.- Lord William...- boccheggiò Henry, sentendosi la gola secca.- Lord William...quel denaro...- Oh, certo! Ma non preoccupatevi, non c'è fretta. Prendetevi pure la nottata per riposare. Ci vediamo domani mattina alla mia villa per il pagamento, d'accordo?Lord William gli voltò le spalle, dirigendosi con calma verso l'uscita della locanda, sorridendo compiaciuto non appena sentì i passi di Henry Kingston avvicinarsi velocemente alle sue spalle.- No, Lord William!- disse Henry, trattenendolo per una spalla.- Lord William...io...io non ho quel denaro...- confessò il giovane.Lord William si costrinse a rimanere impassibile, ma dentro si sentiva ribollire.Proprio come sospettavo...Rimase a fissarlo per un po', quindi si liberò dalla presa di Henry con una smorfia.- E così...- esordì.- Mi avete truffato, Henry.- No! No, Lord William, ve lo giuro!- cercò di difendersi il giovane.- No, io non volevo...Vi prego, Lord William!- implorò.- Vi prego, voi non avete idea di come sono ridotto! Devo dei soldi a mezza città! Vi prego, Lord William, annullate il mio debito.- Gli affari sono affari, Henry - dichiarò Lord William, calmo, senza smettere di guardarlo.- Non posso certo passare sopra ad una questione di tale importanza, voi capite, non è vero?- Vi prego!- supplicò Henry.- Vi prego...Magari...magari potremmo...potremmo trovare un accordo...Gli occhi di Lord William si accesero di una luce di malvagità e soddisfazione.- Un accordo, dite?- ripeté.- Beh, gli affari sono affari, è vero, ma qualunque gentiluomo è sempre disposto a discutere in merito a questioni importanti. Venite, andiamo a casa mia. Ne discuteremo meglio nel mio studio.

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