15.

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"Signorina"... "Signorina"

Aprii un occhio confusa, senza rendermi conto di dove fossi. Quel che vidi era una figura confusa e sfuocata, fare strani cenni davanti ai miei occhi.

"Signorina lei non può dormire qua"; spalancai gli occhi di colpo, spaventata da quelle parole, a quel punto realizzai che, di fronte a me, ci fosse solo Jeremy.

Jery scoppiò a ridere di gusto, e io gli lanciai una scarpa per farlo smettere subito.

"Maledetto, avevo temuto fosse la polizia"

"Anche se è molto bella, lei non può denudarsi e poi accamparsi nei boschi... l'ho vista ieri sera" continuò Jery imitando il tono di voce assunto poco prima.

"Sei un cretino", dissi lanciandogli anche l'altra scarpa.

"E tu sei bella anche da appena sveglia, sai che con le donne non capita spesso", continuò a prendermi in giro.

Feci una smorfia e mi tirai a sedere sfregandomi velocemente le braccia con le mani, era salito il freddo e lo potevo sentire tutto nelle ossa. Addormentarsi così non era stata una grande idea.

"Se anche lei lo desidera, il sole sta per sorgere ed andrei a guardare l'alba prima di tornare a dormire, in un letto comodo". Propose lui, vedendomi un po' spaesata.

Annuii, avevo voglia di vedere l'alba e anche di dormire in un letto comodo, di separarmi da Jeremy invece, non ne avevo per niente. E soprattutto, non avevo voglia di pensare a cosa sarebbe successo una volta separati.

Mi tornarono alla mente i momenti magici vissuti quella notte e di conseguenza anche la pelle d'oca, era stato tutto perfetto e lui aveva dimostrato una premura commovente nei miei confronti.

"Hai un altro bosco del cuore da cui guardi l'alba o vuoi arrivare ad un promontorio in questa foresta"? Domandai curiosa per interrompere il flusso di pensieri.

"Tu cosa preferiresti"? Mi chiese lui, anziché rispondere alla mia domanda.

"A me l'alba piace guardarla sulla città, di solito, mi piace vedere i palazzi illuminati, la gente che si sveglia, l'inizio di un nuovo giorno è sempre una speranza ancora viva" dissi alzandomi dalla coperta per avvicinarmi a lui.

Jeremy mi guardò un istante rimuginando, poi affermò:" Quindi la notte è una speranza che muore"

"Però non sempre", ribattei io.

"È una visione particolare della notte e del giorno", concluse lui dandomi un buffetto sulla guancia.

Avrei voluto abbracciarlo forte ed inalare un po' del suo odore, ma non ebbi il coraggio di avvicinarmi, gli sfiorai appena il dorso della mano e lui me la strinse subito.

"Allora città sia!" Esclamò cominciando ad arrotolare la coperta.

Non ci dicemmo molto nel tragitto, ci tenemmo per mano per tutta la strada, salvo quando mi fermai per raccogliere le bacche del biancospino cadute a terra.

"Le raccolgo sempre perché io e Savannah amiamo fare i vasetti dei colori", dissi sentendo di dovergli una spiegazione.

"Non so se voglio sapere cosa sia un vasetto del colore", mi schernì lui.

"Cromoterapia, mai sentito parlare"? Risposi un po' stizzita: "Mettiamo tante cose del medesimo colore in dei vasetti, e poi li guardiamo. I colori hanno dei poteri, certi sono estremamente calmanti, e.. beh, un antistress artigianale", continuai poi, sperando di risultare un po' meno acida.

Quel disastro meravigliosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora