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"Ma dai Fanny secondo me scherzava", rise Savannah buttando all'indietro la sua folta chioma corvina: "E anche se fosse stato serio..."

"E anche se fosse stato serio cosa"? Inveii scherzosamente: "Va bene che tu sei mrs apertura mentale, ma sappi che consigliare alla propria migliore amica di continuare ad andare con uno che forse è un sadico psicopatico, è illegale".

"Non credo sia illegale consigliare alla propria amica, che fino a ieri non sapeva come fosse fatta una bottiglia di vino, di continuare a divertirsi con il più figo della scuola", insistette ancor più divertita. Io sbuffai e le misi un finto broncio per ripicca.

"Andiamo Fanny, mi fai troppo ridere quando fai così".

"Ti faccio ridere"? Le domandai esterrefatta: "E cosa dovrei dire io che ho un'amica che mi consiglia di farmi picchiare da uno?"

"Non ti ho consigliato di farti picchiare da uno scema, ti ho detto che visto che Jeremy ci sa fare e che finalmente ti sei svegliata, finché quel che fa ti piace, non dovresti mettergli limiti" ribadì lei, un po' piccata.

"Io non gli metto nessun limite è che non ho più sei anni e non ho intenzione di permettere a nessuno di darmi degli schiaffi sul culo", davvero Savannah se lo sarebbe lasciato fare? Ognuno fa quel che vuole nel suo privato, ci mancherebbe, ma io non avrei mai immaginato ci fosse qualcuno disposto ad accettare ciò.

"Uffa... Dicevo solo di divertirti finché ti diverti, poi se qualcosa non ti piace glielo dici. Funziona così il sesso fra noi comuni mortali", Savannah sorrideva, come se sapesse qualcosa che io non potevo capire. Non parlavamo mai, nello specifico, di quel che facevamo coi ragazzi. Anche perché io avevo fatto davvero poca roba prima di Jeremy, non avrei avuto molti argomenti con cui contribuire al discorso. E probabilmente per questo, Savannah, non l'aveva mai intavolato. Mi domandai quante fossero le cose che non sapevo sulla mia migliore amica.

"Comunque credo l'abbia detto solo per scherzare, sai com'è fatto lui... Ama la provocazione" riprese lei il discorso, vedendomi fin troppo assorta nei miei pensieri.

"Spero sia come dici tu... Comunque non lo capisco proprio, si comporta come se ci tenesse tantissimo, poi sparisce in continuazione. Mi dice le sue frasi sconce sulla panchina, poi non si fa vedere manco in pausa pranzo..."

"Non so che dirti Fanny... È uno strano, secondo me si vede che gli piaci, ma allo stesso tempo continuerei ad andarci coi piedi di piombo con lui."

"Che intendi dire"? Le domandai allarmata, forse Savannah la sera in cui mi avevano data per dispersa, era venuta a sapere dettagli su Jeremy che non mi sarebbero piaciuti.

"Che divertiti con lui, goditi la tua cotta... Ma falla rimanere una cotta, non innamorartene. Non troppo", di nuovo la faccia di Savannah mi parve imperscrutabile, ebbi ancora una volta la sensazione che mi stesse nascondendo qualcosa, ma lasciai correre.

Ero certa che se fosse stata una cosa di fondamentale importanza me l'avrebbe detta senza esitare. E poi mi conoscevo, non avrei resistito più di un giorno o due prima di cominciare a torturarla per farmi rivelare l'arcano.

Mi rintanai in camera mia, pronta ad una serata di studio e ripasso, ma il trillo del cellulare mi distrasse. Jeremy. Mi stava telefonando per chissà quale ragione.

"P-p-ronto"? Risposi con il cuore in gola

"Che programmi hai riccioli d'oro"?

"Certo non farmi picchiare da te", gli risposi acidamente, non so nemmeno io per quale ragione.

"Oh" Rispose lui.

Restai zitta.

"Ma io non ho mai avuto intenzione di picchiarti", disse lui serio dopo qualche istante di reciproco silenzio.

Quel disastro meravigliosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora