10- Finte mancanze

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Angolo scrittrice:

Salve ragazze! Volevo scusarmi per non aver pubblicato per circa una settimana ma sono stata molto impegnata, in qualsiasi caso grazie per il vostro sostegno. Eccovi qui un nuovo capitolo, secondo voi cosa succederà fra Amethist e Nate? Non vi resta che leggere e scoprirlo. Mi auguro che questo nuovo capitolo vi piaccia e come sempre commentate e votate per farmi capire cosa ne pensate. Un bacio, e al prossimo capitolo!

Sono rimasta rinchiusa in camera mia tutta la serata, persino quando Tara è venuta a supplicarmi di uscire e andare a trovare gli altri non mi sono mossa dalla mia stanza, l'unico luogo in cui mi ritenevo al sicuro. Mi sveglio di soprassalto e mi guardo intorno, la prima notte è sempre difficile per me, ho una specie di insonnia per via del fatto che sono abituata solo ai letti che conosco, e questo per me è anonimo. Sbuffo e mi tolgo le coperte di dosso, agguantando il telefono. Sono le quattro meno un quarto del mattino, di Tara e Clarke nemmeno l'ombra. Mi infilo le scarpe e mi affaccio sul corridoio, regna un silenzio tombale, probabilmente non sono qui. Esco dalla porta e mi ficco la tessera magnetica nella tasca, e percorro il breve corridoio, mentre ho poggiata sulle labbra una sigaretta che non vedo l'ora di accendere.

Esco all'aperto, e mi stringo nella mia felpa, maledicendomi nuovamente per non essermi messa addosso qualcosa di più pesante. Prendo il telefono e me lo porto all'orecchio, e appena sento la sua voce il mio cuore si riempie di dolcezza. «Ehi baby, che succede?» la sua voce è roca, e si nota che l'ho svegliato. «Nulla... mi mancavi.» sussurro, sull'orlo di un pianto. Lo sento stiracchiarsi e sbadigliare «Mi manchi anche tu, piccola. Sicura che non sia successo niente?» mi chiede Grey, nella sua voce noto una punta di preoccupazione. «No davvero Grey, è... è tutto apposto.» mento. So benissimo che se raccontassi a Grey di Nate probabilmente lui arriverebbe qui in un nanosecondo e gli spaccherebbe la faccia, ed è l'ultima cosa che voglio. «Allora, come si sta lì?» mi chiede riportandomi alla realtà «Freddoloso, e triste. Senza di te.» Non sono mai stata il genere di ragazza appiccicosa e troppo dolce, ma con Grey mi sento diversa. «Mi spiace che tu non ci sia qui.» gli ricordo. Lo sento sbuffare dall'altra parte della cornetta «Già, dispiace anche a me, ma avremo la gita prima delle vacanze di primavera, e lì possa cadere il mondo, ci sarò.» ridacchia. Passati venti minuti congedo Grey perché sono le quattro del mattino passate, e mi sento quasi in colpa nel lasciarlo sveglio.

Ci salutiamo e chiudo la chiamata, poggiandomi ad un muretto a secco e inaldando l'aria fresca. «Che ci fai qui?» una voce mi risveglia e noto Max di fronte a me. Nessuna via d'uscita, dovrò parlarci. «Nulla, prendevo un po' d'aria.» mento e pesco l'ennesima sigaretta dal pacchetto e l'accendo. «Oh... okay. Me ne daresti una?» alza la mano con il dito ad indicare il pacchetto che ho ancora in mano «Le mie le ho dimenticate su» dice, visibilmente rosso in volto. Gli porgo il pacchetto e lui prende una sigaretta. «Non ci credo, sai...» mi sussurra dopo essersi poggiato al mio fianco. Lo guardo, ma lui non ricambia lo sguardo. Se ne sta lì, a fissare le stelle, nel suo magliore oversize di lana, e quasi vorrei strapparglielo di dosso, perché la vista è mozzafiato, ma il freddo è insopportabile. «A cosa?» sussurro, stringendomi nella felpa. Lui posiziona lo sguardo su di me, si sfila il maglione e me lo porge, rimanendo con una semplice polo a maniche lunghe. «Non c'è bisogno...» tentenno con ancora il maglione in mano. «Invece sì, stai morendo di freddo, mettitelo.» mi ordina, e io obbedisco.

Il maglione è tre, se non quattro volte più grande dei miei maglioni, e mi arriva praticamente al ginocchio, però è davvero caldo, e mentalmente ringrazio Max per avermelo dato. Mi stringo nel suo maglione e lo guardo nuovamente «A cosa non credi, Max?» gli ripeto, e lui mi sorride. «Al fatto che tu sia qui solo per prendere una boccata d'aria. Tara ha litigato con Nate, anche se lui continua a smentire che sia successo qualcosa fra lui e te.» dice annoiato, poi getta il mozzicone di sigaretta e lo schiaccia con il piede. «Ma perché vi siete fissati con questa storia?» sbuffo io, alzandomi dal muretto. «Perché che tu ci creda o no, sei la prima persona con cui Nate si comporta così. Di solito dopo un giorno le ragazze le snobba.» «Ma se sta con quella ragazza.» borbotto io «Lo fa per far ingelosire te, e se non te ne sei accorta sei più stupida di quanto pensassi.» mi sorride, e io gli tiro un pugnetto sul braccio, che sono sicura non gli abbia fatto nulla. Mi allontano da Max con la promessa che l'indomani gli avrei restituito il maglione, e mentre cammino penso alle sue parole. Com'è possibile che Nate voglia far ingelosire me? E perché mai dovrebbe? Alzo gli occhi al cielo, Nate era incomprensibile, o forse ero solo io a non capirlo? Entro nella hall dell'albergo, deserta e mi incammino verso l'ascensore, mi ci fiondo dentro e premo il numero '2' del mio piano.

Mentre l'ascensore mi porta a destinazione,  io non riesco a smettere di pensare al perché di un atteggiamento simile, e più ci penso più mi arrabbio. Il classico "Tin-tin" mi avvisa che l'ascensore è arrivata al piano e le porte si spalancano di fronte a me. Esco e con sconforto cammino verso la mia stanza, ma qualcuno mi picchietta la spalla. Mi volto e il viso di Nate è lì, più incazzato che mai. «Cosa c'è adesso?» gli chiedo monotona, lui mi guarda con disprezzo e mi passa davanti. «Sto parlando con te, idiota.» gli urlo alle spalle, e me ne pento subito dopo. Lo vedo bloccarsi, voltarsi e tornare indietro verso la mia direzione, gli occhi pieni d'odio. «Non ho nemmeno la voglia di parlarti. Ti stavo venendo a cercare perché mi ero preoccupato, dato che Tara non sapeva dove fossi finita alle quattro e mezzo del mattino, ma indovina un po'? Ti vedo con addosso il maglione di mio fratello, e io conosco Max, non da le sue cose in giro se non a chi tiene.» «E quindi? Max non può tenere  a me? Sei assurdo Nate.» gli sussurro mentre cerco la chiave nelle tasche «No, è assurdo che tu sia così zoccola da illudere me, e fartela con mio fratello. Che schifo.» detto questo si volta, alza il passo e se ne va «Ma cosa dici?!» gli urlo dietro, infila la chiave nella serratura della porta della sua stanza e mi guarda «Non mi interessano le scuse Amethist, non me ne frega più niente.» dice, e poi si sbatte la porta alle spalle. Sono in bilico su un sottile filo che delimita la sanità mentale dalla crisi di nervi.

Mi rinchiudo in camera, voglio solo tornare a casa. Eppure mentre penso a Grey non sono così convinta che mi manchi lui. Mi manca la stabilità che ho con lui. Mi getto sul letto e prendo fiato. Dieci secondi dopo Tara entra come una furia in camera, con Clarke al seguito. «Ma dov'eri?» mi urla, ma non ho voglia di sentirla, non ho voglia di sentire nessuno. Mi volto dall'altra parte e sbuffo, mentre Tara e Clarke si siedono sul mio letto. «Puoi dirci tutto, lo sai.» balbetta lei, notando il mio stato. «Non ho voglia di parlarne...» ammetto e mi asciugo una lacrima. Tara mi strofina una mano sui capelli e la sento tremare «Non mi hai mai nascosto niente... mi sto preoccupando.» la sua voce trema, quasi sull'orlo di un pianto. Mi volto e la guardo dritta negli occhi, e vedo quanto è preoccupata, ansiosa, triste. Mi sento in colpa, vorrei solo poterle dire cosa succede. «Ve ne parlerò okay? Ma non stanotte.» un'altra lacrima scende, e l'asciugo con la manica del maglione di Max, la fisso e rimango ferma. Perché adesso mi sento in colpa ad indossarlo?

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