23- Vendette inaspettatamente piacevoli

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Ho rimuginato parecchio ieri sera, ho pianto e soffocato le urla nel mio cuscino preferito. Mi sono addormentata con la consapevolezza che Nate fosse all'oscuro del fatto che io sapessi che mi aveva tradita. La realtà dei fatti è che dopo Grey, speravo che con Nate fosse diverso. Ma ho riposto le mie speranze nella persona più sbagliata al mondo. So esattamente di essermela cercata, non avrei mai dovuto fidarmi di Nate, mai e poi mai. Eppure mi ero buttata a capofitto in una storia stramaledettamene romantica quanto improbabile. Io e Nate Jhonson? Che diavolo avevo mai avuto in mente! 

Ancora con gli occhi gonfi e arrossati mi alzo dal letto e corro verso il bagno a lavarmi. Per quanto possa essere stata intensa la nostra "storia" è stata altrettanto breve. Mi autocostringo a smetterla di piangere come un'idiota patentata e rendermi il più presentabile possibile. Un'altra me avrebbe evitato il confronto, sarebbe rimasta rintanata nel letto a struggersi e ad autocommiserarsi, ma dopo  sta notte, qualcosa in me è cambiato. Dopo l'ennesima batosta presa, e sta volta, da Nate, ho deciso di cambiare radicalmente, di ritornare quella che ero prima che Nate Jhonson entrasse nella mia vita e decidesse di rovinarla fino in fondo. Ho deciso di mandare al diavolo tutti i bei ricordi, e la parte più emotiva di me. Ho deciso di ritornare l'Amethist glaciale, quella che vista da fuori sembra senza sentimenti, la più stronza delle stronze. 

Esme stamattina si sente poco bene, così prendo la macchina e faccio il tragitto da sola. Arrivata parcheggio e mi accendo una sigaretta difronte all'entrata. Scrollo noiosamente la Home di Instagram cercando qualcosa che non mi faccia pensare al fatto che di lì a breve rivedrò Nate e la sua adorabile faccia da stronzo. Cerco di scacciare dalla mente il fatto che una parte di me vorrebbe solo ritornarsene a casa, mentre l'altra ha bisogno del confronto, ha bisogno di distruggerlo e vederlo strisciare ai miei piedi. 

Mentre sono intenta a guardare un video tutorial su come preparare una torta che sembra buonissima, sento una risata echeggiare in lontananza, e non ho nemmeno bisogno di alzare lo sguardo per capire da chi provenga, eppure lo faccio. Non appena i miei occhi lo riconoscono, il mio cuore accelera, ma non so se per i sentimenti che ancora provo per lui, o per la rabbia che inizia a montare dentro di me. È ancora più bello del solito, se possibile. Ha addosso un paio di jeans skinny a vita bassa, una felpa semplice nera e un paio di Adidas ai piedi. Tiene lo zaino con una mano, poggiato su una spalla, e con l'altra si scompiglia i lunghi capelli color nocciola. Come se lo sapesse, i suoi occhi vagano tra la folla fino a fissarsi nei miei, e automaticamente mi sorride. Che bastardo! 

Inarco un sopracciglio e riporto la mia attenzione sullo schermo del telefono. Il gruppetto si avvicina e Max mette un braccio sulle mie spalle. «Baby, buongiorno!» mi urla in un'orecchio e mi sfugge un sorriso. «Buongiorno» la voce di Nate mi risveglia e punto gli occhi su Max. «Buongiorno anche a te, come è andata ieri sera?» gli chiedo sapendo che Nate mi sta osservando accigliato. Max sorride e mi scompiglia i capelli.

«Bene, ma avrei preferito ci fossi anche tu! Perché sei andata via poi?» mi chiede lui stranito. È un attimo, e l'espressione di Nate cambia, da accigliato ora è bianco come un cencio, quasi impaurito. «Mi è venuta la nausea.» rispondo a Max. Lui annuisce e mi da un bacio in fronte. 

«Stai meglio ora?» chiede Aspen sedendosi accanto a me. Adesso, tra Aspen e Max, mi sento quasi al sicuro. Annuisco e gli sorrido. Mi sorride a sua volta. «Quindi... c'eri anche tu ieri sera?» mi domanda Nate, la voce è quasi tremolante e io avrei voglia di prenderlo a ginocchiate sulle gengive. «L'ha appena specificato Max, mi sembra.» sputo sentenziosa e Nate strabuzza gli occhi. 

La campanella ci fa risvegliare tutti e io mi alzo di scatto dalla macchina, controllo per l'ultima volta se è chiusa e mi avvio verso l'entrata, prendendo accuratamente la mira e tiro una spallata a Nate sorpassandolo. Sento che borbotta qualcosa in lontananza ma so che se in questo momento mi girassi probabilmente tornerei indietro per ucciderlo con le mie mani. 


La mattinata va di bene in meglio, Nate continua a fissarmi da lontano, e so che il dubbio lo sta logorando. Si starà domandando da almeno due ore se l'ho visto in spiaggia con la biondina oppure no. Alla terza ora, Aspen viene a sedersi vicino a me sorridendomi, e io ricambio. Mi prendo un momento per guardarlo come si deve. Ha addosso una maglia bianca semplice, e un paio di jeans a cavallo basso, il cappellino portato con la visiera dietro lo rende ancora più carino, anche se l'aria da bulletto non gli si addice. I lunghi capelli gli spuntano dal cappello e lo fanno sembrare uno di quei classici Bad Boy delle storie d'amore, se non fosse che Aspen non abbia nulla se non l'aria da cattivo ragazzo. Una ragazza mi scruta da lontano, ha gli occhi inviperiti e so che molto probabilmente è gelosa del fatto che Aspen si sia seduto vicino a me al posto di sedersi accanto a lei. Il preside entra in classe e annuncia che il professore è assente oggi, e che quindi abbiamo l'ora libera. Ci fiondiamo tutti fuori alla velocità della luce e Aspen mi segue mentre vado a sedermi all'ombra di un albero in cortile. 

«C'è qualcosa che non va, vero?» sussurra, quasi avesse paura di dirlo ad alta voce. «È così evidente?» Incrocio il suo sguardo e lui annuisce lievemente «Per chi ti conosce davvero, sì.» conclude, e mi circonda le spalle con un braccio. Poggio la testa sulla sua spalla e mi faccio sfuggire un sospiro. «Immagino tu non abbia voglia di parlarne.» 

«Immagini bene...» borbotto stringendomi ancora più a lui. Lo sento stringermi più forte. «Qualsiasi cosa sia successa, dimmi solo a chi devo spaccare il culo.» ridacchia e fa sorridere anche me. È assurdo, ma Aspen ha sempre avuto la capacità di farmi cambiare umore di meno di un nano secondo. Saranno le sue fossette adorabili, il sorriso più dolce del mondo o il suo modo di capirmi, ma da quando è tornato non ho fatto altro che pensare a quanto mi è mancato in tutti questi anni. 

«Aspen...» 

«Mh-mh?» 

«Ti voglio un bene immenso.»  Lo sento rilassarsi al mio fianco e ridacchiare e dirmi «Anch'io piccola, più di quanto immagini.» E un po' il cuore mi si scioglie. In lontananza guardo Nate che ci fissa indiavolato, se avesse potuto sarebbe già corso qui a prendere a calci sia me che Aspen, ed è forse anche per questo che un'idea mi si attanaglia nella mente. 

«Posso chiederti un favore, non posso spiegarti ora, ma in seguito lo farò...» borbotto, lui mi guarda meglio, si scompiglia i capelli e annuisce. «Puoi baciarmi?» Inizialmente si blocca un attimo, ma non se lo fa ripetere due volte. Porta le dita sotto il mio mento, mi solleva il volto e mi bacia, con una delicatezza che immagino solo lui sappia avere. Dei piccoli brividi compaiono sulle mie braccia. Ci stacchiamo dal bacio e ci guardiamo negli occhi. «Grazie...» farfuglio, lui mi sorride «Grazie a te.» Mi sento un po' in colpa per averlo baciato, ma più di tutto per averlo fatto per vendetta contro Nate. Spero solo che questo non cambi le cose tra di noi. 

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