18- Non perdere tempo con gli sfigati!

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Partiamo dopo pranzo, e ci ritroviamo sulla statale verso l'università. Tara non parla, dietro con lei c'è Max, mentre io sono davanti con Nate. Ogni tanto ci scambiamo qualche sguardo, ma niente di più. Ci fermiamo a prendere da mangiare in un fastfood sulla strada e poi continuiamo il nostro viaggio, che durerà circa ancora una mezz'ora. Sono nervosa, non perché mi interessi qualcosa di Alex, ma perché ha fatto soffrire la mia migliore amica. Dopo aver mangiato Tara apre il finestrino e si accende una sigaretta, e io faccio altrettanto. So che è nervosa quanto me. Non appena svoltiamo verso l'uscita per l'università, Tara incomincia a tremare. La sento singhiozzare, e vedo che Max le tiene la mano. Mi volto per guardarla meglio. «Ehi, andrà tutto bene.» le dico, prendendola per la mano. Lei scuote la testa. «Ehi, guardami.» le dico imponendole di girare la testa.

Ha la faccia arrossata, gli occhi gonfi. «Ti ho mai detto che sarebbe andato tutto bene e poi non è successo?» le stringo la mano. Lei ci pensa un po' su, poi fa un accenno di sorriso. «No..» ammette. Le stringo la mano più forte «Allora fidati, andrà tutto bene.»

Parcheggiamo fuori dal campus e ci dirigiamo verso il dormitorio maschile. Riusciamo a scavalcare la guardia del dormitorio perché è molto indaffarata con altri dieci ragazzi che si lamentano, e non nota noi. Così saliamo le scale, ma prima fermo un ragazzo a caso. «Biondino, sai in quale stanza alloggia Alex Harris?» chiedo guardandolo fisso negli occhi. Mi fa un sorriso sornione e si appoggia alla balaustra delle scale. «Ehi bella, non perdere tempo con gli sfigati. Ti va un caffè?» mi chiede, scoccandomi un'occhiata di consenso, senza nemmeno rendersi conto che ad un gradino più su ci siano Tara, Max e ovviamente Nate, che lo fissa in cagnesco. Fantastico, sono circondata da ragazzi idioti. «Non verrà a prendere un caffè con te, come hai specificato già tu, non perde tempo con gli sfigati.» ribatte Nate seccato. 

Il ragazzo sventola la mano verso Nate «Non sto parlando con te, ragazzino.» dice, poi punta lo sguardo su di me. «Allora?» Sento Nate borbottare qualcosa e so che se non farò qualcosa nell'arco di cinque secondi potrebbe scoppiare una piccola rissa. «Allora, come ha ribadito il mio amico, non perdo tempo con gli idioti. Adesso potresti dirmi il numero della camera di Harris?» richiedo, schietta. Il ragazzo biondo ridacchia «Mh, sei difficile, mi piace. La stanza è la numero 13D, al quarto piano, se passi di nuovo da queste parti ricordati il mio nome, sono Jordan.» dice, poi mi scocca un'ultima occhiata e incomincia a scendere le scale. 

Noi al contrario, cominciamo a salirle e Nate si affianca a me. «Poi mi spieghi perché attrai solo idioti del cazzo.» dice lui seccato. Alzo gli occhi al cielo, ma resto zitta. Dopo quello che credevo ci fosse stato fra me e lui, mi sento un po' intontita. Nate ha specificato che non vuole nessuna ragazza alle calcagna, e io... beh, dopo Grey avrei difficoltà a fidarmi di chiunque. Arriviamo di fronte alla porta di Alex e sentiamo delle risatine. Le mani di Tara incominciano a tremare. Mi metto davanti a lei per farle da scudo, poi busso alla porta. Sento la voce di Alex dire qualcosa come "Dannazione, aspetta, è il  mio coinquilino.", poi sento dei passi. «Cazzo, Brad. Ti ho chiesto e specificato che oggi la stanza serve a me, non lo vedi che sono occupa...» dice aprendo la porta, ma si blocca vedendoci. «C-che, che ci fate qui?» balbetta. 

Scosto la porta ed entro, una ragazza dai capelli ricci e rossi si copre con il lenzuolo «Tranquilla, non ci interessa ciò che hai da offrire.» sentenzia Max freddo, e la ragazza abbassa la testa. Alex indietreggia, ha un piccolo lenzuolo che tiene stretto in vita, ed è abbastanza agitato. «Tara...» dice piano. Vedo la mia migliore amica agitarsi sul posto, ma non riesce a parlare, si affianca a Max e si attacca a lui come protezione. «Non le parlare. Parla con me piuttosto.» dico io schietta, mettendomi di fronte a lui. «Che tu fossi un verme del cazzo era una cosa scontata già quando venivi al liceo con noi. Ma questo?» dico indicando la rossa e poi lui. «Amethist... non sai come stanno le cose.» «So che hai tradito la mia migliore amica, che non ti è importato se le stavi spezzando il cuore. E questa è l'unica cosa che mi interessa sapere.» 

Mi avvicino ancora di più a lui, lo vedo tremare. «Ora fai una bella cosa. Uno, chiedi scusa a Tara. Due, puoi anche ritornare a letto con la rossa, che detto fra noi, non è nemmeno tutta 'sta bellezza.» La ragazza mi scocca un'occhiataccia «Non ti conviene metterti contro di lei quando è arrabbiata.» conviene Nate, guardando la tipa. «Ma mi ha praticamente detto che sono brutta!» dice lei con voce stridula. «Ha ragione, non puoi fargliene una colpa.» finisce Nate. Ragazza rossa, colpita e affondata. Ora ci resta solo finire Alex.

«Non me ne frega nulla di te, ma sto tutelando Tara. E ti dico una cosa, hai fatto l'errore più grande che potessi fare, e una come Tara, la sognerai per tutta la vita. Ora, dato che lo scenario fra più che ribrezzo, penso che per noi sia ora di andare.» dico voltandomi. «Ah, un ultima cosa.» Alex mi guarda impietrito. Mi avvicino e lo schiaffeggio più forte che posso, così tanto che Alex perde l'equilibrio e per poco non cade per terra. «Dimenticati di lei, non cercarla, non chiamarla. O te la vedrai con me.» finisco. «E con me.» continua Nate, «E ovviamente con me.» dice duro Max mentre stringe Tara tra le braccia. 

Usciamo dalla porta e riprendiamo le scale, vedo Tara staccarsi da Max per venire vicino a me. «Ragazzi, potete avvicinare la macchina all'entrata?» dico cercando di far capire ai due fratelli di lasciarci da sole. Annuiscono e scendono più velocemente i gradini, mentre io e Tara restiamo dove ci eravamo fermate. «Come stai?» le chiedo. Lei mi guarda, e mi sorride. «Bene, adesso. Non ci credo che hai fatto tutto questo per me.» dice lei incredula. Ci abbracciamo. «L'ho fatto perché per me sei come una sorella. Nessuno ti tocca senza pagarne le conseguenze.» la sento ridacchiare. «Sei speciale Amethist, e chi non se ne accorge, allora non ti merita.» sono le sue ultime parole, poi incominciamo a scendere le scale. 

Ci prospetta un viaggio leggermente imbarazzante al ritorno, e so già che sta volta, quella che tremerà sarò io. 

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