16- Sotto due punti di vista

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Angolo scrittrice:

Per la prima volta in questo capitolo vedrete il punto di vista di Nate, non so se continuerò a fare il doppio punto di vista, ma pensavo che vi sarebbe interessato leggere anche cosa Nate pensa e come si sente riguardo al rapporto con Amethist. Ovviamente come sempre vi chiedo di commentare e votare per farmi sapere cosa ne pensate. Vi adoro perché già siamo a 500 visualizzazioni, e piano piano sta crescendo, e sono stra felice. Non posso che ringraziarvi, ora vi lascio con il capitolo, luv ya!


Abbasso lo sguardo mentre lui continua a fissarmi con aria di superiorità. «Allora?» chiede stizzito. Ho le parole bloccate in gola, non riesco a parlare, eppure ci sarebbero tante, troppe cose che vorrei dirgli. «Allora che? Ma la smetti di starmi addosso?» sibilo non appena riesco a prendere fiato. «Vuoi spiegarmi perché c'è il mio nome su questo foglio? E perché dici che faccio tutt altro di ciò che dovrei, e più di tutto perché Tara ti dice di dirmi ciò che provi?» continua a fissarmi. «Perché Tara dice sempre cose a vanvera! E poi perché...» mi blocco. Che faccio? Lo dico o non lo dico? «Perché?» mi chiede. «Perché mi sono sentita in colpa perché per colpa mia hai chiuso una storia con una ragazza che magari ti interessava davvero.» mento spudoratamente. 

Lui mi fissa un attimo interdetto, poi sorride. «Amethist, non è colpa tua. Rebecca non era il mio tipo, era molto superficiale e troppo sciacquetta. In più si era appiccicata come una cozza, e l'ultima cosa che voglio è avere una ragazza alle calcagna adesso. Ho bisogno dei miei spazi da ragazzo adolescente, sai come funziona.» dice, poi si aggiusta il ciuffo e mi guarda. Il mio stomaco si rigira sottosopra. Annuisco. «Già, non è facile a volte. Magari ti fidi di persone che poi si rivelano non essere ciò che pensi che siano.» dico, riferendomi sia a Grey, ma anche a lui. La campanella suona ed interrompe quel momento di imbarazzo che si era creato fra noi. «Ci tocca tornare in classe, cosa abbiamo ora?» mi chiede lui, mentre guarda il telefono. «Educazione fisica.» gli ricordo puntualmente, e i suoi occhi si illuminano. 

«Allora?» Tara mi chiede mentre ci cambiamo negli spogliatoi, dopo averle raccontato ciò che era successo. «Allora che? Non è successo niente, gli ho mentito spudoratamente. Lui ha ammesso di non avere nessuna intenzione seria con nessuna ragazza, ed è meglio che sia così. Non ho intenzione di farmi illudere da un altro ragazzo.» ammetto, più a me stessa che a Tara. Lei annuisce, e chiude bene il laccio delle scarpe da ginnastica. «Andiamo dai, è tardi.» 

Nate Point Of View:

Siamo in palestra quando le ragazze cominciano a confluire dagli spogliatoi. È una delle prime lezioni che facciamo di educazione fisica, almeno noi del secondo anno, perché finora la palestra è servita alle prove delle cheerleader e agli allenamenti al chiuso per la squadra di football. Mi blocco un attimo quando vedo uscire Amethist dallo spogliatoio. Ha dei pantaloncini molto corti neri, e una maglietta bianca, in testa ha una bandana nera legata attorno al capo mentre i capelli sono legati in una coda alta. Ha un paio di calzettoni bianchi e neri alti fino sotto al ginocchio e un paio di Adidas nere ai piedi. È bella da perdere il fiato. 

«Allora, dato che non potrete giocare tutti a pallavolo, e il campo da calcio è inutilizzabile, alcuni potranno giocare a volano, altri a ping pong, l'altra metà del campo è per chi vuole giocare a basket, ma massimo in cinque. Chi vuole astenersi oggi può farlo senza avere una richiesta firmata dai genitori, quindi chi vuole astenersi si sieda sui materassini infondo.» Tre quarti delle ragazze si muovono e vanno verso la fine della stanza, tranne cinque o sei ragazze, tra cui Tara e Amethist. Lo stesso succede per i ragazzi, alcuni vanno a sedersi con le ragazze, altri prendono a giocare o a ping pong o a volano, mentre altri cinque si muovono verso il campo da basket. Mi chiamano, ma preferisco vedere Amethist giocare. 

«Bene, allora dividetevi in squadre, massimo da sei.» In poco tempo le squadre si formano, e non ci stupiamo del fatto che siamo praticamente maschi contro femmine. Amethist si porta dietro per battere. «Signorina Blake, al mio suono del fischietto potrà battere, questo vale per tutti. Io controllerò che rispettiate le regole.» Amethist annuisce e poi tiene gli occhi fissi sulla palla, facendola rimbalzare per terra più volte. Il suono del fischietto ci tramortisce un po', ma Amethist tira, e in men che non si dica ci ritroviamo a giocare una partita agguerrita che continua ad essere pari. Alla fine, dopo un ora di gioco e quattro set, le ragazze vincono per una schiacciata effettuata da Amethist, che ha colpito in faccia uno dei nostri, sfortunatamente non siamo riusciti a prenderla. 

La campanella suona e ci ritroviamo tutti negli spogliatoi a lavarci e cambiarci, abbiamo circa venti minuti per poterci sistemare, quindi ovviamente cerchiamo di fare il più veloce possibile. Quando usciamo dagli spogliatoi lavati e profumati, Amethist e Tara stano parlottando fra di loro. «Allora, di che parlate?» mi intrometto nel discorso e vedo Tara lanciare un occhiata ad Amethist, che scuote la testa. «A come vi abbiamo stracciato.» risponde subito Tara. «Amethist, sei stata davvero cattiva con quell'ultima schiacciata in faccia a Nelson.» la rimprovero. 

«Non è colpa mia se è lento come una lumaca. Doveva stare attento, e fare muro con le mani più strette. Invece ha solo saltato e si è beccato la schiacciata in faccia, non è stato sleale.» ammette portandosi le braccia incrociate al petto. «Infatti, il coach non ha fischiato per infrazione, quindi abbiamo vinto meritatamente. Nelson si riprenderà.» conviene Tara, e poi posa una mano sulla mia spalla. «Sarà per la prossima volta.» ridacchia. 

Le ultime tre ore le passiamo tranquilli, andiamo a mensa, mangiamo e poi appena la campanella suona sfrecciamo fuori. Intercetto Amethist e la fermo «Vuoi un passaggio al ritorno?» le chiedo sorridendole. Il suo sguardo saetta verso Tara che capisce al volo qualcosa che io ignoro. «Oh no, la riaccompagno io, dobbiamo studiare insieme. Magari domani, vero Amethist?» sorride falsamente Tara. Amethist annuisce e mi posa una mano sulla spalla. «Grazie comunque Nate, sei molto gentile.» mi sorride, poi si avvia con Tara. 

Vorrei capire che le prende, da quando siamo tornati dalla gita è più bipolare del solito, ieri tutta contenta di venire in macchina con me, oggi mi snobba quasi avessi la lebbra. Ma cosa ho che non va? Mi odoro un attimo le ascelle per paura di puzzare, invece profumo di One Million, quindi non posso puzzare. Poi odoro l'alito e non puzza, allora mi chiedo se mi stia tenendo alla larga per qualcosa, prendo prontamente il telefono. E le mando un messaggio: "Stasera per le nove ti prenoto, fatti trovare pronta. Non fare domande, a dopo." scrivo velocemente, la sua risposta è secca. "Come vuoi." Mhhh, non la sopporto proprio, eppure vorrei che fosse ancora qui con me. 

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