Capitolo 26 <Ian>

99 16 71
                                    

《Adesso mi potresti dire chi è questa donna?》

La voce di Connor risuona stanca nell'abitacolo silenzioso.

Appena abbiamo chiuso il varco, i vermi sono morti, in un tripudio di interiora e sangue viscido, mentre la nebbia si è diradata fino a scomparire.

Ho scortato personalmente la giovane Nina fuori dall'edificio mentre Liv ha osservato il Genietto smontare il Chiudi Varco, tartassandolo di domande.

Ho fatto promettere alla biondina di non far parola con nessuno di questa faccenda e lei ha giurato silenzio, anche perché se parlasse con qualcuno di ciò che ha visto nessuno le crederebbe.

Ora io, Connor e Liv ci troviamo nella mia auto di ritorno dalla missione: prima di lasciare la sede della New Life, ho voluto aspettare l'arrivo di una squadra e così abbiamo fatto mattino.

Il sole brilla fiocamente all'orizzonte, illuminando la strada di uno strano colore rosso che mi fa pensare al sangue versato dalla mia gente affinché io potessi intraprendere il mio viaggio nel passato.

《Intendi Liv?》domando a Connor, cercando di prendere tempo.

Parliamo a voce bassa, quasi bisbigliando, perché la donna si è addormentata sul sedile affianco al mio.

Le rivolgo una veloce occhiata e non posso fare a meno di notare quanto sia bella, nonostante l'odore terribile che permea la macchina.

I suoi capelli sono umidi, a causa del vermone che ha schiacciato, e le ricadono sulle spalle in ciocche aggrovigliate. Gli occhi sono chiusi, celando i suoi splendidi smeraldi al mondo, le lunghe ciglia le disegnano incantevoli ombre sulle gote mentre le mani, abbandonate in grembo, tremano leggermente.

《Passami la giacca》ordino a Connor, allungando una mano all'indietro.

Fortunatamente le strade sono deserte a quest'ora del mattino così non rischio una multa dato che sto guidando con una mano sola e senza nemmeno guardare molto dove vado.

《Sissignore...》borbotta il giovane, eseguendo, comunque, il mio ordine.

Appena il tessuto morbido tocca le mie dita, afferro l'indumento e tolgo gli occhi dalla strada per posarli sulla dolce Liv.

Le drappeggio la giacca sul corpo come fosse una coperta e la sento mugolare di piacere quando, finalmente, avverte il tepore insinuarsi in lei.

Sono cosciente del sorriso un po' stupido che mi incurva le labbra, ma non riesco a trattenermi: quella donna complicata e dallo sguardo triste mi attira come una falena alla fiamma.

Forse è perché sono solo da troppo tempo.

O forse perché lei è come me, persa fra le epoche.

Fatto sta che risveglia il mio istinto protettivo: non voglio che le venga fatto alcun male, anche se, molto probabilmente, la persona che la ferirà maggiormente sarò io.

Sospiro profondamente, distogliendo lo sguardo da lei e riportandolo sulla strada, uno spettacolo ben misero in confronto alla donna che sta dormendo al mio fianco.

《Allora...?》mi sollecita Connor, tornando all'attacco.

Gli scocco una fugace occhiata, intercettando i suoi occhi scuri nello specchietto: occhi che, in questo momento, sono fermi nella loro decisione.

《D'accordo...》mormoro, pregando che Liv mi perdoni per quanto sto per fare.《Ma ciò che ti dirò dovrà rimanere fra noi. Non potrei parlarne né con Liam né con la signora Smith. Tutto chiaro?》

《Tutto chiaro》mi risponde prontamente il ragazzo.

E sia!

《Si chiama Liv, ma questo già lo sai... Quello che ignori è che l'abbiamo trovata in un vicoletto dei sobborghi di Londra qualche sera fa. Aveva attraversato un varco e, come sai, un fungo l'aveva infettata.》Inizio a spiegare per poi bloccarmi fino ad un cenno d'assenso di Connor.《Liv... Lei... Non appartiene a quest'epoca, o forse dovrei dire a questo mondo...》

Mi zittisco in attesa di una reazione da parte del giovane, però ricevo in risposta soltanto silenzio, un silenzio meditabondo e, forse, confuso.

《Connor...?》Lo sollecito io, scoccandogli un'altra occhiata prima di svoltare a destra, imboccando la strada per il Centro.

《Cosa...? Ah, sì. Ci sono, scusa, stavo riflettendo...》farfuglia lui, come fa sempre quando è nervoso.《Se lei non appartiene a questo mondo, da dove viene?》

Dritto al punto...

《Da un mondo parallelo...?》azzardo con voce incerta.

Almeno, questa è la conclusione a cui sono giunto.

Lei conosce Liam e Connor, ma solamente nella sua realtà e non si è stupita della tecnologia del Centro né dell'esistenza dei varchi. Questo vuol dire che proviene da un mondo parallelo al nostro in cui lei lavora al Centro, assieme al suo Connor e al suo Liam.

Nel pensare ciò avverto uno strano senso di disagio, anche se non comprendo a cosa sia dovuto.

《Capisco...》commenta il ragazzo per poi zittirsi.

《La stai prendendo meglio di quello che pensavo》affermo, stupito dalla sua reazione, o meglio della sua assenza di reazione.

《C'è qualcosa in lei che mi attira... Una sensazione familiare quasi... Non so... Però mi sento confuso e un po' in soggezione accanto a lei...》mi rivela Connor.《Ma avverto anche che si sente sola e persa qui...》

《Tieni a mente ciò che ti ho detto prima》gli ricordo prima di fermare la macchina a circa dieci metri dal Centro.

《Tranquillo. Non ne parlerò a nessuno, tanto non mi crederebbero, però... Che farà lei? Voglio dire, immagino voglia tornare a casa...》

Connor smonta dall'auto e si ferma affianco alla mia portiera, scrutando all'interno per dare un'occhiata a Liv.

《È per questo che la porterò a casa mia e ogni chiamata di Zeke mi farò accompagnare da lei. L'unico modo per aiutarla a tornare a casa è trovare il varco giusto. Per questo ti abbiamo chiesto di aggiustare il suo congegno.》

Studio il volto del ragazzo, ma non trovo nulla, a parte la tristezza per il destino di Liv.

《Se vi posso aiutare, chiamatemi. A qualsiasi ora》afferma, sicuro, prima di salutarmi con un cenno della mano.

Quando lo vedo entrare al Centro, rimetto in moto, faccio un'inversione ad U e accelero, pur rimanendo nei limiti di velocità.

Punto verso la periferia, dove si trova il mio piccolo appartamento, l'unico luogo in cui posso essere veramente me stesso.

Nella quiete del mattino, il silenzio è pesante e opprimente, però mi basta guardare la donna al mio fianco per trovare un po' di serenità.

Allungo una mano per sfiorarle la guancia e capisco, in quel momento, quando le mie dita toccano la sua morbida pelle, che farò tutto quello che è in mio potere per tenerla al mio fianco.

Per sempre.

Anomalie: New World Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora