Capitolo 47 <Liam>

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Non so in che periodo della storia mi trovo di preciso, però, l'aria e il clima non sono molto diversi da quelli in cui vivo.

Mi piace il silenzio di quest'era lontana, anche se il fruscio di sottofondo m'ispira molto meno.

Con la vista periferica, controllo la posizione del varco e avanzo mantenendolo alle mie spalle: è improbabile che giungano minacce da quella direzione.

I dintorni sono tranquilli, a parte quel cespuglio verde brillante che si scuote un poco.

Il mio dito raggiunge il grilletto mentre dimezzo la distanza fra me e il probabile animale. Quando arrivo alla meta, mi abbasso e scosto, con la canna del fucile, alcuni rami e trovo la causa del fruscio che mi ha messo in allarme.

Si tratta di un uovo. O meglio di un cucciolo di dinosauro appena uscito dall'uovo.

È una creaturina impacciata e indifesa, anche se noto già artigli e denti pronti a lacerare la carne.

Appoggio la mia arma alla spalla e prendo la mira. È una cosa facilissima dato che il cucciolo non riesce neppure a stare in piedi.

Continua ad alzarsi su due zampe per poi rovinare a terra, emettendo un lieve pigolio.

Lo studio per qualche istante. Lo fisso. Ne seguo gli incerti movimenti finché non riesce a stare in equilibrio sulle zampe posteriori e produce un specie di ruggito di vittoria.

Maledizione!

Abbasso il fucile e me lo sistemo sulla spalla: non posso uccidere un cucciolo indifeso.

《Fila via》ordino al giovane dinosauro che mi guarda, inclinando la testa di lato.《Mi hai sentito? Vattene!》

Batto un paio di volte il piede a terra e finalmente il cucciolo capisce l'antifona. Si gira verso la foresta e scompare dietro un cespuglio con un fruscio appena percettibile.

Conclusa quella piccola faccenda, mi guardo in giro per capire come procedere. A pensarci bene, avrei dovuto portarmi dietro anche Connor: di sicuro lui avrebbe saputo dirmi qualcosa in più su questo posto.

Io so solamente quello che vedo, cioè una foresta con qualche dinosauro pronto a mangiarmi, nascosto fra i cespugli.

《Accidenti...》sibilo, iniziando a farmi strada tra la vegetazione rigogliosa e brillante.

Non sono mai stato in una foresta prima d'ora e capisco il perché dopo pochi passi: avanzare è faticoso con il terreno sconnesso a causa delle radici sporgenti e i rami bassi che cercano di rompermi la testa ogni metro che faccio.

Sono quasi tentato di lanciare una granata per aprirmi la strada.

La divisa mi si è incollata al corpo a causa del sudore, però, non rallenti minimamente la mia andatura. Sono alla ricerca di un indizio, una traccia qualsiasi, che mi aiuti a ritrovare Liv.

Non so se la troverò proprio lì in quella foresta, ma non posso non tentare.

Un basso ringhio mi fa bloccare sul posto.

I miei occhi scandagliano i dintorni senza trovare alcunché. Imbraccio, però, il fucile e sfioro con il dito il grilletto: meglio essere pronti.

D'un tratto da dietro un albero sbuca il cucciolo di prima e impreco, iniziando a rilassarmi.

Quel maledetto dinosauro...

Subito dopo avverto un altro rumore, un suono di passi, passi pesanti, che provengono da un punto alle spalle del piccolo.

Deglutisco a fatica mentre guardo le fronde degli alberi muoversi e ribellarsi a quella possente figura che comincia a delinearsi.

《Ti conviene scappare, piccolo》consiglio al cucciolo, abbassando il fucile e iniziando a correre verso il varco.

Il dinosauro non ci pensa due volte e mi segue, facendomi bestemmiare.

《Non ti avevo detto di fuggire con me》sibilo, slittando sul terreno umido.

Il cucciolo non possiede il mio stesso equilibrio e scivola, cozzando contro un albero e ritrovandosi a terra, intontito.

Al diavolo!

Torno indietro di un paio di metri, mi metto il fucile a tracolla e prendo in braccio quel lucertolone, sperando che in un momento di distrazione non mi sgozzi.

《Mi sei debitore》gli dico mentre lui mi fissa con occhi scuri e pacifici.《Non fare quella faccia. Non sarò un paleontologo, ma so riconoscere un predatore quando lo vedo.》

Corro a perdifiato, percorrendo a ritroso la strada fatta in precedenza, con il peso gravoso di quel cucciolo che mi ha appoggiato la testa sulla spalla, rilassato.

《Mi raccomando, non aiutare tu》borbotto, stizzito e furioso per la bizzarra piega che ha preso la mia incursione nel passato.

Finalmente scorgo il chiarore che preannuncia il varco, ma non rallento per nulla al mondo: i passi pesanti del cacciatore sono sempre più vicini.

《Sei appena nato, si può dire, ma come fai a pesare tanto?!》

Ormai non avverto più le braccia, anche se il cucciolo la pensa diversamente dato che inizia a dimenarsi.

《Fermo. Stai fermo.》

Lo lascio andare prima che mi mandi gambe all'aria e constato che si è ripreso egregiamente dalla botta presa.

Notizia fantastica davvero, però non riprendo immediatamente a correre e mi ritrovo nella radura. Ho il fiatone, ma non posso fermarmi: devo riattraversare il varco, mettere al sicuro Connor e pregare che il predatore sulle mie tracce non scelga di seguirmi.

Sto proprio per andare incontro alle luci che mi riporteranno al mio tempo quando lo vedo.

Un movimento.

Con la coda dell'occhio, ho scorto uno strano spostamento, quasi certamente non di origine animale, tra i cespugli alla mia sinistra per questo rallento fino a fermarmi.

Il varco si trova davanti a me, splendente e invitante, però...

《Chi c'è? Liv? Sei tu?》domando mentre la speranza sboccia nel mio petto con la potenza di uno tsunami.

Abbandonando l'idea di tornare da Connor, cammino verso il punto in cui mi pare di aver visto il movimento, ma rimango guardingo.

Se si trattasse veramente di Liv, sarebbe già uscita allo scoperto, quindi non credo che possa essere lei.

Però...

Questo significa che qualcun altro usa i varchi per viaggiare nel tempo come faceva Kevin.

Un brivido freddo mi percorre la schiena mentre la sensazione di essere osservato si fa più forte ogni secondo che passa.

Allungo una mano verso il fucile, però non faccio in tempo a sfiorarne il calcio che un dolore intenso mi esplode in testa.

Cerco di girarmi per capire l'identità del mio aggressore, ma il mio corpo non collabora.

Posso solamente scivolare a terra e sprofondare nell'incoscienza.

Anomalie: New World Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora