Epilogo

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Non appena mi libro nell'aria, in caduta libera verso il centro di quello strano varco, nato dalla follia del Rettore, mi sorge spontaneo un dubbio.

Attraversando questo buco dimensionale, dove arriverò?

Riapriró gli occhi in un'altra realtà oppure diventerò polvere nel tempo?

Non pensare a queste cose, Liv...

Soprattutto ora che stai cadendo...

Il volo pare non finire mai. Le voci dei miei compagni, ragazzi, uomini, amici, che ho avuto la fortuna di conoscere in questa strana e alternativa realtà, accompagnano il mio ultimo viaggio verso l'ignoto.

Quando raggiungo la mia destinazione finale, ossia il centro del varco del Rettore, non avverto nulla di strano a parte un calore bruciante che mi avvolge l'intero corpo. Apro cautamente gli occhi e mi ritrovo in uno spazio alquanto bizzarro: intorno a me non c'è nulla, solamente un deserto rosso e bollente punteggiato da piccoli vortici di energia elettromagnetica, che creano un panorama alieno eppure stupendo.

E ora?

Che faccio?

Erroneamente, pensavo che la soluzione ai miei problemi giungesse così, da sola, come la famosa Manna dal cielo, invece non succede proprio nulla: continuo a galleggiare in questo spazio, che pare infinito, senza avere la benché minima idea di cosa fare.

Se solo ci fosse Connor qui con me...

Lui di sicuro saprebbe cosa fare...

O forse no.

Conoscendolo, anzi conoscendoli entrambi, molto probabilmente si agiterebbero e comincerebbero a elencare tutti i modi in cui si può morire all'interno di un varco. E questo non aiuterebbe per nulla.

È davvero un bene che loro siano al sicuro.

Non che io sappia cosa fare però...

Spremiti le meningi, Liv...

Come si può fermare tutto questo?

Forse sovraccaricando il varco, quest'ultimo collasserebbe e si fermerebbe.

È un'idea buona come un'altra, ma non la posso mettere in pratica dall'interno quindi la depenno dal mio elenco mentale.

Mentre il calore diventa sempre più avvolgente e ustionante, provo a dare un'occhiata intorno, però, trovo solamente i vortici di energia che sbattono fra loro, producendo scintille bluastre. Sollevo di scatto la testa verso il punto cui credo si trovi l'entrata del varco, ma non scorgo nulla: sono dispersa in questo bislacco mondo che non so come distruggere.

Non per molto ancora...

Un lieve fumo si leva dalla mia mano e realizzo che sto per raggiungere il punto di non ritorno: devo fermare il varco adesso oppure non ne avrò più la possibilità.

Mi sto quasi dando per vinta quando qualcosa mi colpisce alle spalle. Mi giro, sobbalzando spaventata, e mi trovo davanti al Manufatto: lo afferro e lo fisso strabiliata.

Che ci fa qui?

Forse...

L'hanno mandato... loro?

Ma che ci devo fare?

Devo riflettere, proprio come vorrebbe Connor.

Se davvero me l'ha mandato lui, oppure Ian o Liam, vuol dire che il Manufatto serve a fermare l'armageddon. Il punto è che non so in che modo utilizzarlo.

Ragiona, Liv...

Si tratta di un oggetto che mappa i buchi dimensionali di tutto il tempo esistente. Ma ora, con la realtà che sta cadendo a pezzi e i varchi che vengono risucchiati qui dentro...

Ma certo!

Il Manufatto racchiude tutti i varchi del passato, del presente e del futuro. Gli stessi che si trovano intorno a me, sottoforma di vortici di energia.

Quindi devo solamente invertire il processo, rimettendo i buchi spazio-temporali all'interno dell'artefatto.

Continuo a girarmi il tubo fra le mani, gelate nonsotante l'alta temperatura, e penso alla mia prossima mossa: come faccio a riportare i varchi qui dentro?

Un crepitio mi fa alzare lo sguardo e noto che due vortici stanno sbattendo fra loro a pochi metri da me: un'occasione da non perdere.

Un po' nuotando un po' lasciandomi trasportare dalla corrente, mi avvicino ai tornadi in miniatura e percepisco il Manufatto strattonare nella mia mano, come se stesse bevendo attirato dall'energia emessa dai vortici.

I bagliori bluastri, infatti, si moltiplicano man mano che la distanza fra me e loro si accorcia, quasi sentissero che il Manufatto si trova sempre più vicino.

Titubante e davvero terrorizzata, impugno l'oggetto come se fosse una specie di spada e allungo la mano verso il centro del vortice di destra, quello che, a mio parere, sembra il più debole. Subito questo risponde con numerosi crepitii di colore azzurro che rivestono la superficie scura dell'artefatto: non mollo la presa per alcun motivo e, dopo qualche istante, è tutto finito.

Il vortice è svanito nel nulla mentre il Manufatto pare essersi caricato di energia elettromagnetica: i bagliori celesti, infatti, non cessano.

Leggermente euforica dalla scoperta, avvicino l'aggeggio anche all'altro vortice e subito la cosa si ripete, fornendomi quella speranza che mi mancava da troppo, troppo tempo.

Velocemente mi guardo attorno per capire quanto lavoro mi aspetta e sono felice di constatare che non ci sono ancora molti vortici che aspettano di essere catturati: giusto una decina, più o meno.

Stringo i denti e comincio la mia opera di bonifica, fermandomi solamente a due vortici dalla fine quando tutto inizia a raffreddarsi e tremare.

Che sta succedendo?

Il deserto rosso e bollente in cui mi trovavo fino a pochi istanti fa ora è stato soppiantato da un paesaggio quasi artico, forse a causa dell'energia dei varchi che sto risucchiando.

Devo resistere!

Stringendo i denti a causa del gelo sempre più intenso, che mi pervade il corpo, mi avvicino agli ultimi vortici che aspettano solo di essere catturati da me. Ma, non appena, questi scompaiono all'interno del Manufatto, quest'ultimo mi sfugge di mano e si solleva di parecchi metri.

Cosa...?

Prima che possa anche solo formulare un pensiero di senso compiuto, succede qualcosa che mai avrei pensato: l'artefatto si illumina di un luce azzurrina che diventa sempre più forte, come il ronzio che avverto, e poi esplode in mille frammenti iridescenti.

D'istinto allungo una mano verso l'esplosione nel vano tentativo di fermarla, o quanto meno arginarla, e qualche filamento celeste pallido si aggrappa al mio braccio, strattonandomi verso l'alto.

Non riesco a liberarmi di quella strana presa, che si rafforza sempre più quando raggiungo i pezzi sparsi del Manufatto.

Stremata, chiudo gli occhi e mi lascio avvolgere dal calore che emanano i frammenti cangianti di quell'oggetto di origine sconosciuta.

Anomalie: New World Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora