Capitolo Cinque

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⚠️ Attenzione ⚠️ Questo capitolo contiene scene forti. Le persone più sensibili possono saltare i paragrafi contrassegnati da questo segno 🔴
I vari flashback saranno scritti in corsivo ed in terza persona ( aggiornato il 9/01/18)
Buona lettura a tutti 😊

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Una folata di vento  mi scompiglia i capelli.
Nessuna risposta, nè verbale nè fisica alla mia domanda. Il silenzio assordante torna sovrano.
-Andiamo a casa- sussurro al micio, abbassando la guardia. Devo trovargli un nome, un nome serio.

Furtivo entro in casa, è notte fonda non voglio svegliare nessuno. Tolgo le scarpe e con passo felpato salgo in camera.

È strano come la sola presenza di una pallina di pelo possa renderti felice.
Tempo fa lessi di uno studio in cui dimostrarono che accarezzare  un gatto è un toccasana per l'organismo, grazie al rilascio delle endorfine.
Magari funziona meglio delle medicine che mi rifila quel finto medico.

Un solletichio vicino al naso mi fa starnutire. Mi ritrovo seduto in mezzo al letto, ancora assonnato. Il sole è già alto e le fusa del piccolo mi scaldano più dei raggi che mi sfiorano la pelle. Gli occhi si posano su una scatola chiusa posizionata sopra la scrivania laccata di bianco, è l'ultimo pacco da sistemare... dovrebbe contenere tutti i cd.
Docciato e vestito vado in cucina sperando di trovare una scatoletta di tonno, devo comprare del cibo adatto.

In casa c'è un'aria tesissima, si guardano tutti in silenzio. Respiro pesantemente e con due dita mi allargo il colletto della maglia. Mi sento a disagio. A disagio in casa mia, perfetto direi.
- Capita a tutti di sbagliare - esordisce Drew con aria affranta. Tiene i gomiti sul tavolo e la fronte pressata sul dorso della mano. Deve aver combinato qualcosa di grosso, non l'ho mai visto così agitato.
Sbadiglio mentre apro un'anta in basso per prendere  un piattino di plastica rigida. Mi servono anche delle ciotole, sì.

- Il tuo sbaglio potrebbe far perdere molti soldi e forse anche degli acquirenti. Le autorità si saranno insospettite e i compari si potrebbero preoccupare - risponde il vecchio alquanto infastidito. Le sue iridi verdi si posano su di me, scaltro nascondo gli oggetti per il gatto dietro la schiena. Meglio che resti un segreto.
- Andremo adesso - dice spostando lo sguardo su Drew - Vale anche per te - mi informa , con voce che non ammette repliche. Finisce di bere il suo caffè e si alza.
Per chiunque lo veda, sembrerebbe il classico uomo d'affari e padre esemplare. Abito su misura, cravatta annodata perfettamente... scarpe lucide. Probabilmente dopo la sua nascita hanno inventato il motto " l'abito non fa il monaco".

Nego con la testa... col cazzo,vecchio!
Corrugo la fronte per ricambiare il suo sguardo.
- Hai due possibilità, con le buone o con le cattive - parla con calma anche se i suoi occhi già pieni di rabbia lo tradiscono.
Sono in difficoltà, sposto il peso del corpo da un piede all'altro. In trappola come una zanzara  finita in una ragnatela.
- Ok, vado a prendere una cosa - dico, salendo in camera il più velocemente possibile.
Sono davvero coglioni se pensano che mi arrenda così facilmente.

Con non poca difficoltà, lego una corda doppia al gancio del sacco da boxe, che non ho ancora comprato,  e l'altra estremità attorno alla mia vita. Le mani mi tremano, divento subito ansioso,  e fare un nodo sembra la cosa più difficile a questo mondo. Imprecando riesco nel mio intento.
Esco dalla finestra e aiutandomi con i vari appigli sul muro, riesco a toccare terra con i piedi.
Non passa abbastanza tempo che la porta sul retro si apre, mi nascondo dietro la siepe del vicino sbirciando tra gli spazi naturali creati dai piccoli rametti.

- So che sei nelle vicinanze, ti conviene uscire allo scoperto - ringhia abbastanza forte da essere sentito. Tra le mani stringe il mio gattino, merda ! Che grande stronzo...

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