Restai immobile, non mi girai, fingendo di essere interessata all'arredamento della casa, mentre per poco Tate non mi staccava un braccio.
"Ti ho detto che Damon è qui".
"Ho capito", sbuffai. "Non mi importa".
Mi allontanai da lei, prendendo posto su di una sedia, posta al lato di un divano. Sembrava la disposizione per una seduta spiritica, in ogni caso, ero a disagio.
Dopo poco, quello spazio si riempì, Thomas mi salutò, gli sorrisi, ma non appena riconobbi quelle scarpe, girai il capo, da tutt'altra parte. Probabilmente mi stavo comportando come una bambina, ma non ero ancora pronta a scontrarmi con i suoi occhi. Avrei ceduto e non era ancora arrivato il momento di farlo.
Il campanello non suono più, e questo mi fece pensare che non sarebbe arrivato più nessuno. Mi ritrovai a rimpiangere quelle feste, dove non avevi neppure la possibilità di muoverti, tanta la gente che c'era, ma sopratutto non eri costretta a parlare con nessuno.
La voce squillante di Brenda, fu come una martellata per i miei timpani.
"Damon, non pensavo venissi. Ogni volta che ti ho invitato, hai sempre rifiutato". Non la smetteva di sorridergli, era fastidiosa e ridicola.
"Probabilmente questa era la volta buona", la sua voce così bassa e seducente, fu come una sorta di richiamo per me.
Mi stava guardando, anzi fissando senza alcun pudore.
"Mi fa piacere, ci sarà da divertirsi", continuò Brenda, ed a quel punto guardai lei, male.
"Mi sa che avevi ragione", bisbigliò Tate nel mio orecchio, distogliendo la mia attenzione da quello squallido teatrino.
"Su cosa?".
"Brenda ti guarda in modo strano".
"Ho sempre più voglia di andare via", sbuffai.
"Tranquilla, stavolta è sola. Non c'è neppure Piper. Possiamo gestirla".
"Strano che lei non ci sia". Avrei tanto voluto vedere come Damon si sarebbe comportato con lei.
"Beh, meglio", replicò Tate.
"Prendete pure qualcosa da bere", disse Brenda, indicandoci una serie di bottiglie poste su un tavolino proprio di fronte a noi. Non avevo ancora capito il senso di quella serata. Alcuni ragazzi, forse del quinto che non avevo mai visto o forse mai notato, iniziarono a servirsi, così come anche Tate, Corinne e gli altri.
"Kry, prendi qualcosa, così ti sciogli un po'", afferrai il bicchiere che Tate mi stava porgendo. Alzai lo sguardo ed incontrai il suo corrucciato. Bene, quello mi diede il coraggio di bere quel dannato drink tutto d'un fiato. Forse, necessitavo di un piccolo aiuto per affrontare quella serata.
Brenda iniziò un discorso, così stupido, che smisi di ascoltarla dopo un minuto. Tate continuò a bere e anch'io, ma non ero ubriaca, non ancora.
"Propongo un gioco", urlò una ragazza, amica di Brenda.
"Frequentiamo la stessa scuola, ma ci conosciamo davvero poco", continuò.
"Vai al dunque", intervenne Thomas.
"Possiamo farci delle domande a turno, sulla nostra vita". Damon si alzò, estraendo una sigaretta dai suoi jeans, io scoppiai a ridere, attirando troppe attenzioni.
"Forse questo gioco non piace a tutti", mi trattenni dal ridere ancora, ma non Thomas.
Sentivo il suo sguardo, bruciarmi addosso e non sapevo neppure io come, ma lo guardai. Stava sorridendo, ma il suo era un sorriso di pura sfida.
"Damon se non ti piace questo gioco...", sussurrò Brenda, in modo abbastanza patetico, fra le tante cose.
"Lo trovo fantastico", rispose lui, sostenendo il mio sguardo. Tornò a sedersi, proprio di fronte a me.
Presi un lungo respiro, dando una gomitata a Tate, che non la smetteva di ridere. Ero su di giri, ma ancora abbastanza lucida da ricordare di avercela con quel moretto spettinato. I suoi sorrisi strafottenti, non dovevano farmi alcun effetto.
Quel gioco iniziò ed ovviamente Brenda, non ebbe peli sulla lingua nel domandare cose abbastanza private.
"Robert è vero che tu e Cindy avete scopato nei bagni della scuola l'altro giorno?".
Avevo un concetto abbastanza diverso, dell'idea del conoscersi, ma probabilmente, questa era un'idea solo mia.
Quel ragazzo, Robert, scoppiò a ridere, iniziando a raccontare in maniera anche abbastanza meschina, dettagli di quel giorno.
Buttai giù un altro sorso, quando poi Brenda, guardò Damon.
"Prime volte", disse. "Chi vuole iniziare?". Alzai gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente, cosa che non passò inosservata al mittente di quella domanda.
"Vuoi per caso iniziare tu, Krystal?". Il suo sguardo, era puro odio. Non mi sarei meravigliata se dietro tutto questo, ci fosse lo zampino di Piper.
Era lei a muovere i fili.
"Non vorrei annoiarvi, comincia pure tu", indubbiamente l'alcol mi stava dando quel coraggio in più che normalmente mi mancava. In altre parole, sarei scappata via.
"Così mi incuriosisci", sorrise lei. "Sarà stato per caso con il nostro Jacob?".
Calò un silenzio generale, ma in quello riuscivo a sentire un solo respiro farsi sempre più pesante.
"Perché dovrei raccontarti i fatti miei?" Incrociai le braccia al petto.
"Hai accettato di partecipare a questo gioco", rispose lei ovvia.
"Beh, abbiamo una visione un po' diversa dell'idea del conoscerci, ma comunque continua pure il tuo giro, risponderò a qualche domanda più intelligente".
Qualcuno scoppiò a ridere, altri mi guardavano sbigottiti. Non guardai Damon, almeno fin quando non mi fu impossibile non farlo.
"Come vuoi", rispose piccata. "Vorrà dire che vi parlerò della mia prima volta". Avevo la nausea.
"Possibile che sia così stupida?". Bisbigliò Corinne nel mio orecchio.
"A quanto pare".
"Beh, la mia prima volta è stata fantastica", portò le mani sul viso, emulando un imbarazzo inesistente. "Non potrò mai dimenticarla, è stata in un garage, a casa di un tipo, non ricordo. In ogni caso da rifare", ridacchiò.
"Chi era lui?". Domandò l'amica.
"Beh, non vorrei mettere in imbarazzo nessuno", sussurrò, passandosi le mani fra i capelli.
"Beh, direi di cambiare domanda", intervenne Thomas.
"Ok", rispose Brenda, lanciando una strana occhiata a Damon, che si accigliò. Non serviva che lei facesse quel nome, avevo già capito. Nonostante fosse una cosa, accaduta chissà quanto tempo prima, non riuscivo a non esserne infastidita.
"Micol, chi baceresti delle presenti?".
"Beh, sono tutte belle ragazze", vidi Thomas, stringere la gamba di Corinne e guardare male quel Micol.
Damon era in silenzio, con la mascella serrata e le mani strette a pugno lungo i fianchi. Non ce lo vedevo proprio in una serata del genere. Avevo sempre avuto l'impressione che fosse più grande della sua età, più maturo e per nulla interessato a queste cose da ragazzini, eppure ora se ne stava seduto su una sedia, in silenzio ad ascoltare queste cose.
"Tate", rispose Micol. "Ma posso farlo davvero o era solo una domanda?".
"Solo una domanda sciocchino", ridacchiò Brenda.
"Bene, continuiamo il giro". La risposta di Thomas fu abbastanza scontata. Presi un altro sorso, quando lo sguardo di Brenda, ricadde su Damon.
"Cooper, e tu chi baceresti, delle presenti?".
"Posso anche dimostrarlo?". Disse lui, guardandola.
Per poco non mi strozzai. Avevo il cuore a mille, mentre quei due continuavano a guardarsi.
"Beh, se preferisci", rispose lei toccandosi i capelli.
Lui fece per alzarsi, quando Micol lo fermò.
"Non mi sembra giusto, io non ho potuto baciare Tate".
"Effettivamente ha ragione", rispose Damon, portando il bicchiere alle labbra, mentre continuava a guardare Brenda. Volevo andarmene. "Posso sempre dirlo, vero?". Tutta questa cortesia non era da lui, non era mai stato così gentile con me. Avevo un groppo in gola.
Lei sorrise. "Ma certo, Damon".
Trasalì, quando vidi il suo dito, puntare nella mia direzione.
"Lei, bacerei lei". Ammiccò. "Krystal giusto?".
Avrei tanto voluto osservare la faccia di Brenda, ma ero troppo impegnata a trucidare con lo sguardo quello str...Damon, per poterci anche solo pensare.
"Giusto", digrignai fra i denti, bevendo ancora. A quel punto fu lui a guardare male me.
"Beh, io sono a favore di una bella dimostrazione". Urlò Thomas, battendo le mani. Nessuno si mosse. "Era solo un'idea", alzò le mani in segno di resa.
"Bene", disse Brenda. "Direi di cambiare domanda". Era palesemente incazzata, ma stranamente, io non la temevo. Anzi stavo persino iniziando a divertirmi. Girai lo sguardo, incontrando quello di Damon, che non appena notò che lo stessi guardando, fece un cenno, al bicchiere, ancora stretto fra le mie mani. In tutta risposta, lo alzai, emulando un brindisi, prima di tornare a guardare da tutt'altra parte.
"Posso farti una domanda io?". Intervenne Tate, che fino a quel momento, era rimasta in silenzio.
"Il gioco non funziona così", rispose lei. "Casa mia, regole mie. Non so voi come siete abituate ma...".
"Prego, continua pure", disse Tate, incrociando le braccia al petto.
"Che hai in mente?". Sussurrai.
"Lo scoprirai presto", disse, mantenendo lo sguardo fisso davanti a se.
"Ok", ravvivò i suoi capelli, prima di continuare. "Vorreste sposarvi da grandi? Stavolta iniziamo da te, Tate".
"No", rispose la mia amica.
"Si", risposi io, quando guardò me.
Corinne stava per aprire bocca, quando Brenda la interruppe con un cenno della mano.
"Perché no Tate? Krystal ha capito tutto della vita", ridacchiò.
"Che vuoi dire?". Mi accigliai, poggiando il bicchiere al mio fianco.
"Beh, se ti sposi, avrai anche tu un cognome", scoppiò a ridere, con lei, le sue amiche. Sentì un bicchiere rompersi, ma ero troppo concentrata a guardare quella nullità di ragazza.
"Questo è vero", dissi. "Per quello c'è rimedio, mentre per te...".
"Cosa?". Sbottò, inarcando un sopracciglio.
"Non credo vendano cervelli online, dovrai accontentarti del tuo a vita".
"Porco cazzo", urlò Thomas, reggendosi a Corinne. Stava letteralmente piangendo dal ridere e non era l'unico.
"Ma come ti permetti, brutta puttana", si alzò, venendo come una furia nella mia direzione.
Ben quattro persone si alzarono in quel momento, ma Tate, buttò letteralmente tutti per aria.
"La prossima volta, dì a Piper, di preparare un copione migliore". Afferrò la mia mano nella sua. "Buon proseguimento, puttanelle". Aggiunse, afferrando con l'altra mano una bottiglia di vodka.
"Hey aspettateci", urlò Corinne alle nostre spalle. Mi girai, notando che oltre lei e Thomas, anche Damon aveva lasciato quella festa.
"Krystal sei stata esilarante", disse Thomas, con ancora le lacrime agli occhi. "Dovresti bere più spesso".
"Oh grazie", ridacchiai. "Questa roba è davvero buona".
"Dove andiamo?. Disse Tate, aprendo la bottiglia, portandosela alle labbra.
"Campetto di basket?". Propose Thomas, guardando Damon.
"Lui non è stato invitato", ero decisamente ubriaca.
Lo sguardo di Damon, cadde su di me, sembrava arrabbiato e divertito allo stesso tempo.
"A no?". Assottigliò lo sguardo.
"No, non sei il benvenuto", sfilai la bottiglia dalle mani di Tate, prendendone un generoso sorso.
"Questo lo vedremo", sbottò Damon, sospirando pesantemente prima di allontanarsi verso la sua auto.
"Lo prendo a pugni", borbottai, barcollando leggermente in direzione della fermata dell'autobus.
"Krystal, dove vai?". Thomas non la smetteva di ridere. "Ho l'auto".
"Non sei venuto con quel tipo?". Domandai, guardandolo di sottecchi.
"Ha preferito venire con due auto", scrollò le spalle.
"Che stupido", biascicai, arrecando a fatica fino alla sua auto.
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Sweet
Romance"La sua dolcezza è stata la mia rovina". Un anno di riformatorio non era bastato a cambiare, quelle che erano le abitudini di Damon. Qualcuno, avrebbe persino detto, che quel ragazzo, dagli occhi di ghiaccio e dai capelli costantemente in disordine...