43.

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AVVISO: ripubblicazione capitolo 43 con MODIFICHE, consiglio a chi lo aveva già letto di RILEGGERLO, se non tutto almeno la parte finale.

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"Ed è quando non hai
più nulla da perdere,
che hai tutto
da guadagnare."

Sbatto ripetutamente il pugno contro la porta, non ho alcun dubbio che questa sia la camera di Blake.
Sento provenire dall'interno un mugolio e subito dopo un tonfo, seguito da qualche imprecazione che in un momento diverso da questo mi avrebbe probabilmente fatta scoppiare a ridere, ma non ora, proprio no.
Quando la porta si apre di scatto mi trovo davanti una figura snella e muscolosa: Blake è in piedi difronte a me con indosso solo un paio di pantaloni, e non posso dire niente, il suo fisco farebbe invidia a quello di un qualsiasi modello Calvin Klein.
"Ehi, Lena, che ci fai qui?" Probabilmente tempo fa si sarebbe divertito ad aggiungere una qualche mattutina che mi avrebbe dato sui nervi, ma in questo ultimo periodo, in cui tutti quelli che avrebbero dovuto essere veramente miei amici mi hanno abbandonata, io e lui abbiamo legato particolarmente, infatti sono qui per questo, proprio perché so che in questo momento e in questa circostanza l'unico a cui io possa dare questo compito è proprio lui.
"Blake, senti ti devo chiedere un favore." Comincio cercando si non far sembrare tutta questa faccenda grave quanto lo è in realtà.
"E non potevi chiedermelo domani mattina?" Chiede contagiato. Sorrido nel vederlo strofinarsi gli occhi come un bambino che è stato svegliato nel mezzo del suo sogno preferito.
"Vuoi entrare?" Domanda subito poi aprendomi la porta. Nego con la testa di scatto, non voglio assolutamente che il suo compagno di stanza possa sentire i nostri discorsi.
"No, sarò veloce, non voglio disturbare il tuo amico." Invento di getto, non avendo idea di come giustificarmi senza far sembrare la cosa troppo preoccupante.
"Allora dimmi, perché sei qui?" Chiede curioso, dopo che l'effetto del sonno gli è scivolato via di dosso.
Infilo una mano nella tasca nei pantaloni, afferrando quell'oggetto che sembra pesare sempre di più, estraggo l'MP3 e me lo rigiro tra le mani, indecisa sul modo in cui affrontare l'argomento.
"Tieni." Glielo porgo decisa mentre lui titubante studia l'oggetto rosso con le cuffiette perfettamente attorcigliate attorno.
"Ehi, se volevi farmi un regalo avresti potuto prendermi qualcosa che non avevo già!" Scherza, probabilmente confuso sul motivo del mio gesto.
"Sto per partire, Blake." Lo informo apatica con un tono di voce che non tradisce alcuna emozione.
Alza il viso di scatto e punta i suoi occhi. nei miei, per qualche secondo mi immagino gli occhi di un'altra persona a guardarmi, e mi salgono i brividi ovunque.
"Come stai per partire?" Chiede confuso giocherellando con una delle cuffie.
"Non è una vacanza, non sto nemmeno scappando dagli altri, Blake, ho solo alcune questioni da sistemare, un po' lontano da qui. Tornerò presto." Forse, aggiungo nella mia mente, ma è meglio che non lo dica ad alta voce.
"E cosa me ne faccio io di questo?" Domanda visibilmente più rilassato facendo cadere lo sguardo sull'MP3 che solo poche ore prima era collegato al mio computer a scaricare dei file audio che speravo sarebbero per sempre rimasti inascoltati.
"Potrei non tornare Blake." Gli comunico cercando di restare sul vago e di non tradire alcun tipo di preoccupazione.
"Come potresti-" lo blocco immediatamente e punto il mio sguardo sicuro nel suo dove scorgo paura e sincera preoccupazione.
"Se non tornassi ho bisogno che tu faccia ascoltare le tracce sopra quell'MP3 alle persone su questa lista." Traffico nella tasca e tiro fuori un foglietto di carta su cui ho annotato alcuni nomi e numeri.
"Stai delirando! Hai bevuto? Ti sei misurata la febbre?" Mi chiede apprensivo e anche leggermente spaventato. "Blake, so benissimo cosa sto dicendo e cosa sto facendo, fidati. Devi solo fare quello che ti ho chiesto, nulla di più."
"Posso sapere dove stai andando?" Continua preoccupato con un ombra di sospetto sul volto.
"E' tutto spiegato nell'audio, se nel giro di un paio di giorni non dovessi tornare, puoi ascoltare il tuo, è la prima traccia, solo in quel caso." Gli spiego, consapevole che, nonostante è probabile che non mi ascolti, è l'unica persona a cui potrei rivolgermi che mi lascerà andare.
Un silenzio fastidioso ci avvolge e posso sentire fin da qui gli ingranaggi del suo cervello girare, cercare di collegare tutto quanto, inutilmente."Quando partirai?" Domanda infine.
Deglutisco rumorosamente, percependo la paura insinuarsi in me.
"Ora, Blake, sto partendo ora." Annuncio con un sussurro cercando di scacciare via tutte le emozioni, e di non prendermela troppo con me stessa quando noto il viso del moro scurisci e i suoi occhi inumidirsi.
Mi afferra e mi stringe tra le sue braccia mentre lo cullo silenziosamente tra un singhiozzo e l'altro. "Sta' tranquillo, andrà tutto bene." lo consolo, il colmo, no?
E proprio in quel momento compare da infondo al corridoio l'ultima persona che vorrei vedere in questo momento, i suoi occhi di ghiaccio mi scrutano attenti e percepisco il peso del suo sguardo, quando improvvisamente un lato di qualcosa di non ben definito gli attraversa il viso, per poi cambiarlo completamente in un sorriso sadico, freddo.
Con delicatezza mi stacco da Blake, lasciandogli un bacio sulla guancia e mi dirigo verso Jason, verso il fondo del corridoio.
"Va' a dormire, Jas." Gli dico soltanto, dolcemente, utilizzando l'ultima parte del mio cuore che non è stata ancora spazzata via, consapevole che questa potrebbe essere l'ultima volta che vedrò i suoi occhi, il suo viso.
"Per te solo Jason." Sputa con disprezzo, dandomi le spalle per poi dirigersi traballante verso la sua stanza. E in questo momento cerco di ricacciare via tutte le emozioni che hanno cominciato a farsi strada dentro di me, sentendomi veramente vuota, dopo aver riconosciuto nel suo tono di voce non amore, non indifferenza, ma bensì odio.

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