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prima di leggere il capitolo vorrei solo che voi sapeste che vi sono grata per spendere anche due minuti del vostro tempo per passare dalla mia storia, se vi va lasciate qualche stellina, qualche commento, consigliate la storia, mi piacerebbe riuscire ad aumentare ancora di più, far conoscere la storia di Jason e Lena a più persone possibili, giusto per ricordare che a volte l'amore si può trovare nei posti più impensabili, quindi se vi va fate passaparola, non vedo l'ora di allargare ancora di più la nostra piccola famiglia e magari scalare qualche posto in classifica!❤️

"L'avevo capito,
poi,
ma lo avevo capito,
il dolore fa male,
ma l'amore di più."

Non so bene cosa sia successo, ma se questa notte mi sono lasciata andare, questa mattina, svegliandomi ancora stretta tra le braccia di Jas mi sento strana, quasi in colpa.
Alzo lo sguardo e lo trovo già sveglio, mentre mi accarezza i capelli, guardandomi con un sorriso.
"Buongiorno, piccola." Mi sussurra, ma io noto subito le occhiaie che contornano i suoi occhi. "Hai dormito?" Gli domando confusa.
"Certo." Risponde velocemente, troppo velocemente perché io gli creda.
"Jas..." Comincio in tono di rimprovero, stringendomi contro il suo petto e socchiudendo gli occhi, godendomi il calore del suo corpo contro il mio.
"Okay, non sono riuscito a dormire, in realtà ho passato tutta la notte a guardarti." Sussurra, insicuro delle parole che pronuncia facendomi restare senza fiato per un secondo.
"Cosa?" Mormoro, quasi inaudibile.
"No, cioè si, sei così bella, poi mi sei mancata tanto e volevo essere sicuro che stessi bene e non facessi incubi." Continua sottovoce, leggermente titubante.
"Senti, dimentica quello che ho detto, okay?" Sorride imbarazzanti quando io porto il mio sguardo su di lui.
"Io...Jas, dovresti riposarti, insomma non ti fa bene stare sveglio, ma..." non riesco quasi ad articolare una frase di senso compiuto, diventando completamente rossa presa alla sprovvista dal suo gesto, insomma è rimasto sveglio tutta la notte solo per assicurarsi che io stessi bene, sono allibita, in senso positivo, con un sorriso da ebete stampato sulle labbra che sembra proprio non volersene andare.
Non c'è bisogno che io continui a parlare perché le sue labbra si poggiano con forza sulle mie, si sfiorano, si scontrano e si amano, la sua lingua picchietta contro le mie labbra per chiederne l'accesso, e il bacio diventa più passionale, il bacio di due ragazzi che si buttano alle spalle qualcosa che li ha fatti stare male solo perché sanno che si può sbagliare, ma che sono lì l'uno per l'altro è che forse infondo, cioè che conta, non è tanto l'azione in sé, come tutti pensano, ma l'intenzione, perché è proprio quella che ti fa la persona che sei.
Circa venti minuti dopo, il tempo di sistemarmi un pochino e vestirmi, sto scendendo le scale, diretta in cucina alla ricerca di qualche novità e anche qualcosa da mangiare, mentre Jason sta finendo di vestirsi, mi sento molto meglio, molto più motivata anche dal fatto che oltre che con mio padre, dalla missione, siano tornati con una chiavetta contenente chissà cosa, forse questa è la volta buona, forse possiamo finalmente mettere un punto a tutta questa faccenda e ricominciare daccapo, senza dover più pensare a vivere, ma solo alla nostra felicità.
"Buongiorno ragazzi." Saluto trovando tutti riuniti in cucina, senza in realtà nemmeno guardarli, fondandomi subito al pacco di biscotti poggiato sul tavolo.
"Qualche novità con la chiavetta?" Domando felice, alzando gli occhi sulle loro figure e notando che sembrano tutti alquanto scoraggiati.
"Che succede?!" Chiedo poi ingoiando tutto quello che ho in bocca, mettendo a posto il sacchetto e avvicinandomi a loro, tutti quanti riuniti attorno ad un computer.
"Qualcuno può chiamare Jason?" Mi ignora Brent, con un'espressione tesa, mentre si morde il labbro.
"Sono qua e sarei proprio curioso di sapere cosa diavolo sta succedendo." Una versione decisamente arrabbiata del mio ragazzo entra in cucina e con passo svelto si posiziona affianco a me, difronte a Brent.
"Jason, senti, la chiavetta che abbiamo preso...insomma-" si interrompe il ragazzo non sapendo come continuare.
"Sputa il rospo Brent!" Esclama il biondo e io non posso che essere d'accordo con lui.
"C'è una specie di virus dentro il computer dal quale ho scaricato i dati, nessun dispositivo può essere connesso ad un altro senza esserne infettato, così è quasi impossibile trasportare le informazioni, o cose simili, e la nostra chiavetta è stata infettata." Spiega mentre si tortura le mani l'esperto di informatica.
"Merda!" Esclama Jason esasperato, portandosi le mani tra i capelli. "È il che pensavo stesse per finire tutto." Il mio cuore si spezza al sentire il tono con cui pronuncia questa frase, quasi con arrendevolezza, qualcosa che a lui non appartiene per niente.
"Ehi." Lo richiamo in tono deciso attirando la sua attenzione e avvicinandomi a lui.
"Noi ce la faremo, capito?" Occhi negli occhi.
"Non puoi arrenderti ora, arriveremo fino in fondo e quei bastardi si pentiranno di essersi messi contro di noi." Cuore nel cuore.
Le sue braccia mi racchiudono contro di lui, e io faccio lo stesso, lo stringo con tutta la forza che ho, come a dimostragli che ogni volta che avrà bisogno io lo terrò in piedi, nello stesso modo in cui lui ha fatto con me.
"Io e te, per sempre, contro il mondo intero, no?" Mi Sussurra titubante all'orecchio.
"Solo io e te." Sorrido, anima, nell'anima.
Sciogliamo l'abbraccio e lui torna il Jason che conosco io, quello forte che non si fa abbattere da niente, ma che darebbe la vita per le persone che ama.
"Non c'è nessun modo per riavere quei dati?" Domando mentre la mano del mio ragazzo si intreccia con la mia facendo sfiorare i nostri anelli.
I ragazzi ci guardando confusi, probabilmente in un'altra occasione sarei scoppiata a ridere, ma ora avevo solo bisogno di concentrarmi.
"Bisognerebbe tornare a prenderli con una chiavetta in cui installerei una specie di anti-virus, facendo entrare solo i file, ma voi ragazzi non avevate litigato?" Chiede confuso Brent, quasi più preso dalla nostra relazione che dalla situazione stessa.
"Non è questo il momento di parlarne." Liquida velocemente Jason, sciogliendo le nostre mani solo per circondare la mia vita on tutto il braccio.
"Ora dobbiamo pensare a quelle informazioni." Aggiungo io sciogliendomi tra le sue braccia.
"E non c'è alcun problema, andrò io a recuperarle." Faccio un passo avanti, avvicinandomi al nostro genio informatico.
"Metti a posto ciò che devi, questa sera alle nove voglio trovare tutto pronto."
Il ragazzo annuisce, quasi spaventato dalla mia sicurezza.
"Io vengo con te." Afferma Jason, facendo un passo avanti e fermandosi al mio fianco.
Alzo la testa, e incrocio lo sguardo con il suo, mostrando solo a lui le mie insicurezze, lasciando che solo lui possa leggere nei miei occhi quanto in realtà tutto questo mi spaventi. Lui mi afferra la mano e fa un gesto con la testa, come a dirmi di non avere paura, lui è lì con me e andrà tutto bene.
"È inquietante come voi due parliate solo guardandovi!" Esclama Ashley, scatenando una risata da parte di noi due.
"Io vado a preparare un po' di cose per questa sera, vieni con me?" Mi Chiede il mio ragazzo, mentre ancora mi stringe la mano.
Scuoto la testa. "No, devo fare un paio di cosette." Sorrido, facendogli cenno con la testa che andrò giù.
Lui mi sorride, e mi pare di vedere nel suo sguardo quasi fierezza, non chiedetemi per cosa, ma è così, forse perché sa quanto mi costi parlare con quell'uomo, quanto mi abbia distrutto, ma io non mi sto arrendendo.
"Chiamami se hai bisogno, sai che sono sempre qui." Mi bacia dolcemente, un contatto di mezzo secondo, ma un contatto capace di crearmi brividi e mettermi sotto sopra lo stomaco.
"A dopo." Sussurro mentre le notte mani si slegano e lui lascia la cucina.
"A dopo, piccola." Mi saluta con uno di quei sorrisi che solo lui è capace di fare.
"Questi due non lo capisco proprio io!" Esclama Ashley, confusa, uscendo dalla cucina mentre gesticola con le mani causando L'ilarità di tutti.
"Dopo ci racconti tutto." Mi punta contro l'indice Mad, prima di poggiare la tazza vuota nel lavello e uscire anche lei dalla cucina, seguita da Lyn che mi fa segno d'approvazione con i pollici.

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