31.

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Amatemi.💕
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L'imponente figura del dormitorio femminile ci compare davanti mentre Jason parcheggia la jeep.
Senza nemmeno salutare scendo dall'auto di corsa ormai decisa su cosa fare.
Scappo, con gli occhi umidi, da lui e da tutte le emozioni che mi fa provare mentre il mio cuore, ormai fattosi da parte, si fa piccolo piccolo.

Sento distintamente il rumore di una portiera sbattere e capisco che mi sta seguendo.
Affretto il passo.
"Lena!" Mi chiama lui da dietro attirando l'attenzione dei ragazzi seduti tranquillamente nel prato a studiare.

Comincio a correre, noncurante degli sguardi straniti che le persone mi rivolgono.
Giro l'angolo e, sicura di aver seminato il biondo, scivolo lungo la parete bianca e mi accascio per terra chiudendo gli occhi.
Tutto questo è troppo, mi sono quasi lasciata sopraffare dai ricordi in quella stanza e non mi era mai successo.
Sento la cicatrice sul mio fianco bruciare mentre le immagini di quella sera mi si ripercorrono in mente.
Singhiozzo rumorosamente per mio padre che uccide le persone, per mia madre e la sua depressione che non mi ha mai permesso di concedermi di stare male, per Jason che mi ha trattata in questo modo, e per me, perché non mi sono mai lasciata andare veramente.

Mi accorgo di essermi sbagliata nel momento in cui il rumore di alcuni passi mi fa tornare con i piedi per terra, non sono sola.
Jason si siede di fianco a me.

"No." Dico sicura.
"Jason va' via." Comando girando il viso dall'altra parte per non incontrare il suo sguardo e fargli vedere le poche lacrime che scorrono sulle mie guance.

"Non lo farò." Afferma deciso.

"Ti ho detto di andare." Ripeto con voce tremante.
"E poi perché sei qui? Cosa ti importa di me?" Chiedo al limite della frustrazione.
"So che non ti interessa nulla di me, non serve che provi a dimostrare il contrario solo perché vuoi salvare tutti, Jason." Lo accuso ancora senza guardarlo.
"Non ti basta tutto il dolore che ti ha procurato mio padre?" Chiedo alzandomi e facendo qualche passo in cerchio riflettendo con una mano sulla fronte.
"Io sono sangue del suo sangue, farò lo stesso, quindi stammi lontano, o dovrò fare in modo che tu lo faccia." Gli dico guardandolo apatica.

I suoi occhi azzurri incrociano i miei e subito distolgo lo sguardo, in questo momento sono distrutta, non ho la forza di reggerlo.

Si alza e fa qualche passo verso di me mentre continuo a non guardarlo.

"Guardami." Mi sussurra in tono dolce.
Stringo tra i pugni le maniche della mia felpa troppo grande.
"Ti prego, Lena." Mi supplica.

"Va' via." Gli ordino ancora con gli occhi umidi.
"Sono troppo incasinata, ti porterò solo dolore, Jason." Spiego mentre sento qualcosa dentro di me andare in pezzi.

"Non ti lascerò scappare, piccola." Mi promette.
"Anche la mia vita è un casino, ma quando sono con te riesco quasi a dimenticarlo." Ammette sottovoce.

Tremo alle sue parole e faccio un passo indietro.
Alzo lo sguardo per incrociare i suoi occhi.
E tutto scompare.
La maschera che Jason indossava fino a poco prima non c'è più, vedo il vero lui in questo momento, ne sono sicura.
Il dolore, la tristezza, la sensazione di vuoto, l'apatia, tutto scompare con un semplice sguardo.
Capisco che quello che sto facendo mi lascerà distrutta. Allontanare lui mi farà tornare quella di prima, la ragazza vuota che non sorride o ride mai.

"Ho paura." Ammetto senza rompere la connessione tra i nostri sguardi.
"Ho paura di rovinarti."

Fa un passo verso di me accennando un sorriso.
"Mi fai stare bene. Una cosa che mi fa stare così bene non potrà mai rovinarmi." Afferra la mia mano e intreccia le nostre dita.

Lights on.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora