-Capitolo 9-

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Buon sabato

Si consiglia la lettura con il sottofondo musicale...

Dodici anni prima...


Tom

Dopo l'annuncio di mio padre, il quale dopo anni si è ricordato della mia esistenza solo per rovinarla, sono destabilizzato e ferito al punto che voglio nuovamente recidere quel dolore, scuoterlo e scacciarlo con il puniceo.

Voglio estirpare la sofferenza, ma non ho il tempo adesso per attuare tale piano, Phil sta firmando le mie dimissioni dopodiché mi accompagnerà insieme a Pat presso quella struttura.

Sono seduto sul letto dove le mie spoglie incoscienti hanno abbracciato il mio patimento, gambe penzoloni che lascio oscillare, come quando ero bambino.

Sguardo perso nel vuoto di una trance malata, e così vedo materializzarsi la figura di mia madre: ferma poggiata al muro, l'espressione triste il volto scavato dal dispiacere. Ha un vestito cremisi intenso, sgualcito, consunto è talmente lungo che per terra sembra una pozza di sangue.

"Scusa mamma", penso con la voce della mente, le sorride flebilmente e mi spunta la rugiada limpida a lavare un corpo sporco di plumbeo e sangue mi guarda e non muovendo la bocca sento nella mente la sua voce: <<Tom, è tutto ok, asciuga i tuoi occhi>>.

È un dialogo silenzioso, parliamo con la voce dell'anima, la sua collegata alla mia in un botta e risposta silenzioso, la sua anima limpida la mia macchiata di malattia.

Avverto di essere malato, la mia mente si è inceppata i meccanismi sono stati arruginiti dalla rugida inespressa, dal ferroso sanguigno che corrode, dal dolore che ribolle.

"Mamma, che è successo alla mia mente?", pur restando immobile ha le mani protese nella mie direzione, le dita a muoversi nell'aria, come se da lontano stesse lei stessa asciugando con i pollici le mie lacrime e con le altre librasse le carezze sul mio volto.

È lontana ma io quei gesti li avverto sulla mia pelle, il calore materno si diffonde, mi marchia, mi acquieta e mi tormenta allo stesso tempo.

"Ti odio, mamma, mi hai lasciato solo", incasso io capo tra le spalle sofferenti, tra il dolore e l'amore, tra l'angoscia e la liberazione, le mie mani vengono lavate dalla rugiada purificatrice e punitrice.

Mia madre si avvicina e ai suoi piedi vedo una striscia di fango, le indica, l'accompagna e la conduce verso me, fino ai miei piedi anch'essi sporchi di fango.

Allunga le mani verso le fasciature e si china a baciarle e io sento il bruciore venir fuori come memento a ciò che ho compiuto a ricordarmi che sono vivo in un corpo morto, in un'anima persa e un cuore raggrinzito.

Punta i suoi occhi nei miei, il verde intenso contro il nero profondo delle mie iridi, dalle sue scorgo un me bambino, lei dalle mie vede il lutto e la paura, lo sconforto e l'abbandono.

"Ti amo mamma" mi guarda con tenerezza e sento nella mente la voce cantilenare la ninna nanna di quand'ero ancora un infante, senza parole solo il suono dolce e melodioso.

Io mi distendo, afferro lenzuola troppo immacolate per un essere sporco come me, poggio il capo sul cuscino a infradiciarlo di rugiada, le mi accarezza il volto lentamente e mi addormento.

Sento scuotermi, una mano leggera e delicata, una voce:<<Tom, è ora di andare Phil ha ultimato le ultime pratiche, alzati>>, è Pat, vago con lo sguardo in ogni direzione della stanza, i miei occhi sono famelici vogliono vedere mia madre.

Pat presa alla sprovvista fa uno scatto indietro, si porta una mano alla bocca: ha paura di me.

È stato un sonno talmente profondo che ho perso la percezione del tempo, del luogo:<<Pat, dov'è mamma? Era qui mi cantava la ninna nanna!>> ho il respiro corto, sento il sangue affluire alla testa come attratto da una forza di gravità inversa, sono confuso.

Pat abbandona la mano che aveva sulla labbra e me la passa tra la mia chioma e mi sussurra: <<Tom, è tutto ok, asciuga i tuoi occhi>>.

Così capisco che ho dormito con un fantasma, il fantasma di mia madre.

Mi tiro su ancora stordito gli occhi impastati di rugiada, l'immagine di mia madre mi danza ancora chiudendo le palpebre che strofino passandoci le dita.

Pat si siede alla mia sinistra mi passa la mano sulle spalle e mi sussurra: <<Tom, tua madre ha lasciato una lettera per te. L'ho scritta io lei me la dettava, prima che Phil venga vorrei dartela, e quando sarai pronto la leggerai.>>

La guardo negli occhi cercando di decifrare segni di titubanza, lei mi sorride e mi rivela:<< Ok, ci sarebbero anche un diario di Lily ma credo che sia troppo in questo momento>>, <<Dammelo Pat, è di mia madre ne ho il diritto>>.

Sospira sconfitta: mi darà il suo diario ma prima mi avverte:<<Tom, qui ripercorre momenti difficili della sua vita, lei vi scriveva quando era afflitta, prima leggi la lettera e poi se sarai pronto potrai...>>

Scuoto la testa in senso di diniego, come si è permessa a volermi negare una cosa che è mia, di darmi delle direttive: <<tranquilla Pat, adesso se vuoi scusarmi devo sistemare le mie cose>>

<<Certo, certo solo Tom preparati, non è un diario come gli altri, lì c'è il suo tormento >> e così dicendo esce dalla camera.

Prendo la lettera e il diario tra le mani, come mosso da un istinto li porto alle narici per avvertirne il profumo, e lo trovo l'essenza delle peonie, ma dei passi mi ridestano dalla catarsi olfattiva, prendo la lettera e la infilo nella tasca sinistra del mio doppio petto nero mentre il diario lo nascondo sotto i vestiti del mio borsone.

Sento Pat e Phil parlottare oltre la soglia, così decido che è il momento di andare verso il tragitto che mi porterà al Correctional Psychologist Health Center la mia via crucis personale verso il mio Golgota mentale.

Sento Pat e Phil parlottare oltre la soglia, così decido che è il momento di andare verso il tragitto che mi porterà al Correctional Psychologist Health Center la mia via crucis personale verso il mio Golgota mentale

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Eccoci qua, ancora una volta Tom e i suoi primi tormenti...

Cosa ci sarà scritto nella lettera, e cosa invece nel diario?

Il prossimo capitolo sarà un salto avanti al presente alla sera a casa di Lexy.

Non resta che darvi appuntamento a più tardi.

Grazie a tutti di esserci e di rendere questo mio percorso così intenso e pieno di stimolo.



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L'essenza delle peonie  ~COMPLETA~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora