-Capitolo 16-

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Buon sabato...

Si consiglia la lettura con il sottofondo musicale




Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita.
(Alda Merini)






Dodici anni prima...


Tom

Ridiscendiamo al primo piano entrando in ascensore, ho ripercepito la sensazione che l'aria fosse satura: carica di un silenzio roboante; balzava stra quelle mura schaintandosi su di noi e permeando fin dentro la nostra essenza.

Guardo mio padre, le rughe degli anni lo rendono ai miei occhi ancor più detestabile, per me è morto giovane. Non riesce a guardarmi negli occhi e, forse dopo la recente lettura, credo abbia fatto un parallelismo con mia madre.

Anch'ella si provocava dolore per liberarsi, per sentirsi viva.

"Mamma, quanto il tuo spirito è affine al mio?"

Il suono dell'apertura del vano ascensore mi destano dal corso dei miei pensieri, un odore pungente mi arriva alle narici violentemente. "Disinfettante? Medicinali? O è semplicemente l'odore della follia?".

La dottoressa Donovan tiene testa, con passo svelto, la nostra processione, e io mi perdo nei dettagli, ancora bianco troppo bianco; inferriate bianche ovunque; camici bianchi.

Attraversiamo la doppia porta basculante e alla mia vista si staglia quella che è la sala comune, qui cambia decisamente, c'è un accenno di colore: il divano bordeaux, le sedie marroni, una piccola biblioteca e una parete piena di disegni.

I matti staziano qua e là, alcuni fissano il vuoto, uno oscilla e credo parli ma sono troppo distante per sentire, altri camminano convulsamente avanti e indietro, saranno poco più di una dozzina.

Gli infermieri, quattro omoni grandi e grossi con le braccia incrociate al petto posti ai due lati opposti della sala, supervisionano l'ambiente nel tentativo di placare, qualora ce ne fosse il bisogno, qualche animo in fermento o semplicemente fanno da deterrente perché ciò avvenga.

Poi a un tratto la mia vista viene catapultata su una ragazza dai capelli biondi, se ne sta adagiata alla finestra seduta sul muretto sottostante, e nella mia mente partono le note dei Marlene kuntz ne la lira di narciso...

"un anno di narcisi e solitudine, specchiandomi nella mia viva fissità ti apristi a me perduto in una sola immagine vibrante ad ogni sospiro e... Bella e fragile"

Avevo un'insana passione per l'italiano, adoravo il suono melodioso, quando avevo 15 anni chiesi a mia madre di portarmi a visitarla, ma lei mi pose come condizione di imparare la lingua perché diceva sorridendo:<<Tom, tu farai da tramite>>. Così mi misi a studiarla da autodidatta, poi non appena presi un po' di confidenza iniziai ad ascoltare la musica e ne rimasi piacevolmente colpito. Purtroppo, mia madre, non potè mantenere fede alla promessa fattami per l'aggravarsi del suo stato di salute.

"nessun profumo sa di te, non ci sei più"

La ragazza come richiamata dal mio sguardo si volta nella mia direzione, e i suoi capelli diventano, attraversati dalla timida luce del sole, fili d'oro.

Intimidita dal mio piglio, con le dita si porta i capelli dietro l'orecchio, svelandomi il suo collo, poi inarca un sopracciglio e guardandomi con aria di superiorità torna a guardare fuori dalla finestra.

L'essenza delle peonie  ~COMPLETA~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora