4. IL RAGAZZO DELLA BACHECA

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POV BAEKHYUN

Mi svegliai con i raggi del sole dritti dritti in faccia. Provai a voltarmi verso il muro, ma una simpatica zanzara venne a ronzarmi vicino all'orecchio, così mi coprii la testa con le coperte. Finalmente stavo per riaddormentarmi, quando qualcuno iniziò a scuotermi.
- Sveglia Byun Baekhyun!
La voce squillante di Chen mi trapanò le orecchie e sbuffai sonoramente.
- Lo so che mi odi - disse lui, ridacchiando - ma mi ringrazierai quando non arriverai tardi a lezione.
Accidenti, ma che ora era? Mi misi a sedere e vidi i miei vicini di letto già vestiti e pronti ad uscire.
- Buongiorno - mi disse Kyungsoo con un sorriso - Se ti prepari velocemente ti aspettiamo per andare a fare colazione insieme.
- Voi lo aspettate - Suho guardò il suo orologio e si affrettò verso l'uscita - Io devo andare in sala mensa ad evitare che si azzuffino tutti per il cibo.
- Prende troppo sul serio il suo compito di responsabile - disse Chen dopo che Suho fu uscito.
Scesi piano dal letto, facendo attenzione a non ammazzarmi già il primo giorno e cercai qualcosa da mettermi.
- Se vuoi fare il bagno, ora non dovrebbe esserci nessuno - disse Kyungsoo, mentre Chen batteva impaziente il piede a terra.
- Che ne dite se voi intanto andate avanti? Io mi preparo e vi raggiungo.
- D'accordo - dissero in coro i due ragazzi per poi dileguarsi velocemente. Potevano anche evitare di fingere di volermi aspettare. Mi preparai con tutta calma e vagai un po' per il campo prima di trovare la mensa. Una volta entrato, vidi che tutti i posti erano ormai occupati. Feci la fila per la colazione, riempiendomi il vassoio con quello che era rimasto e camminai tra i tavoli, cercando un posto dove sedermi. Ad un certo punto, un braccio si sollevò tra le decine di teste: Chanyeol si sbracciava per attirare la mia attenzione e, quando si accorse che l'avevo visto, mi indicò il posto accanto al suo, che era ancora libero. Al tavolo con lui c'erano anche Kyungsoo e il suo ragazzo, Jongin. Poi c'era un altro ragazzo, che guardava la sua colazione inespressivo.
Feci per incamminarmi verso di loro, quando una voce conosciuta mi fermò.
- Ehi, tu sei il ragazzo della bacheca.
Mi voltai verso la voce e riconobbi il ragazzo con cui avevo parlato quel giorno disastroso, davanti alla bacheca della SAA.
- Ciao - dissi con un timido sorriso che lui ricambiò.
- Alla fine hai ascoltato il mio consiglio.
- Già, spero di non dovermene pentire.
Lui rise e si spostò un po' sulla panca: - Perché non ti siedi con noi? Ti posso presentare i miei amici, siamo tutti studenti della SAA.
Guardai lui e i ragazzi con cui divideva il tavolo, poi guardai verso Chanyeol, che aveva ancora il braccio sollevato. Alla fine misi il vassoio vicino a quello del ragazzo della bacheca e mi sedetti vicino a lui.
- Non ci siamo ancora presentati - disse lui con un sorriso - Io sono Taeyong.
- Baekhyun - risposi, rivolgendomi a tutti i ragazzi al tavolo. Loro mi ignorarono, così ci pensò Taeyong a presentarmeli.
- Loro sono Johnny, Krystal, Victoria e il nostro bimbo prodigio: Mark.
- Non sono un prodigio! - disse il ragazzino seduto più lontano da noi, alzando gli occhi al cielo.
Taeyong ridacchiò e sussurrò rivolto a me: - È il più giovane del campo, e ha avuto anche un posto alla SAA nonostante non prendano mai studenti così giovani.
- Dev'essere molto bravo! - dissi, provando invidia per tutti quei ragazzi che erano riusciti dove io avevo fallito.
- Sono sicuro che entrerai anche tu durante la prossima audizione - disse lui, mentre mangiavamo la nostra colazione - Ti ho sentito cantare al falò ieri. Sei stato pazzesco.
- Grazie. - arrossii e pregai che Taeyong non se ne fosse accorto.
Poco dopo i ragazzi si alzarono e lo stesso fece Taeyong.
- Ora devo andare, o farò tardi alla lezione di danza. Ci vediamo in giro, Baekhyun.
Li salutai con un grande sorriso, come se fossero i miei migliori amici. Ripresi a mangiare la mia colazione e, quando vidi un movimento nel posto davanti al mio, alzai lo sguardo.
Chanyeol mi sorrideva con ogni cellula del suo corpo, e io non capivo tutta quella felicità al mattino presto.
- Che vuoi? - chiesi, senza nascondere la mia irritazione.
- Ti avevo tenuto il posto vicino a noi. Immaginavo non avessi nessuno con cui sederti, così..
Lo interruppi, sollevando una mano.
- È mattino presto, possiamo non parlare?
Lui sembrò esserci rimasto male per un momento, ma il sorriso tornò subito sulle sue labbra.
- Con quel ragazzo, prima, ci parlavi eccome.
Lo fulminai con lo sguardo, ma nemmeno quello minò la sua gioia.
- Più tardi ho lezione di pianoforte e ho scoperto che siamo nello stesso corso, non è fantastico?
Sbuffai e feci il più falso dei sorrisi: - Non immagini nemmeno la mia gioia a riguardo.
- Bene - lui ridacchiò con quel suo vocione, che di mattina era ancora più roco e sexy, ma sempre irritante e si alzò: - Ci vediamo più tardi, piccoletto.
- Ehi! - urlai alla sua schiena mentre lui si allontanava - A chi hai dato del piccoletto?

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