Nico e Annabeth guardarono stupiti Chris.
Forse era davvero come lei. Ma se lo era, sarebbe stato un enorme problema.Nico guardò intensamente Chris con i suoi occhi scuri da mettere in soggezione chiunque, ma non lei. Chris non abbassò lo sguardo, anzi lo guardò con sfida.
Era dannatamente diversa dalla sua Alexa.Dentro di lui sperava davvero che le assomigliasse, non per sostituirla, nessuno avrebbe potuto. Ma per colmare almeno in parte il vuoto che aveva lasciato dopo la sua morte nel cuore del piccolo figlio di Ade.
-Io direi di incominciare da subito ad allenarla così possiamo constatare da subito se è davvero come Alexa- spiegò la figlia di Atena.
Nico annuí -Ok, allora andiamo all'arena-
Quando arrivarono Annabeth cominciò a mostrarle le vari armi di un semidio, dall'arco, alla spada, fino ai pugnali.
-Adesso noi ti faremo provare ognuna di esse, poi sceglierai tu la più adatta a te- sorrise la figlia di Atena finendo di spiegare.
Chris annuì e incominciò a provare il pugnale, ma non essendo molto veloce nei movimenti lo abbandonò subito. Con la spada era bravina, ma solo con una cosa eccelleva.
L'arco.
Annabeth e Nico avevano scoperto che era un'ottima arciera, al pari se non di più di un figlio di Apollo o di una cacciatrice di Artemide.
-Molto bene Chris, devo ammettere che sei davvero bravissima, per oggi basta così- disse la bionda soddisfatta. Poi consegnò alla ragazza un anello con una freccia color argento.
La figlia di Iride guardò dubbiosa l'anello. -Perché mi dai un anello?-
Annabeth le sorrise gentilmente.
-Clicca la freccia-Chris fece come detto e quando il suo dito toccò la piccola freccia questa si trasformò in un arco marrone con delle frecce dello stesso colore.
-Così quando dovrai combattere sei sempre pronta- spiegò la figlia di Atena.
La ragazza annuì, ma quando toccò l'arco questo cambiò colore e divenne nero.
Nero come la notte.
Nero come il risentimento.
Nero come la morte.
Nero come la solitudine.
Nico spalancò gli occhi sorpreso, anche quando Alexa aveva toccato la sua spada aveva cambiato colore.
Quella ragazza era piena di sorprese.
Gli occhi di Chris si illuminarono improvvisamene e fece spuntare un piccolo sorriso, il primo da quando era arrivata al campo.
Annabeth si avvicinò alla ragazza -È strano che abbia cambiato colore, poi per una figlia di Iride il colore nero non è proprio il massimo- spiegò pensierosa.
La ragazza dagli occhi arcobaleno scrollò le spalle -Il mio colore preferito è il nero, quindi non mi lamento-
-Il nero non è un colore- ribatte il figlio di Ade senza accorgersene, come un riflesso involontario.
Chris alzò un sopracciglio scettica.
-Certo che è un colore-Nico scosse la testa -Non è un colore dell'arcobaleno, ciò vuol dire che non è un colore-
Annabeth socchiuse la bocca sorpresa, solo una persona continuava a ripetere quella frase, e lei la ricordava bene.
La bionda lanciò uno sguardo di intesa al figlio di Ade che arrossì, ma annuì confermando l'ipotesi della ragazza.
-Sai abbiamo avuta una persona estremante fissata con i colori e nessuno poteva batterla in quel campo, e lei diceva sempre a Nico che il nero non è un colore visto che anche anche lui come te lo adora- sorrise Annabeth ricordando la sua piccola amica arcobaleno.
Quella ragazzina era un uragano di gioia e poche volte si poteva spegnere.
Si ricordava perfettamente delle varie battibeccate tra Alexa e Nico sul nero, e un sorriso genuino spuntò sulle labbra di Annabeth.
La mora annuì senza aggiungere altro e continuò ad osservare la sua arma con minuziosa attenzione.
L'arco era completamente nero, anche le frecce erano nere se non per la loro punta color argento.-Ti piace il tuo arco?- chiese incuriosita la ragazza.
Chris annuisce soltanto non rivolgendole neanche uno sguardo.
-Sai dove si trova la tua cabina?- chiese questa volta il figlio di Ade.
Chris alza lentamente lo sguardo smarrita -In realtà no-
Nico annuisce -Bene, allora seguici, la tua cabina è la numero 14 quella dei figli di Iride-
-Come sono predisposte le cabine?-
-Dal tuo genitore divino, un esempio Annabeth è figlia di Atena e nella sua cabina ci sono tutti i figli della dea della saggezza, stessa cosa vale per le altre- spiegò Nico.
La figlia di Iride annuì e continuò a seguire i due semidei.
Pochi minuti dopo arrivarono davanti ad una cabina tutta colorata e piena di arcobaleni -Questa cabina è schifosamente colorata- borbottò con un espressione schifata.Nico e Annabeth rimasero sorpresi per le parole della ragazza -Quindi non ti piace?- chiede Annabeth ancora incredula.
-No, non sopporto tutti questi colori, mi fanno venire il volta stomaco. Costava tanto farla di un unico colore o magari nera?- chiese sarcastica.
Annabeth scoppiò a ridere di gusto per le parole della ragazza -Wow, sei la prima figlia di Iride che si lamenta dei troppi colori che ci sono nella propria cabina-
-Ciò vuol dire che gli altri non hanno un minimo di gusto- disse sorridendo leggermente Chris.
-Pensare che Alexa appena vide la cabina sprizzava gioia da tutti i pori proprio perché è molto colorata-
Chris fece una smorfia di disgusto.
-Immagino... Camera sua era un uragano di colori per non parlare di quando tentava in tutti i modi a convertirmi al mondo del "più è colorato più è bello", inutile dire che l'ho mandata a quel paese e le ho chiuso la porta di camera mia in faccia- il viso di Chris si scurì improvvisamente a quel ricordo, come se fosse un tasto dolente.Annabeth si avvicinò lentamente alla ragazza, ma lei con uno scatto fulmineo si mise a correre e i suoi capelli corvini scomparvero all'interno del bosco.
-Nico dobbiamo andare a cercarla, il bosco è pericoloso per chi è appena arrivato!- disse spaventata.
Nico le mise una mano sulla spalla.
-Annabeth tranquilla, ci penso io. So come bisogna comportarsi in questi casi-Lo guardò dubbiosa, ma annuì d'accordo con lui.
Così anche la chioma corvina del ragazzo scomparve tra le selve.
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Diversa|| Percy Jackson
Fanfiction||QUESTO È IL SECONDO LIBRO|| Diversità 1-Motivo di opposizione o di un conflitto. 2-Condizione di chi è considerato da altri, o considera sé stesso, estraneo rispetto ad una presunta normalità. Ormai erano passati tre anni. Tre lunghissimi anni dal...