CAPITOLO UNO

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- Si dice che l'amore sia come l'omicidio. E che tutto inizi da uno sguardo. -

*** *** ***

Era semplicemente perfetto: le luci, la location tutta lampadine, moquette e soffici divani beige; la grande postazione su cui poggiare le valigette per il trucco, così come la poltrona di pelle davanti allo specchio a parete. Perfetto; perfino il fatto che io fossi arrivata con largo anticipo per non farmi cogliere impreparata e impressionare il mio futuro datore di lavoro.

Un datore di lavoro alla cui esistenza nella mia vita non avevo creduto finché la sua Agenzia non mi aveva proposto di firmare il contratto.

Mi sfrego sull'abito azzurro i palmi sudati delle mani, mentre mi guardo nello specchio alla ricerca della più appropriata espressione da sfoggiare di fronte a lui. Faccio il broncio, guardandomi dal basso verso l'alto. Poi sorrido, tendendo la mano verso un interlocutore immaginario:

"Piacere di conoscerti, Chang Wook-shi!" e inclino la testa di lato.

Mmmmh. No. "Merda, così sembro un cucciolo!" bofonchio, e ci riprovo, stavolta con una fredda espressione professionale:

"Sono onorata di lavorare con te, Chang Wook-shi." Mi osservo: sembra che mi abbiano infilato un manico di scopa nel culo. "Maledizione!" Mi osservo al di sopra dello schienale della poltrona, riflessa nell'enorme specchio circondato da tante lampadine accese:

"Caro Chang Wook, sono mesi che mi impegno per questo lavoro e alla fine l'ho ottenuto! Non vedo l'ora che tu poggi quel tuo fantastico culetto qui sopra per farti truccare da me... anche se sei il figo più sexy del pianeta perfino nel momento in cui ti svegli al mattino!" Mi scappa da ridere e chiudo gli occhi, facendo la linguaccia allo specchio.

"Non mi hai mai visto quando mi sveglio, ma grazie, in effetti penso di essere carino."

Il mio cuore perde un battito. Poi due, poi tre, e mi sento prima calda e poi ge-la-ta.

Pietrificata, in effetti.

Perché quella voce è proprio la sua.

*** *** ***

Sono ancora immobile, con gli occhi stretti e la bocca impastata.

Merda. Merda. Merdamerdamerda! Che figura di merda!

"J-Ji Chang Wook... Chang Wook-shi, sono m-mortificata..." Mi piego in un inchino talmente rapido che mi schioccano le vertebre. Dopo una manciata di secondi, che mi sembrano un tempo interminabile, sollevo la schiena.

E lo guardo, riflesso nello specchio: lui è dietro di me, con la spalla appoggiata allo stipite della porta, le lunghe gambe incrociate, le mani lungo i fianchi. Mmmmh, le mani.

Sta sorridendo. Si mordicchia un labbro. Sexy da morire. Così resto immobile, ad osservare il riflesso del mio sogno erotico che si prende gioco di me. Finché una squillante voce femminile non frantuma la mia contemplazione:

"Forza, allora, la make-up artist? Ah, eccoti. Avanti, carina" mi apostrofa, percorrendo velocemente la moquette tra l'ingresso e la mia posizione; "devi prepararlo per le prossime riprese. Voglio che sembri tumefatto, capisci la mia lingua?"

"Tumefatto, certo" replico con un sorriso di circostanza. Chi diavolo pensa che io sia, questa? Sono a Seoul per un motivo, e di certo non vengo qui per parlare italiano! Dopo avermi fatto venire l'orticaria, l'assistente vestita di nero svanisce oltre la porta, velocemente com'è apparsa.

"Già che ci sei portami una centrifuga, prima di cominciare" aggiunge lui, scostandosi dall'ingresso. Siamo soli. Dice a me. Una... centrifuga? Cosa sono, la sua cameriera?

"Ehm, Chang Wook-shi..."

"Non chiedermi quale, ok?" ribatte, annoiato, dirigendosi verso la poltrona di pelle di fronte allo specchio; "dovresti saperlo, se sei una mia fan."

Cooolpita. Perché se gli rispondo a tono, e mi rifiuto, non solo rischio l'impiego ma sembra che non mi sia informata su di lui. Tuttavia, se accetto, non ho la più pallida idea di quale intruglio portargli e raddoppierei comunque la figuretta imbarazzante... Per non parlare del fatto che mi tratta come una schiavetta personale.

"Sono una tua fan, ma devi essere più specifico."

Eeeeee affondata. Ma per quale cazzo di motivo non sto mai zitta?

Chang Wook solleva le sopracciglia, soppesandomi con lo sguardo. Sembra che non sappia decidere se sia divertente giocare con me o se, semplicemente, io lo irriti.

"Non ho bisogno di essere specifico, a quest'ora bevo solo una cosa e dovresti saperlo."

Ok, lo irrito.

"Sono una make-up artist, non una nutrizionista!"

"Sei una fan, no?"

"Sì, ma..."

"Aish, portami una centrifuga di verdure e basta! Chiedi alle ragazze dello staff in fondo, quelle con il pass verde, ok?"

Detto questo mi oltrepassa, si lascia cadere sulla poltroncina e si fissa nello specchio: argomento chiuso.

Caaazzo... non avrei mai pensato che Ji Chang Wook potesse essere tanto viziato, sul set!

Mi mordo la lingua, poi però le parole iniziano a ribollirmi dallo stomaco alla gola e mugolo a mezza voce per mantenerle sotto controllo, mentre mi avvio verso l'ingress... aspetta un attimo.

No, cazzo: non l'avrai vinta, con me! Mi volto di poco per osservarlo, immaginandolo pieno di sé, che magari si sistema i capelli allo specchio...

Ma mi sta fissando.

Merda!

E mi sorride.

Merda!

Scappo via.

Despite Love - Nonostante l'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora